Persone - Pierpaolo Donati

I modelli di Stato sociale sperimentati fino ad ora appaiono sempre più obsoleti, perché rendono impersonali e standardizzati i servizi, passivizzando gli utenti, e creano le trappole della povertà, le barriere di cristallo, e altre disfunzioni. Si tratta di innovare l’accesso ai servizi di welfare ispirandosi ad una nuova logica di «personalizzazione» del bene-servizio che dia spazio alla soggettività di chi ha bisogno di un servizio. Questa logica di welfare implica un allargamento del concetto di cittadinanza, che prevede una nuova generazione di diritti, oltre a quelli civili-liberali, politici e sociali, che sono detti diritti umani in quanto riconoscono la costituzione relazionale della persona umana. Il nuovo complesso dei diritti richiede una riconfigurazione dello Stato sociale come ‘Stato relazionale’ che articola i principi di sussidiarietà e solidarietà attraverso una filosofia di co-produzione dei servizi. Al centro della personalizzazione sta una nuova relazionalità fra l’operatore sociale e il cittadino che riconosce a quest’ultimo il potere-capacità di condividere il progetto-piano del servizio, la sua implementazione e valutazione. Il servizio non viene erogato attraverso la logica del menu, ma viene adeguato alla domanda di senso espressa dalla persona.