Progetto Dida-Teatro: Verso una nuova didattica nelle scienze umane: per un contributo pratico-teorico delle arti teatrali

PROGETTI INNOVATIVI NELL’AMBITO DEGLI ACCORDI DI COOPERAZIONE INTERNAZIONALE - ANNO FINANZIARIO 2022

Il Progetto: in cosa consiste?

 

Verso una nuova didattica nelle scienze umane: per un contributo pratico-teorico delle arti teatrali 

 

Partner: 

Programa de Estudios Críticos (PITPO) – Instituto de Investigaciones Gino Germani – Universidad de Buenos Aires (UBA) Argentina Natalia Romé (Dottoressa in sociologia, post-dottorato) Mariana Gainza (Prof. di sociologa e ricercatrice in filosofia politica) Diego Tatian (Prof. di filosofia politica)

 Fondazione Barba-Varley (Lecce) Eugenio Barba (regista, pedagogo, teorico dell’antropologia teatrale) Julia Varley (attrice, regista, pedagoga) 

CATA (Centro de Antropologia Teatral en Argentina) Ana Woolf (attrice, regista pedagoga esperta in antropologia teatrale)

 

 Dipartimento capofila dell’Università di Bologna FILCOM Gruppo referente e docente coordinatore (UNIBO) Sive Natura. International Center for Spinozan Studies (ICSS) LORENZO VINCIGUERRA (Prof. di Filosofia morale Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, direttore di Sive Natura. International Center for Spinozan Studies) 

 Manuela Filomena Ottaviani (tutor didattico e dottoranda internazionale Alma Mater Studiorum – Università di Bologna – Université d’Artois) 

Studenti di FILCOM nell’ambito dell’attività  presso il Centro Studi Sive Natura 

 

DESCRIZIONE 

Il gruppo di Sive Natura ha già avviato una riflessione interdisciplinare sulla valenza e il successo formativo di metodi didattici mutuati dalla realtà teatrali. Inoltre la Dott.ssa Ottaviani collabora stabilmente con la facoltà di “Arts du spectacle” dell’Université d’Artois e ha già attivato collaborazioni con la Fondazione Barba-Varley con sede a Roma per la sua attività di ricerca e insegnamento. Occorre anche dire che i colleghi argentini hanno già avviato una riflessione analoga sulla necessità di proporre metodologie didattiche in cui il discente sia protagonista attivo del proprio apprendimento in un percorso che coinvolge le varie componenti dell’essere umano oltre che una riflessione sulla dimensione sociale e politica dello stesso procedimento individuando nel teatro un medium interessante e portatore di nuove potenzialità. A questo è da aggiungere che nella stessa realtà argentina da tempo lavora anche Eugenio Barba con la sua Fondazione: un circolo virtuoso quindi si è già istaurato tra Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, Università di Buenos Aires e Fondazione Barba-Varley presente attraverso il CATA Centro de Antropologìa Teatral en Argentina tramite Ana Woolf attrice e esperta in pedagogia teatrale. Una tetrangolazione virtuosa, quindi, che vuole unire le competenze accademiche a quelle più pratiche nelle due realtà: da un lato le realtà universitarie di tre atenei (Alma Mater, Universidad de Buonos Aires e Universidad San Martin) dall’altro la Fondazione Barba-Varley e il CATA. Inoltre la pregressa frequentazione della Fondazione Barba-Varley della realtà argentina (anche attraverso il lavoro del CATA) costituisce un punto di forza del progetto stesso per la capacità di condividere simili presupposti teorici nella reale conoscenza della realtà in cui questi vengono trasformati in pratica teatrale. Infine la comunanza di ricerche filosofiche in campo etico e sociale (che si sviluppa nella riflessione critica e puntuale della filosofia spinoziana) da tempo attiva negli atenei coinvolti permette di misurare i risultati ottenuti anche nelle loro radici filosofiche. OBIETTIVI DEL PROGETTO Il progetto “Verso una nuova didattica nelle scienze umane: per un contributo pratico-teorico delle arti teatrali” si pone come obiettivo il confronto costruttivo tra le realtà didattiche universitarie italiana e argentina sia in campo teorico che pratico e la sperimentazione nei due diversi contesti di nuove pratiche didattiche mutuate dai laboratori teatrali di matrice grotowskiana. La riflessione innescata dalle considerazioni successive all’emergenza pandemica (covid19) in merito allo svolgimento della didattica esclusivamente a distanza ha permesso che venissero indagate e analizzate alcune pratiche tradizionali del “fare lezione”; la lezione frontale, ancora largamente in uso, soprattutto nelle università europee, mette in mostra le sue debolezze e le sue limitazioni. La stessa logistica delle aule universitarie mostra alcuni presupposti teorici che gli studi di pedagogia, soprattutto riferita alla prima infanzia, hanno da tempo messo in evidenza: la necessità di ambienti “strutturati” per creare un clima collaborativo e produttivo della conoscenza e non unicamente atti a favorire un semplice trasferimento di conoscenze. Tutto questo è quasi del tutto assente negli ambienti universitari dedicati alla didattica. Le aule con i tavoli ben fissati nel pavimento, la pedana frontale su cui è poggiata la cattedra, la distanza che separa l’area destinata ai discenti e quella dedicata al docente sono solo alcune delle caratteristiche dell’aula universitaria che mostrano come la lezione frontale e unidirezionale sia largamente proposta nei corsi universitari. D’altro canto è da sottolineare come la progettazione di ambienti che permettano ai discenti di sentirsi protagonisti del proprio sapere vada di pari passo con la proposta di metodi didattici che riducano la supremazia dell’insegnante e lo trasformi da detentore unico della conoscenza a facilitatore nel processo di apprendimento di ogni discente. In questi metodi didattici l’aspetto della produzione collaborativa e quello della attiva partecipazione del discente alla propria formazione sono presupposti inalienabili. Inoltre l’attenzione all’aspetto collettivo tra pari va a illuminare un’altra caratteristica di questo cambiamento di paradigma didattico: la crescente importanza che viene attribuita alla componente corporea del discente stesso. La valorizzazione della comunicazione cinestetica si inserisce in questo quadro e l’uso delle arti, in particolare modo quella teatrale, ne costituisce una realizzazione pratica di successo. Del resto anche recenti studi in campo neurobiologico mostrano la stretta correlazione tra una buona gestione del proprio corpo e una buona capacità di apprendimento. Se tutto questo è già considerato pratica sperimentata e usata in larga parte per le scuole elementari, via via che si passa dalla scuola secondaria all’ambiente universitario si nota una carenza di sensibilità e consapevolezza a questi mutamenti pedagogici. Soprattutto nell’Europa continentale con il predominio della lezione frontale su altri tipi di modalità di fare didattica questo fatto è evidente. In campo teatrale la riflessione pedagogica a partire da Stanislavskij è diventata punto focale nelle proposte dei cosiddetti “laboratori teatrali” che seguono la grande rivoluzione grotowskiana e più in generale del cosiddetto fenomeno del Terzo Teatro. A differenza del teatro tradizionale e del teatro d’avanguardia, il Terzo Teatro trasforma l’esigenza estetica in progetto etico rivitalizzando il senso primo di estetica come indagine e analisi delle sensazioni e quindi proponendo quella che viene definita come “pedagogia teatrale”. Ed è proprio questa eticità a poter costituire un punto di contatto con la pedagogia generale e con la conseguente analisi e critiche delle pratiche didattiche in uso. Questa riflessione pedagogica ha il suo punto forte nella rivalutazione del ruolo del corpo dell’attore nel processo creativo. Obiettivo del presente progetto è quello di incrociare la pedagogia teatrale che soggiace alle diverse forme di fare teatro e le pratiche didattiche in ambiente universitario per proporre una riflessione critica e una sperimentazione di nuove pratiche didattiche che siano partecipative e che coinvolgano il corpo e la mente del discente per un maggior successo del processo di apprendimento. Il lavoro sinergico di realtà accademiche e dei centro di studi e pratica di antropologia teatrale (Fondazione Barba-Varley https://fondazionebarbavarley.org/ e CATA https://www.facebook.com/centrodeantropologiateatralenargentina/ ) costituisce un punto di forza di questo progetto. Infine occorre ricordare l’impegno del Centro Internazionale di Studi Spinoziani. Sive Natura volto a promuovere una riflessione e pratica artistica nel mondo accademico a partire da riflessioni filosofiche (vedere sezione V dal sito https://site.unibo.it/sivenatura/it).

 

La partecipazione di student* è fondamentale.