Intervista a cura di Elia Pupil ed Eduardo Serna
Antonino Pennisi è un filosofo e linguista italiano, attualmente professore all’Università di Messina, presso cui è titolare della cattedra di filosofia del linguaggio.
I suoi interessi riguardano prevalentemente la psicopatologia del linguaggio e, più in generale, la relazione tra linguaggio, evoluzione e cognizione umana
Da dove è nata questa esigenza di usare Spinoza all’interno delle scienze cognitive?
L’occasione è stata la lettura del libro di Damasio – Looking for Spinoza: Joy, Sorrow, and the Feeling Brain – perché Spinoza l’avevo prima studiato come filosofo, ma non l’avevo mai pensato come un possibile neuroscienziato. Dopo quella lettura, come capita sempre quando leggi un bel libro, mi sono incuriosito e ho divorato tutto Spinoza. È diventata una mia passione e l’ho sottoposto ad una lettura intensiva, perché quando un filosofo mi interessa mi procuro tutte le sue opere, e mi costruisco le concordanze lessicali in modo che modellizzo ogni ambito semantico. Infine lo rileggo com calma. Spinoza, per me, è un’icona etica, perché incarna il mio ideale di razionalismo e naturalismo assoluti.
Lei parlava della sua volontà di ricercare Spinoza anche nell’ambito del politico…
Sì, dopo che ho scritto il libro ho continuato a rileggere le sue idee e la sua influenza politica, e non escludo che in uno dei prossimi libri ne parlerò, ma devo capire come riportarlo all’attualità. Per es. Spinoza si presta a una discussione sulla biopolitica e sulla felicità sociale. Mi piace leggere i classici, ma per risolvere dei problemi attuali.
Questo si connette molto con la sua tematica della solitudine?
Lui è un'icona etica anche per questo, perché ha saputo condurre tutta la sua vita in solitudine. Chi aveva amore per la ragione e solo per la ragione era completamente solo. Anche quei pochi amici che lo aiutarono sono finiti male dato che erano perseguitati essendo suoi seguaci, Un altro aspetto etico molto importante è il valore dell’argomentazione, cioè la capacità di riuscire a ragionare e spiegare sino alla chiarezza ultima, “geometrica”. Per far questo la compagna della solitudine è essenziale.
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