La politica come etica. Il pensiero anarchico di Spinoza di Sara PROVENZANO

Tesi di Laurea Magistrale, a.a. 2021/2022

 

INTRODUZIONE

L’interpretazione critica di Spinoza della seconda metà del secolo scorso, nel tentativo di risolvere le difficoltà insite nel capitolo sulla democrazia nel Trattato politico appare polarizzata in due soluzioni opposte, entrambe insoddisfacenti, che per comodità possiamo descrivere come liberale e neomarxista. Nell’interpretazione liberale, rappresentata in Italia da Paolo Cristofolini, lo spinozismo appare come una filosofia per la salvezza di pochi, esaltazione dell’intelletto della singolarità autonoma e attiva del saggio, il quale soltanto può divenire guida, in fondo paternalistica, di una moltitudine altrimenti incapace di auto-educarsi. Contro questa prospettiva e apparentemente agli antipodi di essa, vi è l’interpretazione neomarxista, rappresentata in particolare da Antonio Negri, che mette al centro il concetto di “moltitudine” e vede nello spinozismo un nuovo strumento politico per l’azione di essa, e in Spinoza il garante della potenza dei molti contro l’egemonia dei pochi. In questo lavoro cercheremo di dimostrare una prospettiva che supera queste due soluzioni opposte, e dalla quale, anzi, esse mostrano una sorprendente analogia.

 

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