Cosa sono i Principia philosophiae cartesianae? di Homero SANTIAGO

 

 

Con la comparsa dei Saggi e del Discorso sul metodo (1637), ha inizio il periodo di pubblicazione delle principali opere di Descartes, che si prolungherà fino al 1649, con le Passioni dell’anima. Nell’arco di questi dodici anni, a poco a poco la nuova filosofia acquisisce sempre più importanza nel panorama intellettuale europeo: le sue tesi si diffondono ampiamente per il continente e, a rimorchio, si generano dispute, polemiche e divieti. È in Olanda, giovane repubblica al centro dell’intellettualità dell’epoca grazie alla sua liberalità e residenza di Descartes per buona parte della sua vita, che il cartesianismo provoca più rumore. A differenza della Francia, dove la dottrina del filosofo si diffonde a margine delle università e delle scuole, la nuova filosofia segue qui subito le vie dell’istituzionalizzazione universitaria, e già alla fine della terza decade del XVII secolo le inflessioni cartesiane si fanno sentire nell’Università di Utrecht grazie ad Henricus Regius, professore di medicina teorica e botanica[1]. Il progresso nel terreno universitario, tuttavia, costa alla nuova filosofia alcune interdizioni e innumerevoli testi polemici, imprimendo al cartesianismo olandese una traiettoria tumultuosa che lo condurrà, malgrado lo stesso Descartes, ad una condanna pubblica. Ma non senza una buona dose di successo. Fra gli anni 40’ e 60’, infatti, la dottrina si diffonde con velocità, conquista alcuni professori, determina il contenuto delle discipline universitarie e, in misura ridotta, al netto di qualche aspetto polemico, finisce per costituire una specie di secondo senso comune per molti giovani universitari che non potevano più ignorarla[2].

 

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[1] Cfr. Verbeek, Descartes and the Dutch, 13 seg.

[2] Studiando l’ambiente intellettuale dell’Università di Leiden del periodo, Bordoli, Ragione e Scrittura tra Descartes e Spinoza, 17, menziona un «cartesianismo minimo, caratteristico dei cosiddetti novantiqui, il quale, soprattutto per quanto concerne la fisica, era penetrato in profondità negli ambienti scientifici nederlandesi e particolarmente nell’università di Leiden». Un altro fatto eloquente è che nella seconda metà del XVII secolo olandese i manuali scolastici di orientamento aristotelico smettono praticamente di essere pubblicati, facendo spazio a quelli ispirati al cartesianismo; cfr. Verbeek, “Gassendi et les Pays-Bas”.