Seminario di Diego Tatian: Spinoza ai confini: modernità, esotismo e democrazia

6, 7 e 8 novembre 2023 dalle 16:30 alle 19:00

  • Data:

    06 NOVEMBRE
    -
    08 NOVEMBRE 2023
     dalle 16:30 alle 19:00
  • Luogo: Aula I Zamboni 38; Aula I Zamboni 33

  • Tipo: spinoza-e-le-filosofie

 6 novembre 2023, aula I, via Zamboni 38, 16:30 – 19:00

7 novembre 2023, aula I, via Zamboni 38, 16:30 – 19:00

8 novembre 2023, aula 1, via Zamboni 33, 16:30 – 19:00

  1. Questo seminario (tre sessioni di due ore ciascuno) si avvale di due nuclei di discussione che collegano "sponde" - geograficamente e temporalmente opposte - in cui si può trovare la presenza della filosofia di Spinoza: la "Cina" (l'Estremo Oriente) e l'America Latina (l'Estremo Occidente).   

    Il termine "Cina" non allude a uno studio delle menzioni che possono esistere nel corpus spinoziano sul paese asiatico, sulla filosofia cinese e sui cinesi in generale (ce n'è solo una, benché molto importante, verso la fine del capitolo III del Trattato teologico-politico), né si concentra sulla ricezione e sulla circolazione della filosofia di Spinoza in Cina e tra i filosofi cinesi, come potrebbe suggerire il titolo, ma ha piuttosto due altri obiettivi.  

    Usando la parola "cinese" metaforicamente, come sinonimo di esotico, come tutto ciò che cade al di fuori dello sguardo, sconosciuto e non familiare, intendo in primo luogo fare una breve rassegna dello strano nel pensiero di Spinoza: cinese, ma anche turco e giapponese.  

    In secondo luogo, intendo indagare il profuso e stretto legame instauratosi tra i sintagmi "filosofia dei cinesi" e "filosofia di Spinoza" nei dibattiti filosofici del XVII e XVIII secolo (che coinvolsero autori come Pierre Bayle, Nicolas Malebranche, Gottfried Wilhelm Leibniz, Christian Wolff e più tardi gli autori dell'Encyclopédie), che era stata innescato da resoconti e notizie provenienti dalle missioni gesuite in Cina dai testi di Mateo Ricci, giunto nel Paese asiatico nel 1583 per intraprendervi il suo lavoro missionario, e in particolare dai padri Niccola Longobardi e Antonio de Santa María Caballero, tra gli altri. 

    Ciò che è in discussione nei testi dei filosofi moderni sulla Cina non sono solo le caratteristiche di una cultura aliena, ma anche, sotto questo nome, una minaccia interna all'Europa stessa costituita dallo spinozismo e dai vari libertinismi da esso ispirati. Questa minaccia è quella dell’ateismo e dell'autonomia della ragione dalla religione rivelata per stabilire una filosofia, una politica e una morale. La Cina implica non solo l'Altro rispetto al cristianesimo, ma anche una sorta di invariante o ricorrenza nel tempo e nello spazio del pensiero che concepisce l'eternità di un essere unico come principio filosofico. Nel XVII e XVIII secolo, Spinoza e la Cina designano la stessa minaccia alla rivelazione che incombe sull'Europa, rispettivamente interna ed esterna (ma anche una conferma dell'universalità che investe la ragione umana).  

    L'altra sponda da considerare è la deriva tracciata dalla filosofia di Spinoza in America Latina. Proporrò innanzitutto una breve ricognizione di quello che lo studioso colombiano Sebastián Pineda Buitrago ha definito il "fattore latino-americano dello spinozismo" (il sogno di un certo “nero e irsuto brasiliano che non avevo mai visto prima" di cui Spinoza parla nella lettera a Balling del 1664); le avventure di Antonio de Montezinos sulle Ande (il cui resoconto sulla "scoperta" di una delle tribù perdute di Israele spinse Menasseh ben Israel a scrivere il libro Speranza di Israele); il documento che denuncia all'Inquisizione il frate colombiano Fray Tomás Solano y Robles, ecc. In secondo luogo, considererò l'attuale ricezione politica di Spinoza da parte dei ricercatori latinoamericani, le sue particolarità e la rilevanza dello spinozismo per l'attuale costruzione della democrazia. 

     

Il seminario sarà tenuto in italiano