ALLUVIONE

  

Con il termine alluvione (o inondazione) ci si riferisce al temporaneo allagamento di aree generalmente non interessate dalla presenza di acque superficiali.

  

 

Tradizionalmente, il fenomeno è innescato da un evento meteorologico importante e assume il nome di “alluvione” quando i normali regimi fluviali e torrentizi vengono stravolti fino a provocare la tracimazione degli argini; ciò può avvenire, ad esempio, a seguito di precipitazioni molto intense o al rapido scioglimento ghiacciai in quota. Quando l’allagamento è dovuto all’innalzamento del livello del mare si impiega più generalmente il termine “inondazione”. Inondazioni localizzate possono interessare anche zone lacustri, come conseguenza dell’aumento di regime dell’immissario.

Nella sua forza dirompente, l’acqua trascina con sé sedimenti e detriti che, ridepositandosi, contribuiscono a rimodellare la morfologia del territorio circostante. Questo meccanismo - di per sé naturale e all’origine della creazione di grandi aree pianeggianti – diviene particolarmente rischioso quando interessa zone densamente popolate. Il fenomeno può inoltre riguardare anche area collinari e montane, dove, a seconda della conformazione geomorfologica del territorio, può generare frane e smottamenti anche molto importanti.

Poiché la sua causa scatenante è da ricercare nelle condizioni metereologiche, il rischio collegato ad alluvioni e inondazioni rientra nell’estesa categoria dei rischi “meteo-idrogeologici” o, più generalmente, “idrici”.

Secondo il più recente “Rapporto di ISPRA sulle condizioni di pericolosità da alluvione in Italia e indicatori di rischio associati”, 4.1% della popolazione italiana risiede in territori affetti dal rischio di allagamenti o inondazioni; rientra negli stessi territori anche il 7.8% del nostro patrimonio culturale. Ancora più significativo è che circa il 7.4% dei Comuni italiani presenti almeno 1/5 del proprio territorio in cui questo fenomeno è altamente probabile.

Con circa l’11.6% del territorio potenzialmente allagabile, l’Emilia-Romagna si colloca tra le regioni a più elevata pericolosità, seconda solo alla Calabria (= 17.1%).

Tuttavia, alla naturale propensione al fenomeno si devono anche aggiungere gli effetti determinati dal cambiamento climatico in atto (con conseguente incremento di eventi meteorologici estremi) e da politiche di prevenzione e rafforzamento territoriale, talvolta non efficaci a garantire una naturale difesa da alluvioni e inondazioni.

L’eccessiva antropizzazione, spesso collegata a fenomeni di sfruttamento intensivo del territorio, con deforestazioni e cementificazione, così come la scarsa pulizia degli alvei fluviali e torrentizi sono tra le principali concause del rischio di alluvioni e inondazioni.

Nonostante la presenza di riferimenti normativi fin dagli inizi del ‘900, il primo vero approccio al tema della gestione delle acque in Italia avvenne a seguito del tragico evento alluvionale che colpì il Polesine nel 1951: furono così promulgate la Legge 184/52 (“Piano orientativo ai fini di una sistematica regolazione delle acque e relazione annua del Ministero dei lavori pubblici”) e la Legge 11/62 (“Piano di attuazione per una sistematica regolazione dei corsi di acqua naturali”). Quattro anni dopo, l’alluvione di Firenze del 1966 spinse il legislatore a tornare sul tema, emanando la Legge n. 632/67 (“Autorizzazione di spesa per l’esecuzione di opere di sistemazione e difesa del suolo”) e la D.P.R. n. 616/77 con cui venivano trasferite alle Regioni le attività di sistemazione e conservazione idrogeologica, congiuntamente alla determinazione di vincoli specifici di tutela ambientale. Il concetto di “valutazione” in riferimento al rischio idrogeologico entra nel piano normativo a partire dalla Legge n. 183/89 (“Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo”), con lo scopo di riorganizzare le competenze di organi centrale e amministrazioni locali nella pianificazione territoriale. Nella stessa legge fu inoltre stabilita la redazione dei PAI (Piani di Assetto Idrogeologico) da parte delle Regioni, ma sarà il D.M. del 14 febbraio 1997 (“Direttive tecniche per l’individuazione e perimetrazione da parte delle Regioni a rischio idraulico”) a stabilire la suddivisione del territorio in aree ad alta, media o bassa probabilità di esondazione. Il D.Lgs. n. 152/1999 permise l’affidamento alle Regioni di tutta la gestione e protezione delle acque, attraverso la redazione dei Piani di Tutela delle Acque.

Infine, con il D.Lgs. 49/10, furono finalmente introdotti nella normativa italiana i termini “alluvione”, “pericolosità da alluvione” e “rischio da alluvione”. Il Decreto recepiva e attuava a livello nazionale la Direttiva Europea 2007/60/CE (detta “Direttiva Alluvioni”), con la redazione di apposite mappe di rischio: il Piano di gestione del rischio di alluvioni (PGRA). Il PGRA fornisce un quadro omogeneo a livello distrettuale utile alla valutazione e gestione dei rischi da alluvione, con misure di mitigazione dell’impatto sulla popolazione, l’ambiente, il patrimonio culturale, le attività economiche e le infrastrutture strategiche. Il Piano ha una durata prestabilita di sei anni ed è attualmente in corso il secondo ciclo di attuazione.

 

Non tutti sanno che…

benché l’origine delle alluvioni sia da ricercare in fenomeni metereologici incontrollati e dirompenti, nella Storia i loro effetti non sempre sono stati considerati nefasti. Famosi sono, ad esempio, i benefici che l’esondazione stagionale del fiume Nilo produceva nell’Antico Egitto, rendendo fertili terre altrimenti aride e improduttive.

Inoltre, nella Storia si sono verificate anche inondazioni artificiali, con lo scopo di rallentare l’avanzata di eserciti nemici (Cina 1938) o per creare laghi artificiali da impiegare per la produzione di energia idroelettrica (Val Garfagnana, Toscana 1947). Devastanti furono invece gli effetti dell’inondazione che travolse la valle del Vajont (Belluno, Italia) il 9 ottobre 1963 quando, a seguito di una consistente frana, l’acqua tracimò da una diga idroelettrica riversandosi sulla valle sottostante.