Pushpanjali Dallari
Afterparties (2020) di Anthony Veasna So, raccolta di racconti uscita nelle librerie americane il 3 agosto 2020, ancora prima della pubblicazione era stata consigliata come lettura estiva da testate come il Wall Street Journal e Vanity Fair e scelta come lettura del mese dal bookclub fondato dalla scrittrice Roxanne Gay. Ancora, l’editor della casa editrice Ecco, una divisione della HarperCollins, scoperti i racconti proposti dall’autore, aveva definito Anthony Veasna So “un talento esplosivo”. In Afterparties, i protagonisti, come So, si muovono nella San Francisco contemporanea e sono membri della comunità LGBT+. L’opera, celebrata dalla critica e dagli addetti ai lavori, è un’opera postuma: Veasna So è morto l’8 dicembre 2020, all’età di 28 anni, per overdose.
Anthony Veasna So nasce il 20 febbraio 1992 a Stockon, California, da Sienghay So, proprietario di un'autofficina, e Ravy So, una rappresentante di previdenza sociale in pensione. Entrambi i genitori hanno affrontato la fuga dal genocidio cambogiano da parte dei Khmer Rossi, stabilendosi infine a Stockton, in California, dove si sono incontrati. Un articolo di Vulture racconta che, come i genitori sono sopravvissuti al genocidio cambogiano, il giovane Anthony è sopravvissuto a Stockton: al netto del paragone azzardato, quel che è certo è che a Veasna So, ambizioso e brillante, Stockton sta stretta.
L’aggettivo “ambizioso” è usato a più riprese per descrivere Veasna So nell’articolo di Vulture. Non si tratta di un’ambizione priva di scopo: Veasna So aveva pianificato accuratamente la sua carriera letteraria. Ad Afterparties sarebbero seguiti il suo romanzo d'esordio, Straight Thru Cambotown, una raccolta di saggi intitolata Dreadful Places e altri due libri, tra cui un romanzo sul cantante cambogiano Pat Ron.
Settimo di undici fratelli, Veasna So fin da bambino è, “quello silenzioso che legge”, come ricorda la sorella. Bambino debole, Veasna So soffre di diverse allergie ed è asmatico. Molto intelligente, un’eccellente carriera accademica che gli permette di accedere all’Università di Stanford.
Qui i genitori desideravano per lui una laurea in medicina o farmacia. In accordo con queste speranze, Veasna So inizia a studiare informatica. Definitosi uno “scienziato dei computer fallito”, rifacendosi alla stereotipica occupazione lavorativa degli americani asiatici di seconda generazione, cambia percorso di studi laureandosi in inglese, condannandosi a una professione creativa fatta di borse di studio.
L’intera vita di So è un apparente tentativo di distacco dalle sue origini cambogiane e dal tipico percorso di tanti figli di seconda generazione: non intraprende una professione STEM; non impara bene il cambogiano; la sua omosessualità, mai accettata dalla famiglia d’origine, segna un ulteriore distacco da essa.
Dopo la laurea a Stanford, frequenta un master in scrittura creativa con insegnanti illustri come Dana Spiotta e Mary Karr, che ne tessono gli elogi e ne riconoscono il talento. Quando è morto, insegnava scrittura creativa a San Francisco e aveva un compagno: Alex.
San Francisco ospita una delle più numerose comunità asiatiche negli Stati Uniti. La sua Chinatown è seconda solo a quella di New York.
I nove racconti che costituiscono Afterparties raccontano un lato degli Stati Uniti, la San Francisco in cui vive la comunità asiatica, tra immigrati, rifugiati politici e figli di seconda generazione, che raramente gode di rappresentazioni sui media.
I protagonisti di questi racconti assomigliano all’autore: di origine cambogiana e omosessuali, sono costretti a fare i conti con le proprie origini. Soprattutto, contravvengono allo stereotipo virtuoso del “bravo immigrato asiatico” impegnato in una carriera di successo nei campi della medicina e della giurisprudenza.
Al contrario, in Afterparties vengono illustrate dinamiche quali il trauma dell’immigrazione e il conseguente transnazionalismo, il dolore della memoria e il peso dell’eredità, familiare e nazionale, la scissione e lo smarrimento dell’identità. Al cuore di questo dolore collettivo risiede il genocidio cambogiano, avvenuto tra il 1975 e il 1979 per mano dei Khmer rossi di Pol Pot e costato la vita a milioni (da 1,5 a 3) di civili.
Come dice il titolo, Afterparties (dopofesta, ndt.), quando i racconti iniziano, la festa è finita. Questa raccolta non è che un tentativo personale di fare i conti con un trauma collettivo, descrivendo le vite di chi ha dovuto fuggire da un genocidio e intraprendere una seconda vita in un paese straniero, con usanze e lingue diverse.
Le proprie origini e il proprio passato assomigliano qui al concetto di hauntology secondo il filosofo Mark Fisher: degli spettri sempre presenti. Nel racconto “Somali Serey, Serey Somali” uno dei personaggi è una donna vissuta durante il genocidio di Pol Pot e finita a partorire tra i campi di riso con una mano premuta sulla bocca per non farsi sentire dalle guardie del regime. In “Tre donne del Chuck’s Donuts”, la protagonista Tevy vede entrare ogni notte lo stesso uomo nel suo negozio di ciambelle e, quando sua madre le dice che è sicuramente khmer, l’identità di quell’uomo diventa per lei diventa una vera e propria ossessione. Il tono della narrazione tuttavia non è mai contrito. Lo stile è limpido, fresco, a tratti irriverente. Ricorda molto la personalità di Anthony Veasna So, che su X aveva adottato il nickname di “tall and tan Ocean Vuong” (Ocean Vuong alto e abbronzato, ndt.), alludendo al celebrato poeta di origine vietnamita Ocean Vuong. Su Instagram, invece, aveva scelto il nickname @fakemaddoxjolie, facendo il verso al figlio adottivo di origine cambogiana di Angelina Jolie.
Veasna So, Anthony, Afterparties, Racconti, 2023
"Anthony Veasna So knew he was a star", da Vulture (data di ultima consultazione 12/09/25)
"La storia di Anthony Veasna So, Il talento letterario morto prima di esordire", da Rivista Studio (data di ultima consultazione 12/09/25)
Foto1 da The New York Times (data di ultima consultazione 12/09/25)
Foto2 da HarperCollins (data di ultima consultazione 12/09/25)