Obiettivo 1 | Consolidare uno scambio strutturato di competenze e criteri di operatività
Questo primo obiettivo, dal focus scientifico-tecnologico, prevede una sintesi di approcci tra diversi ambiti disciplinari coinvolti nel settore della tutela, conservazione e restauro del patrimonio culturale.
La collaborazione tra archeologi, storici dell’arte, architetti, esperti di legislazione, permetterà di approfondire aspetti legati alla conoscenza dei contesti in cui tali beni si trovano inseriti sotto l’aspetto amministrativo-gestionale, punto di partenza imprescindibile per un approccio sostenibile alla gestione dei rischi.
Il coinvolgimento di figure più direttamente attive nelle fasi pratiche di intervento, quali conservatori, restauratori, architetti, ingegneri ed esperti di diagnostica applicata ai beni culturali (es. fisici, chimici, geologi), permetterà di identificare e prioritizzare i potenziali rischi impattanti sul patrimonio, con particolare attenzione a quelli derivanti dal territorio, ragionando su strategie d’intervento condivise e strumenti di difesa attiva in caso di eventi avversi.
Questa azione intende promuovere la collaborazione delle autorità competenti su scala territoriale - Comuni, Soprintendenze, Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Forze dell’Ordine - nella prevenzione e gestione in emergenza dei beni culturali. Un primo passo in questa direzione è la realizzazione di un ciclo di workshop che intendono far fronte alla necessità di instaurare un processo virtuoso di scambio di competenze e conoscenze tra i diversi attori in gioco coinvolti nella gestione dei rischi impattanti sul patrimonio culturale, con particolare attenzione alla definizione di strategie d’azione condivise e sinergiche in fase pre- e post-emergenziale.
Questa azione si ripropone di stabilire le priorità di intervento e di pianificare strategie a più ampio spettro sul territorio e migliorare l’efficacia degli interventi in emergenza. In una strategia di sostenibilità a medio-lungo termine, si potrà giungere alla definizione di un “albo” di esperti in interventi sul patrimonio in caso di emergenza.
Questa azione valuterà l’adattabilità al patrimonio culturale di strumenti attivi di difesa. La forte eterogeneità (in termini di materiali e tecniche esecutive, stato di conservazione, risposta ai potenziali agenti di rischio, ecc.) che caratterizza il patrimonio culturale, rende infatti necessario il ricorso a soluzioni che non possono essere standardizzate, ma ragionate ad hoc e che non possono prescindere da un’integrazione ragionata di metodi e competenze specifiche.