Giulia Panella
Kate Winslet, consacrata alla fama grazie al colossal Titanic (1997), è la coprotagonista anche di un'altra pellicola che ha lasciato il segno nel mondo della proiezione sul grande schermo: Eternal Sunshine of a Spotless Mind, uno dei maggiori successi cinematografici sceneggiati da Charlie Kaufman.
Winslet interpreta Clementine Kruczynski, coinvolta insieme a Joel Barish (Jim Carrey) in una storia d’amore ormai finita, ma che in qualche modo ancora li tiene legati. I due decidono di cancellare dalla propria memoria la loro relazione grazie a un’innovativa tecnica scientifica offerta da una clinica emblematicamente chiamata “Lacuna”.
Per sottoporsi alla procedura il paziente deve raccogliere tutti gli oggetti che abbiano un nesso con la persona che vuole dimenticare: prima di disfarsi di questo materiale gli esperti lo useranno per tracciare una sorta di mappa dei ricordi collegati a quella persona, per poi sradicarli uno a uno dalla mente del paziente. Il risultato è qualcosa di paragonabile a un lieve danno cerebrale o a una forte sbronza: lo smemorato si sveglierà una mattina e sarà come se quella persona, per lui, non fosse mai esistita. Nessun ricordo, nessun dolore.
È proprio in questo stato che Joel Barish si sveglia all’inizio del film, abbandonandosi a un insolito istinto che lo spinge a non andare al lavoro e saltare invece su un treno che lo porta al mare. Nello scenario quasi surreale del bagnasciuga innevato di febbraio, che ben si abbina all’atmosfera generale scelta per il film dal regista Michael Gondry, Joel disegna e scrive pensieri sul proprio diario, chiedendosi perché alcune pagine siano strappate.
Mentre fa i conti con questa strana sensazione che non riesce a spiegarsi, incontra Clementine.
L’entusiasmo e l’eccitazione portati dalla novità di questo incontro, però, cedono presto il passo alla consapevolezza che i due protagonisti si erano già conosciuti, si erano già amati e già feriti a vicenda, per poi decidere di dimenticarsi l’una dell’altro. Questa rivelazione prende velocemente forma nella mente dello spettatore: poco dopo questo incontro sulla battigia, infatti, una serie di flashback rivelano che entrambi si erano già sottoposti alla procedura; i personaggi invece, riusciranno a ricostruire l’accaduto solo alla fine del film, quando si troveranno faccia a faccia con la realtà, con se stessi e con il proprio passato.
Grazie a questo espediente narrativo, Kaufman fa del corpo del film il palcoscenico in cui si muove la psiche dei personaggi, tra subconscio e razionalità, alla scoperta del significato della memoria e del peso dell’oblio.
Clementine era stata la prima a decidere di sottoporsi alla procedura, mentre Joel vi ricorre quasi per ripicca solo dopo aver scoperto di essere stato cancellato dalla mente di lei. E così i due si dimenticano l’uno dell’altra, ma dimenticano anche parte del proprio percorso, le ragioni delle loro scelte, decidendo forse inconsapevolmente di privarsi del lascito fondamentale dell’esperienza. Kaufman, parafrasando l’insegnamento del buon vecchio Rafiki (da Il Re Leone), reitera quindi come concetto fondamentale l’idea per cui dal passato e dal dolore si può fuggire o si può imparare.
I personaggi di Eternal Sunshine of the Spotless Mind vivono storie che si ripetono e i cui protagonisti non cambiano, ma anzi ricadono nello stesso ciclo di eventi. Lo dimostrano Clementine e Joel, ma anche l’apprendista Mary e il dottor Howard: il fatto che lo stesso inventore della procedura di cancellazione ne viva in prima persona il fallimento non lascia margine d’errore rispetto all’idea che Kaufman sembra sostenere. Allora, per liberarsi da questo ripetersi delle situazioni - che si tende a fraintendere interpretandolo come “destino” - la memoria gioca un ruolo fondamentale.
È la memoria che, oltre ad aggiungere valore tanto al percorso quanto alla meta, permette di vedere un ordine nello scorrere delle cose, un senso.
In quest’ottica, Kaufman ribalta la citazione di Nietzsche ripetuta nel film: i veri beati non sono gli smemorati, ma coloro che invece ricordano, e ricordano specialmente i propri errori, perché è nell’atto di ricordare coscientemente che si trova, in potenza, la possibilità di riscatto. Allora anche l’incolpevole vestale di Pope (Eloisa ad Abelardo, 1717) non è poi così felice, ma piuttosto è prigioniera di se stessa e della propria scelta, e “l’infinita letizia della mente candida” si rivela per quello che è, ovvero un inganno, un’illusione, un artificio destinato a cadere.
Inserendo nella sceneggiatura ben due citazioni di questo calibro si corre il rischio di peccare di saccenza, come forse è capitato a Kaufman nel suo Sto Pensando di Finirla Qui (2020); invece in Eternal Sunshine of the Spotless Mind tanto la frase di Nietzsche quanto quella di Pope si inseriscono nello sceneggiato senza stridere minimamente né risultare pretenziose, ma piuttosto testimoniando ulteriormente la maestria di Kaufman, che gli è valsa l’Oscar come miglior sceneggiatura originale.
Kaufman dà voce all’introspezione di Joel, potente ma delicata, e dona ulteriore profondità alla figura di Clementine quando le fa ripetere con rabbia “Io non sono un’idea!”. Allo stesso tempo, la regia di Gondry asseconda la trama costruendo scenografie a volte disturbanti, riflesso delle dinamiche della mente di Joel, e a volte di una tenerezza infinita, come nella scena in cui inizia a piovere in salotto e Joel canta mentre Clementine ride riparandosi la testa con un libro.
Una scena, questa, che ha forse anche il ruolo di chiave di volta nella narrazione: finalmente Joel si accorge di non voler dimenticare Clementine e così è lei stessa, o meglio il ricordo che Joel ha di lei, a suggerire una strategia per sfuggire alla procedura di cancellazione. A partire da questo momento inizia una sequenza in equilibrio tra comicità e dramma in cui i due si nascondono insieme nei ricordi d’infanzia di lui, rivivendo anche momenti di sofferenza e vergogna che Joel non aveva mai condiviso con nessuno.
Alla fine, gli operatori di Lacuna hanno la meglio, riescono a scovare Clementine negli angoli più reconditi della mente di Joel e a cancellarla del tutto. Joel e Clementine, però, si incontrano di nuovo, tornano a conoscersi e a piacersi, e nonostante scoprano quale sia il loro passato e ascoltino le registrazioni delle cose orribili che avevano detto l’uno dell’altra prima di sottoporsi alla procedura, decidono comunque di darsi una seconda possibilità. Funzionerà?
Probabilmente no, ma non è questo ciò che importa.
Foto 1 da: wikipedia.org (data di ultima consultazione 20/07/21)
Foto 2 da: tasteofcinema.com (data di ultima consultazione 19/07/21)