Forensic Geology and Paleontology

I conflitti legati ai fossili, indiscutibilmente parte del patrimonio dell’umanità, non si sono certo conclusi un secolo fa, quando i giornali radunavano centinaia di curiosi con storie di creature nascoste nelle rocce e di giovani scienziati pronti a contendersi una cava a colpi di fucile. Decenni di scontri silenziosi, spesso ingannevoli e quasi sempre inosservati, hanno dato forma a una realtà complessa, in cui la vita di centinaia di persone si intreccia ogni anno con il giro di miliardi di dollari. Oggi, mentre alcuni Paesi sono diventati mete privilegiate per i cacciatori di fossili – siano essi ricercatori o bracconieri – che alimentano collezioni e commercio legale, altri denunciano decenni di imposizioni coloniali e rivendicano la restituzione dei loro tesori fossili. Federico Fanti è stato nominato Adviser per  la Paleontologia dalla IUGS Initiave on Forensic Geology, un gruppo di lavoro che vuole sviluppare strumenti efficaci per la geologia forense in tutto il mondo. 

Nell’ultimo decennio l’interesse globale per i fossili è cresciuto costantemente, alimentato dalla copertura mediatica, da scoperte straordinarie, da controversie storiche e da un fiorente mercato internazionale. Mentre molti si occupano dei diversi aspetti di questa nuova età d’oro della paleontologia, emerge con chiarezza come un’unica, complessa attività sia destinata a fare davvero la differenza nei decenni a venire: la tracciabilità. Purtroppo, pochi esperti – che provengano dal mondo accademico, dalle istituzioni pubbliche o dal sistema commerciale – investono in una conoscenza approfondita di questo tema, preferendo concentrarsi su singoli casi critici. Eppure, stabilire chi ha raccolto un esemplare può sembrare un dettaglio, ma offre informazioni cruciali su scopi, metodologie e affiliazioni. Sapere quando un’area o una cava è stata esplorata fornisce dati sia legali sia pratici anche su ciò che, alla fine, non è stato raccolto o adeguatamente documentato. 

Ciò che viene effettivamente raccolto è talvolta sconcertante, perché le corrispondenze tra i dati di campo o commerciali e i dati reali spesso non reggono alla verifica. Estendere queste pratiche (teoricamente) standard a decenni, se non secoli, di esplorazioni, alla storia di diversi Paesi, ai cambiamenti legislativi e, soprattutto, alle nuove metodologie e ai nuovi standard scientifici rappresenta una sfida concreta. Tuttavia, esempi di successo in tutto il mondo stanno stimolando modalità innovative per creare team operativi misti – tra enti pubblici, istituzioni di ricerca e soggetti privati – e soluzioni realmente efficaci. Un’idea condivisa di tracciabilità, fondata sulle “best practice”, ha finalmente trovato un punto di partenza.

In una rete globale che non dispone nemmeno di una definizione condivisa e univoca di “fossile”, tutti i conflitti moderni legati alla paleontologia affondano le loro radici in una legislazione debole e spesso inefficace.

Entro il 2030, i paleontologi professionisti che lavorano in istituzioni pubbliche e private dovranno condividere e integrare le proprie conoscenze con quelle di avvocati, commercianti, rappresentanti dell’FBI, ministeri, esperti di etica e media, costruendo così una collaborazione strutturata tra settore pubblico e privato capace di garantire una gestione responsabile del patrimonio fossile.