In un’intervista rilasciata nel 2017 al Miami New Times, David Sedaris dichiarava di non voler essere chiamato funny (divertente, ndr.). Ciò nonostante, è considerato all’unanimità uno degli umoristi più brillanti e divertenti a livello globale. La sua comicità ha trovato in libri, programmi radiofonici e articoli i mezzi di espressione prediletti ed è basata sul racconto di episodi dichiaratamente autobiografici: dai numerosi mestieri svolti mentre cercava di sbarcare il lunario (tra cui il netturbino e l’elfo di Natale da Macy’s), fino alla relazione pluridecennale con il compagno Hugh. Tuttavia è soprattutto la famiglia d’origine a fornire la maggiore – e la più divertente – quantità di materiale comico.
David Raymond Sedaris nasce a New York il 26 gennaio 1956, secondo di sei fratelli (Lisa, Gretchen, Amy, Tiffany e Paul). Nasce in una famiglia greca ortodossa, secondogenito per nascita e, a suo dire, terzo per senso dell’umorismo, dopo Amy (comica e scrittrice lei stessa) e Paul. Il padre, Lou Sedaris, è un ingegnere della IBM appassionato di jazz. La madre, Sharon, è di origine anglo-americana, soffre di alcolismo e muore nel 1991. Determinante nella vita del Sedaris bambino e nella scrittura del Sedaris adulto è il trasferimento a Raleigh, nel North Carolina.
Lì è costretto a vedere una logopedista ogni giovedì a causa di un difetto di pronuncia della lettera S. Poco male: queste visite lo ispirano nell’acclamato Me parlare bello un giorno (2004).
Dopo il diploma presso la Jesse O. Sanderson High School inanella una serie fallimentare di esperienze in vari college (Carolina University, Kent State University) che non porta mai a termine. Una svolta avviene col trasferimento a Chicago, dove frequenta la High School of the Art Institute e si laurea nel 1987. Durante i suoi anni a Chicago viene scoperto dal presentatore radiofonico Ira Glass, che lo ascolta leggere stralci del suo diario in un nightclub. Gli stralci sono ovviamente esilaranti e Glass gli affida una rubrica radiofonica. Come ricorda in un’intervista a Lampoon Magazine, in quel periodo a Chicago faceva qualsiasi tipo di lavoro: imbianchino, carpentiere, elettricista. Dopo quegli spettacoli a Chicago, le cose cambiano.
Si trasferisce a New York e gli viene affidato un programma radio nazionale, passando da un pubblico di circa seicento persone a una platea di dieci milioni di spettatori. A New York attira le attenzioni di agenzie pubblicitarie, produttori cinematografici, editori e agenti letterari e inizia a scrivere per il New Yorker. Dopo essere stato scoperto da Glass gli viene infatti affidato uno spazio sulla NPR, Santaland Diaries, in cui lo scrittore, appena 35enne nel 1992, rievoca la sua esperienza di elfo presso i magazzini Macy’s. Glass ricorda di aver capito subito di trovarsi davanti a qualcosa di speciale.
Il successo è immediato e Sedaris diventa un autore di culto. Il confine tra la biografia di Sedaris e i suoi lavori non è chiaro: non sappiamo con precisione quante libertà narrative Sedaris si sia preso nei suoi aneddoti.
Quel che è certo è che emergono due macrotemi, la famiglia e l’omosessualità, entrambi oggetto di articoli e libri. Delle difficoltà relative all’essere – e soprattutto crescere – in quanto omosessuale in North Carolina, in un ambiente greco e ortodosso, scrive nel 2015, in un pezzo pubblicato sul New Yorker, “A Modest Proposal”. Con l’ironia che lo ha sempre contraddistinto, racconta di come tutte le fantasie giovanili riguardanti un’unione con una donna terminassero con la morte di essa, solitamente per malattia, finché a vent’anni non ha fatto coming out. Racconta anche che sua madre è morta prima del suo coming out e che una volta gli diede della femminuccia.
Oggi Sedaris è in una relazione pluridecennale con il pittore e regista inglese Hugh Hamrick, per amore del quale si è trasferito nel West Sussex, dove conduce una vita talmente esemplare da aver meritato l’elogio della Regina Elisabetta grazie alla sua virtuosa abitudine di raccogliere i rifiuti per strada (la vita reale di Sedaris ormai sembra un racconto di Sedaris).
Se il suo rapporto con la propria omosessualità è all’insegna della serenità, quello con la sua famiglia di origine ha attraversato momenti turbolenti, segnati in particolare dal suicidio della sorella Tiffany: “era solo una questione di quando, non di se”, commenta Sedaris a Lampoon Magazine. Tiffany soffriva di disturbo bipolare e al momento della morte aveva tagliato i ponti con i genitori e i fratelli, esclusi nel testamento dal diritto di riavere le sue spoglie e persino di partecipare al suo funerale.
Con Sedaris ogni cosa, dalle grandi disgrazie ai più insignificanti episodi della vita quotidiana, può essere resa un racconto comico. Non diversamente da come raccoglie i rifiuti, l’autore americano colleziona fatti più o meno buffi e li trasforma in racconti comici, ma altrettanto capaci di contenere anche ironie feroci. Dignità letteraria è stata conferita anche ai suoi diari, pubblicati in due volumi: uno che copre gli anni dal 1997 al 2003 (A theft by founding), l’altro quelli dal 2004 al 2020 (A Carnival of Snickery).
Sedaris è uno scrittore eclettico e dallo stile fluido ma mai noioso, capace di modulare abilmente il tono del discorso senza mai scadere in battute scontate o retoriche facili. Come tanti suoi colleghi, anche lui ha dovuto fare i conti con il politicamente corretto, la cancel culture e le culture wars che dividono il mondo occidentale.
Da un'intervista al Corriere della Sera rilasciata a Marzo 2025 emerge un autore che rispetta la sensibilità del pubblico, ma che è altrettanto determinato a far valere la sua indipendenza di pensiero. Se da un lato riconosce che la pandemia influisce sul senso dell’umorismo delle persone, che tuttora soffrono delle sue conseguenze, dall’altro rivendica di non aver cambiato la sua ironia. Ha inoltre dichiarato di non apprezzare l’etichetta di “scrittore gay”: “Vent'anni fa, sarei finito nella sezione gay della libreria solo perché usavo la parola fidanzato. Senza offesa, ma non era lì che volevo stare. Volevo stare con gli altri libri: non con quel ghetto”.
Sedaris, David, Me parlare bello un giorno, Mondadori, 2004.
David Sedaris on his life without father, da Lampoon Magazine (data di ultima consultazione: 07/08/25)
The surprising origins of 'Santaland Diaries,' an NPR tradition now in its 30th year, da NPR (data di ultima consultazione: 08/08/25)
Il politicamente scorretto è correttissimo, da Il Corriere della Sera, La Lettura (data di ultima consultazione: 08/08/25)
A Modest Proposal, dal The New Yorker (data di ultima consultazione: 08/08/25)
Foto 1 da The Guardian (data di ultima consultazione: 08/08/25)
Foto 2 da NPR (data di ultima consultazione: 08/08/25)
Foto 3 da Wikipedia (data di ultima consultazione: 08/08/25)