Attraverso il Contemptus Dal disprezzo alla noncuranza: al crocevia di una definizione

testo a cura di Donato Impicciatore ,Giorgia Giustinelli, Riccardo Merigioli

Introduzione


Ciò che verrà esposto nelle pagine che seguiranno è il risultato di un lavoro di ricerca diretto ad indagare un tema invero poco approfondito dagli studi spinoziani ad oggi prodotti. All’interno del capolavoro dell’Etica, Spinoza tratta del Contemptus1 in soli due luoghi, che saranno presi in esame in questa sede, nella quale la questione sarà affrontata con più ampio respiro, cercando di oltrepassare in entrambe le direzioni, passato e futuro, l’epoca in cui scrive il pensatore di Amsterdam.
Pertanto, il primo capitolo sarà prevalentemente dedicato ad un’analisi etimologica e storico-filosofica delle occorrenze che il concetto di contemptus riveste nella filosofia antica e, come vedremo, in parte della letteratura. Il secondo capitolo assumerà invece un tono più teoretico, dal momento che sarà impegnato a sviluppare un confronto critico sul concetto tra il pensiero di Spinoza e quello di Descartes. Infine, il terzo ed ultimo capitolo indagherà la relativa fortuna del concetto spinoziano nell’ambito della filosofia moderna, mettendo in risalto anche le criticità e le ambivalenze che gli studi più recenti sulle emozioni hanno fatto emergere nell’indagine di quello che, nella nostra lingua, è conosciuto come disprezzo.
Questo lavoro si prefigura come un tentativo, non solo di messa in luce della difficoltà interpretativa del concetto spinoziano, ma anche come una proposta: è possibile ritenere che la traduzione del Contemptus con il termine “disprezzo” non renda giustizia alla definizione di Spinoza come, invece, potrebbe farlo il termine noncuranza.

 

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