Ippodromo dell’Arcoveggio
(1932)
Nel 1932 in via Corticella nell’area dell’Arcoveggio venne inaugurato il nuovo ippodromo progettato da Umberto Costanzini.
L’impianto sportivo venne costruito mediante tecniche di costruzione innovative volute fortemente dall’ex podestà Arpinati.
La struttura presenta una delle prime tribune in Italia senza pilastri di sostegno ed in grado di fornire un’ampia visibilità agli spettatori. I calcoli strutturali vennero affidati all’ing. Armando Villa.
L’ippodromo venne dotato di un parcheggio circondato da alberi alti che permettono di accogliere le vetture di tutti gli spettatori. Le scuderie furono progettate con dei box completamente in muratura. L’impianto sportivo fu costruito per il trotto invernale, visto che durante la stagione estiva le corse si sposteranno nell’ippodromo Savio di Cesena.
Bibliografia
Tennis Club Bologna
(1902)
La fondazione del Tennis Club Bologna avviene nel 1902 mediante la richiesta di un gruppo di studenti liceali appassionati di tennis. La recente scoperta di un nuovo sport giocato in Inghilterra fomenterà il Comune di Bologna per la concessione di uno spazio all’interno dei giardini Margherita per la predisposizione di alcuni campi da gioco. Da questo momento nascerà il Lawn Tennis Club Bologna.
Pertanto, Bologna seguirà gli esempi di altri Club italiani costituiti a Genova, Milano, Viareggio, Firenze. Il club più antico d’Italia è il Bordighera Lawn Tennis, attivo sin dal 1878 presso la chiesa inglese di Bordighera. Dopo ripetuti incontri con l’amministrazione, i ragazzi riuscirono finalmente a conseguire l’autorizzazione ed il permesso di costruzione all’interno dei Giardini Margherita, sino a quel momento il parco pubblico per eccellenza dei bolognesi.
La costruzione dei Tennis Club nei Giardini Margherita sarà la prima importante deroga al contratto originale del 1875 tra il Comune ed il conte Tattini, secondo il quale il parco doveva essere destinato all’utilizzo pubblico.
L’iniziativa del gruppo di ragazzi sin da subito fu un grande successo. L’attività del club era in continua espansione, anche per merito dell’amministrazione pubblica che all’epoca era molto attenta all’evoluzione dello sport ed agli avvenimenti organizzati negli altri Club in Italia ed all’estero.
Dopo gli ingenti danni causati dalla seconda guerra mondiale, il Club fu notevolmente ampliato con la costruzione di uno stadio tennistico interrato, dotato di gradinate (1953).
Con l’implementazione delle strutture, il Circolo Tennis Bologna (CTB) ospiterà importanti eventi nazionali ed internazionali.
Nel 1956 il CTB ospiterà la coppa Davis contro la Danimarca, nel 1966 contro la Russia e nel 1976 la semifinale contro la Jugoslavia. Nell’arco della sua gloriosa storia, il CTB sarò luogo di numero titoli assoluti sia individualmente che a squadre.
Bibliografia
I giardini margherita
(1879)
Il 6 luglio 1879 venne celebrata l’apertura del Passeggio Regina Margherita, maestoso parco tra Porta Castiglione e Porta Santo Stefano. Il giardino sin dalla sua inaugurazione si trasformò rapidamente in un luogo di aggregazione per tutta la popolazione bolognese. Inoltre, nel 1902 con la creazione del Tennis Club di Bologna, il parco si convertì in un grande catalizzatore per la pratica sportiva cittadina. Negli anni 90 il parco è stato sede di grandi eventi sportivi patrocinati dal comune di Bologna per favorire la pratica sportiva all’aperto. Le sfide cestistiche nei campi dei giardini sono celebri nella memoria dei bolognesi del tempo. Ad oggi i giardini dopo cento anni continuano a trasformarsi ed adattarsi alle esigenze della popolazione residente. Nei giardini sono presenti diverse cooperative socio-culturali, una scuola, un ristorante e spazi di coworking. Un catalizzatore di buone pratiche nel centro di Bologna.
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Stadio Renato Dall’Ara (già complesso del Littoriale)
(1926)
Nel 1926 venne inaugurato l’impianto polisportivo del Littorale, costruito su base delle terme di Caracalla di Roma, primo anfiteatro dell’architettura fascista e monumento della nuova epoca. La struttura al tempo era considerata come una delle più grandi e moderne d’Europa, promossa da Leandro Arpinati, presidente in carica della Federazione Italiana Giuoco Calcio.
La struttura venne progettata dall’ingegnere Umberto Costanzini e dall’architetto Ulisse Arata, realizzata in cemento armato si costituì come una delle prime opere del razionalismo urbano della città. Una dei maggiori elementi caratterizzanti lo stadio dall’Ata riguarda la Torre di Maratona in cui precedentemente era collocata una scultura equestre del Mussolini. Il bronzo venne fuso e riutilizzato per la creazione di nuove statue partigiane a Porta Lame.
Lo stadio oltre al campo da calcio era dotato di pista per l’atletica, campi da tennis e due piscine al coperto. All’epoca della sua inaugurazione la struttura polisportiva era tra le più grandi d’Italia. Inoltre, il complesso fu sede delle prime quattordici edizioni della Fiera Campionaria Bolognese che dal 1951 fu trasferita nel Giardino della Montagnola. Lo Stadio fu costruito in un punto strategico della città, ai piedi di San Luca e vicino il cimitero della Certosa in modo da favorire la partecipazione dei cittadini. Ad oggi lo Stadio è oggetto di rivalutazione e di ammodernamento attraverso un piano urbano che include l’area antistante e le differenti strutture sportive coinvolte.
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Montagnola
(1803)
La collina artificiale della Montagnola, venne trasformata per volere di Napoleone nel 1805 in un grande giardino simmetrico e geometrico per lo svolgimento delle attività sportive in voga nel XIX secolo. Le corse dei cavalli al trotto e la corsa sui velocipedi furono le due attività sportiva di massa nell’Ottocento bolognese. Tuttavia, altri spettacoli popolari come il circo, i fuochi d’artificio ed il carnevale, venivano svolti regolarmente sulla collina della Montagnola.
L'area sorge su una collinetta formatasi dal quindicesimo secolo con terra di riporto. In epoca napoleonica, lo spazio venne allargato, spianato e diviso in due zone: la superiore pianeggiante, con un viale circolare tagliato da quattro strade perpendicolari dirette verso un piazzale centrale; l’inferiore in leggero pendio, percorsa da due viali d’accesso delimitanti i lati del cosiddetto “ferro di cavallo”. Nel corso dell’Ottocento il parco divenne molto popolare visto che veniva utilizzato per i voli in mongolfiera, il gioco del pallone, le corse dei cavalli, le gare dei velocipedi, le feste di carnevale e per le adunate militari.
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Paladozza
(1956)
Il PalaDozza venne costruito nel 1956 su progetto del Prof. Francesco Allegra con una capienza massima a 5570 posti in un'area di 7.200 mq ed ha un'altezza massima di 25 metri al centro della cupola metallica. Conosciuto al grande pubblico come il piccolo Madison di piazza Azzarita, per le sue similitudini strutturali e la forma circolare del Madison Square Garden di New York. La struttura può considerarsi come il tempo della pallacanestro italiana, la sua dimensione e la sua superficie calpestabile di 1200 mq le garantiscono un utilizzo dinamico in relazione ai differenti allestimenti per gli eventi. Ad oggi la struttura è oggetto di una ristrutturazione che dovrebbe includere anche la costruzione del Museo del Basket.
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Palestra Furla Fortitudo
(1969)
All'interno di un edificio in via S. Felice n. 101/103, a pochi passi dal palazzo dello sport di piazza Azzarita, viene allestita la palestra Furla. La palestra diventerà la sede societaria e l’impianto di allenamento principale della S.G. Fortitudo.
Il complesso verrà realizzato grazie al contributo del comm. Aldo Furlanetto, proprietario dell’impresa Furla e tesoriere della S.G. Fortitudo.
Il progetto dell’ing. Umberto Maccaferri (ex giocatore di calcio e basket della Fortitudo) propone la costituzione di un organismo complesso che implementi funzioni sportive, ricreative e religiose.
Pertanto, la palestra Furla include un bar, la Sala Blu per le riunioni, la Cappella e una grande sala per gli eventi. La sede è dominata dal simbolo dell’aquila della Fortitudo con la F blu, ideata dal
segretario Piero Parisini e disegnata dallo Studio Maccaferri.
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Prati di Caprara
(1805)
I Prati di Caprara, ubicati poco fuori Porta San Felice, vicino l’Ospedale Maggiore, sino all’Unità d’Italia possono considerarsi come il primo teatro di gare ippiche organizzate dalla “Società Bolognese per le corse dei cavalli”. I Prati fino alla costruzione delle nuove strutture sportive fu la sede per lo svilgimento di differenti manifestazioni culturali e sportive. Per esempio nel 1906 fu sede della Tournee di Buffalo Bill, terreno di gioco del Bologna Football Club prima del trasferimento a Cesoia, aeroporto per i dirigibili e per i velivoli dell’esercito. Pertanto, i Prati di Caparara costituiscono un luogo di importanza primaria per la diffusione dello sport nel territorio bolognese.
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Campo sportivo del Ravone
(1921)
Il 18 settembre del 1921 con lo svolgimento dei Campionati Nazionali di Atletica Leggera, verrà inaugurato il primo campo sportivo cittadino, gestito dalla Società di ginnastica Virtus. L’impianto del Ravone fu costruito su iniziativa dell’imprenditore Alberto Buriani, dodicesimo presidente della Virtus, che nel 1919 aveva acquistato una vasta area (oltre ventiquattromila mq2) in località crocetta, vicino all’alveo del torrente Ravone, tra le vie Saragozza e Andrea Costa. Inizialmente l’impianto era dedicato alla pratica dell’atletica leggera, al calcio, alla pallacanestro e pallavolo.
Tra il 1923 ed il 1925 il Ravone ospiterà per tre anni consecutivi i campionati Assoluti di atletica leggera.
Mentre, nell’inverno del 1925 il centro sportivo della SEF Virtus venne dotato di due campi da tennis in terra rossa. Nell’aprile del 1926 fu organizzato il primo Campionato Bolognese studentesco ed in ottobre il primo Torneo Nazionale. Successivamente il campo del Ravone verrà intitolato a Orlando Sirola, grande campione in forza alla Virtus durante il secondo dopoguerra.
Dopo la morte di Buriani, nel 1945, il complesso sportivo verrà acquistato da una società di proprietà del presidente del Bologna FC Renato Dall’Ara e la Virtus dovrà condividere gli spazi con la squadra di calcio.
Tuttavia, nel 1984 la società Virtus potrà entrare in possesso dell’intera area sportiva compresa tra le vie valeriani e Galimberti.
Bibliografia
Ricreatorio Fortitudo
(1901)
La città di Bologna, dopo aver ospitato il V° Concorso Ginnastico Federale nel 1901, iniziò un processo di sviluppo sportivo che ha portato all’allestimento temporale di uno “Stadio Greco” nella Piazza dell’Otto Agosto. Lo svolgimento dell’evento e gli stendardi colorati delle società ginnastiche attraversarono i lunghi cortei della città in modo da contribuire alla celebrazione della manifestazione sportiva. Don Mariotti, essendone testimone insieme ad un gruppo dei suoi giovani, seppe cogliere l’occasione di fondare la Società di Ginnastica Fortitudo. Pertanto, il 3 ottobre del 1901, in seno all’Opera dei Ricreatori venne fondata la SG Fortitudo.
I Ricreatori fondati da Don Mariotti erano luoghi multidimensionali dove i ragazzi potevano recitare, svolgere spettacoli, socializzare e praticare la ginnastica. Un’altra caratteristica dei Ricreatori era quella di possedere una fanfara che si esibiva in ogni occasione di festa e durante i concorsi ginnici. Era usuale che la Fortitudo si presentasse in campo preceduta dal suono degli ottoni. La fanfara della Fortitudo era diretta dal Maestro Ferdinando Cavallari ed era una delle più ammirate dell'epoca, tanto da vincere il primo premio al concorso di Venezia del 1904.
Successivamente, nel 1902 venne acquistato il Ricreatorio di Via San Felice che divenne la sede della Direzione Generale dell’Opera dei Ricreatori. Il complesso venne costruito in via San Felice al n. 103, ubicazione scelta per il suo ampio cortile. Nel corso del tempo, grazie alle numerose donazioni, venne costruita una palestra ed un teatro. Nel cortile che aveva una forma di stadio aperto, furono erette due tribune (una intitolata a Papa Benedetto XV e l'altra al munifico benefattore Pietro Casolini).
L’intero complesso era dotato di una cappella, di un circolo ricreativo, degli uffici della Società e dell’abitazione del direttore. Purtroppo a causa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale la sede fu danneggiata irrimediabilmente per poi essere ricostruita. Ad oggi è rimasta solo una piccola parte della Tribuna Casolini, che fa da sfondo a via Lenzi.
Bibliografia
Ex chiesa di S. Lucia
(1873)
La grande chiesta di Santa Lucia in via Castiglione venne progettata nel 1623 su disegni dell’arch. Carlo Rainaldi e mai terminata. Nel tempo la grande chiesa venne sconsacrata e nel 1873 fu assegnata alla Società sezionale di Ginnastica di Bologna che la arrederà con tutte le attrezzature ginnastiche presenti nelle scuole tedesche a cui Baumann si inspirò.
Dall’8 maggio del 1873 la chiesa comincerà ad essere utilizzata per la cultura e la diffusione della ginnastica.
All’interno della palestra vi tennero i corsi dei coniugi Baumann, iniziatori dell’attività sportiva nelle scuole.
“Ginnasti, saltatori, cultori della pesistica, della lotta greco-romana, della scherma” si allenavano con costanza, “in un’atmosfera cordiale e di sana emulazione”, in quella che in breve diventerà la più grande palestra d’Europa.
L’assegnazione della struttura sconsacrata sarà caldeggiata da Giosue Carducci, in nome della Lega Bolognese per l’istruzione del Popolo. Il Carducci definiva la palestra di ginanstica per il popolo come un’istituzione necessaria reclamata dalla moderna civiltà.
Successivamente, dal 1932 venne praticata la “palla al cesto”, precursore della pallacanestro moderna.
La Virtus è considerata la più importante società polisportiva bolognese del Novecento. Negli anni la Virtus ha dominato in campo nazionale ed internazionale attraverso la diffusione di molte discipline come: l’atletica, la ginnastica, il tennis e la pallacanestro.
Bibliografia
La Sala Borsa
(1884)
Il 18 gennaio del 1884 venne inaugurata la Sala Borsa. L’ampliamento dei locali della Borsa di Commercio sita all’interno del Palazzo Comunale, vennero affidati all’ing. Filippo Buriani nel febbraio dell'anno precedente. La Sala Borsa sorge dove anticamente erano presenti le strutture romane. Col passare dei secoli il luogo ha sempre cambiato più volte destinazione d’uso. Il progetto dell'ing. Buriani prevedeva la creazione di una grande sala dotata di copertura in ferro e cristalli dotata di una cinquantina di uffici e di un caffè. L'inaugurazione della nuova Sala Borsa avvenne il 17 luglio 1926. Dopo il termine della seconda guerra mondiale la pallacanestro bolognese trovò la sua nuova casa all’interno della centralissima Sala Borsa. Un edificio che normalmente era destinato agli affari della città. La Sala Borsa può considerarsi come il primo impianti multiuso visto che al mattino era frequentato dagli agenti di cambio ed alla sera si trasformava nella grande scala dello spettacolo ed adattata a palasport. Il pubblico della Sala Borsa era considerato come il vero uomo in più per le squadre di casa: Virtus, Gira o OARE. La Virtus proprio all’interno della Sala Borsa conquistò i suoi primi scudetti. Mentre, nel 1956 le cose cambiarono con l’inaugurazione di un palazzetto dello sport nuovo di zecca voluto dal sindaco Dozza. Il nuovo Paladozza poteva ospitare e contenere più di 9.000 spettatori ed integrava al suo interno una pista indoor di atletica.
Bibliografia
Lo Sferisterio di Bologna
(1822)
Lo Sferisterio venne inaugurato nel 1822 e fu utilizzato principalmente per il pallone grosso toscano. Tuttavia anche il pallone grosso piemontese al bracciale, il Pallone elastico e il tamburello erano gli sport praticati. L’avvento del calcio inglese nel Novecento sostituì ben presto i giochi con il pallone. Pertanto nel 1955 l’impianto bolognese venne chiuso e successivamente ricoperto per funzionare come padiglione dell’Ente Fiera di Bologna. Successivamente venne diviso in 3 settori. Tre palestre: una per il pattinaggio a rotelle e per il calcio a 5; una seconda palestra in sintetico per la pallacanestro (negli anni Sessanta e durante i primi anni Settanta era sede della squadra della Lamborghini) e la terza palestra in sintetico per la pallavolo.
L’impianto sportivo Achille Baratti, ex Sferistico è considerato il più antico della città di Bologna e si trova in Piazzale Baldi 1.
La città di Bologna, negli anni 20 era un punto di riferimento per la boxe nazionale ed internazionale. Il pugilato veniva organizzato nel vecchio teatro dell’Arena del Sole, nella palestra attivissima Sempre Avanti in via San Gervasio, al Teatro Contavalli, al Littorale. Era di moda organizzare riunioni di pugilato in una palestra del Littorale dopo il termine delle partite casalinghe del Bologna. Tuttavia la boxe trovava ampi spazi nei Teatri: al teatro del Corso in via Santo Stefano, al teatro Verdi, all’Arena del Sole. Successivamente dopo la guerra arrivò il momento glorioso della Sala Borsa, fantastica struttura che ospitava le partite della Virtus Pallacanestro e del Gira, e dove il peso massimo Checco Cavicchi richiamava grandi folle.
Allo Sferistico di Bologna si svolsero i Campionati Italiani del 1951 con la partecipazione di 193 pugili. Cavicchi in quegli anni infiammava Bologna e la Sala Borsa. La struttura di via Ugo Bassi diventava sempre più piccola per il grande pubblico. Dopo l’evento del giugno 1955 quanto Franco Cavicchi trascinò sessantamila spettatori allo stadio Comunale per l’Europeo dei massimi. Da questo momento Bologna intese che la città necessitava di un vero palazzetto dello sport e venne progettato e realizzato il Palasport di Piazza Azzarita (attuale PalaDozza).
L’impianto sportivo ad oggi è in gestione al Comitato Provinciale AICS[1] Bologna APS insieme alle asd Gioca e Universal Sport.
Bibliografia
[1] Impianto sportivo Achille Baratti: https://www.aicsbologna.it/spazio/impianto-sportivo-achille-baratti-ex-sferisterio/
Villa Hercolani (Campo Sterlino)
(1913)
Dopo i Prati di Caprara ed il campo della Cesoia, lo Sterlino è stato il terzo campo da gioco del Bologna Football Club. Il complesso sportivo ha ospitato 14 grandi stagioni sportive del Bologna FC. Il presidente dell’epoca, Rodolfo Minelli, individuò la nuova area dove sarebbe sorto il nuovo stadio dei rossoblu: poco fuori porta Santo Stefano e sottostante la villa dei principi Hercolani. Lo stadio Sterlino sorgeva in località Ragno, in via Toscana 79, attuale via Murri. Il nuovo campo da gioco venne inaugurato nel 1913 da un vibrante discorso del poeta e tifoso Giuseppe Lipparini.
Il terreno di gioco, ricavato nel parco della villa Hercolani, aveva la particolarità di essere leggermente in salita e ciò costituiva un leggero vantaggio per la squadra di casa. Il campo era dotato di una tribuna coperta capace di ospitare la borghesia bolognese in tutta comodità. La partita inaugurale venne disputata tra Bologna e Brescia, terminata in pareggio. L’impianto fino alla costruzione del Littoriale (1926) verrà intitolato ad Angelo Badini, giocatore rossoblù italo-argentino scomparso prematuramente.
Tuttavia, dopo l’inaugurazione del Littoriale, il campo dello Sterlino sarà utilizzato fino agli anni 60 per le squadre giovanili e per i campionati minori. Successivamente lo stadio verrà trasformato dal CONI in un moderno complesso sportivo a disposizione della comunità.
Biblografia
Tiro a segno nazionale
(1886)
Il centro di tiro al bersaglio bolognese venne inaugurato nel 1862 tra Porta Castiglione e il Baraccano. Tuttavia, pur considerato un impianto provvisorio, rimase in funzione per oltre vent’anni, prima di trasferirsi, nel 1886, al Meloncello. Il nuovo Tiro a Segno fu predisposto nei pressi dell’Arco Guidi, sul terreno dove sorse il Littorale, aldilà del portico che unisce il Meloncello alla Certosa. La nuova struttura prevedeva sei giorni di gare, con ricchi premi (tra i quali 4 fucili Vatterli) ed una grande partecipazione di tiratori. Durante lo scoppio della prima guerra mondiale il Tiro al Segno venne convertito dall’autorità militare come luogo destinato alle esecuzioni dei condannati a morte ed ai disertori della patria.
Tuttavia, all’interno del poligono, lo sport del tiro avrà un grande sviluppo sino alla creazione del nuovo poligono.
Nel 1928, con la costruzione dei nuovi impianti polisportivi del Littoriale, il poligono verrà trasferito su un terreno pianeggiante in un’area limitrofa al fiume Reno.
Bibliografia
Tiro a segno nazionale di Bologna
(1928)
Nel 1914, in considerazione della grande richiesta da parte della popolazione, venne commissionato all'ing. Barattini in progetto per la costruzione di un grande e moderno poligono che sarebbe dovuto sorgere sui colli della città. Tuttavia, lo scoppio della prima Guerra Mondiale e l’alto costo delle opere di mobilitazione del terreno, fecero accantonare momentaneamente l’idea della sua costruzione.
Il progetto iniziale dell’ing. Barattini venne ripreso nel dopo guerra per essere realizzato nel 1928 su un’area in pianura adiacente al fiume Reno. Pertanto, da questo momento, il tiro sportivo sarà dotato di una sede definitiva presso il poligono di via Agucchi, vicino allo scalo ferroviario. Durante la seconda guerra mondiale, il poligono subì enormi danneggiamenti causati dai bombardamenti e fu utilizzato dai nazifascisti per le fucilazioni dei partigiani e degli oppositori (si stima che vi furono consumati almeno 13 eccidi, con 122 vittime accertate, e molte esecuzioni individuali).
Nel 1991, in concomitanza dei Campionati Europei di Tiro a Segno, svoltisi per la prima volta a Bologna, si è proceduto ad una ristrutturazione generale di tutti gli impianti per armi sportive a fuoco. Dal 1999 è attiva la Palestra per gli attrezzi sportivi ad aria compressa con 30 linee a 10 metri.
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Unipol Arena (già Palamalaguti)
(1993)
L’Unipol Area, conosciuta precedentemente come PalaMalaguti, è una delle maggiori strutture sportive polivalenti coperte in Italia. La sua costruzione risale al 1993 su progetto degli ingegneri Mauro Checcoli e Francesco Zarri. Lo stadio sin dalla sua costruzione doveva diventare la nuova sede della Fortitudo, tuttavia ha ospitato sia la Virtus che la Fortitudo e molti concerti e manifestazioni internazionali. Negli ultimi anni è stato sede della Coppa Davis di tennis del 2022, della coppa del mondo di equitazione, del superbowl di motocross, del Wrestling e delle finali nazionali di scherma. Pertanto, ad oggi può considerarsi come la struttura centrale per lo svolgimento di eventi sportivi e culturali all’interno del capoluogo bolognese.
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Vasca natatoria
(1910)
Il 30 giugno del 1910 a Bologna venne inaugurata dal sindaco Tanari la “vasca natatoria”. Questa prima piscina artificiale derivante dalla trasformazione di un lavatoio comunale (1904) diventerà erede del bagno della Grada costruito nel 1889 su un tratto del canale di Reno. La vasca verrà cambiata ogni giovedì in modo da prevenire l’insorgenza di malattie. I cittadini potevano disporre di differenti calzoncini da bagno ogni due ore circa. Inoltre, la fornitura di abbigliamento permetteva di ovviare agli scandali o altri inconvenienti provocati dalla consuetudine popolare di bagnarsi senza indumenti nei canali cittadini. Il nuovo impianto sportivo, per la sua ampiezza e modernità, sarà secondo solo a quello di Porta Garibaldi a Milano. Tuttavia, in quegli anni verrà discussa la possibilità di creare un’altra vasca nei Giardini Margherita che non vedrà mai la luce.
La grande piscina di via Milazzo verrà utilizzata dai cittadini sino agli anni venti, momento in cui verrà costruito il complesso polisportivo del Littoriale.
La mancata riqualificazione dell’aria e l’avvento della seconda guerra mondiale, obbligheranno il Comune a vendere l’area ai privati per la predisposizione di alloggi.
Dopo la dismissione, il luogo venne trasformato temporalmente in una stazione di esercitazione per i Vigili del Fuoco. Infine, con l’implementazione della linea ferroviaria e la diminuzione dei costi, negli anni trenta i bolognesi iniziano ad approfittare del mare della vicina Romagna.
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Il Velodromo
(1920)
La struttura venne costruita vicino all’ippodromo Zappoli in via Pasubio nel 1920, poco fuori da Porta Saffi e lungo una nuova strada che unirà la via Emilia con il borgo crocetta. All’interno del velodromo è presente una pista in cemento armato ed un campo rettangolare 86x66 adibito al gioco del Foot-Ball. La struttura fu sede di grandi successi di gare ciclistiche e motociclistiche. Tra le alter attività svoltesi si ricordano le corride spagnole nel 1923. Inoltre, nel 1948 fu la sede di arrivo del Giro dell’Emilia dove vinse Fausto Coppi nel giorno di San Petronio. Purtroppo l’impianto negli anni subì una degradazione progressiva e nel 1996 venne abbattuto per dar spazio ad un parco pubblico, edifici residenziali ed un parcheggio.
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L’ippodromo Zappoli
(1888)
L’ippodromo costruito dai fratelli Zappoli era ubicato fuori Porta San Felice, tra l’attuale via Vittorio Veneto e Pasubio, accedendo da via Saffi. Costruito dal progettista Filippo Buriani nel 1888 come alternativa al parco della Montagnola. Da questo momento l’ippodromo diventerà la sede principale dell’ippica bolognese per le gare su seggiolini, mentre, le gare al trotto veniva svolte prevalentemente ai Prati di Caprara. Nel corso del tempo l’ippodromo fu sede di molte gare ciclistiche e della società Libertas. La struttura rimase in attività sino al 1928, momento in cui venne smantellato in vista della costruzione di nuovi alloggi.
Bibliografia