antropologia dell'educazione, terza missione, progetti di ricerca
Il progetto ‘La notte dei guardiani’ è stata un’occasione ideale per gli studenti del corso di Antropologia Museale dell’Università di Bologna per fare esperienza e applicare all’oggetto museo il metodo della ricerca-azione.
I giovani ricercatori, già dopo una prima visita al Museo MAMBO di Bologna, hanno scelto di rivolgere la propria attenzione su un aspetto insolito del museo, quello del personale volontario che presta servizio per la salvaguardia delle opere all’interno di esso. Il metodo di ricerca si è rivelato produttivo in quanto ha permesso ai volontari coinvolti nel progetto di divenire ‘attori’ ed ‘esperti’ del processo indagato.
I guardiani di sala costituiscono di fatti un corpo imprescindibile all’interno del personale del museo, che tuttavia passa spesso inosservato. La ricerca è stata un’occasione dapprima per conoscere e, in seguito, per comunicare una prospettiva diversa nei confronti dell’arte contemporanea e del museo quale ‘soggetto sociale da incontrare’, non solo ‘oggetto da vedere’. La possibilità di ascoltare e incontrare la voce dei guardiani si è concretizzata attraverso l’opera "Il guardiano" di Francesca Incoronato (vedi foto).
L’opera ci indica un’azione quale esperienza di decentramento rispetto alla ribalta delle opere esposte, permettendo di adottare una prospettiva solitamente invisibile (e spesso ignorata) del museo: quella del personale volontario e della loro ‘postura’ (fatta di conoscenze, competenze, abilità, sguardi, modi di fare), determinante e imprescindibile per la vita del museo stesso.
Immagine: Il Guardiano. Museo Mambo Bologna. Opera di Francesca Incoronato.
La libera partecipazione dei soggetti è l’asse portante da cui nasce un gruppo che fa ricerca e azione. La metodologia di ricerca-azione si è rivelata produttiva poiché ha permesso ai soggetti coinvolti nel museo (volontari del museo) di divenire ‘attori’ ed ‘esperti’ del processo indagato e fuoco dell’attenzione dei ricercatori.
Alcuni concetti chiave della ricerca-azione come processo sono: ricercatore collettivo, il soggetto della ricerca è costituito dal ricercatore e da tutti gli attori implicati; cambiamento: scopo della ricerca non è la conoscenza fine a se stessa ma l’introduzione di cambiamenti in una pratica; negoziazione: dinamica relazionale; processo: trasformazione in itinere; autonomia e compartecipazione dei soggetti.
Inoltre, riteniamo che la scientificità del metodo sia adatta al contesto indagato in quanto, più che nel rigore dei dati, che sono oltremodo importanti, il valore del metodo risiede nelle teorie dell’ascolto sensibile nelle scienze umane. Si tratta di un metodo pertinente per co-produrre senso insieme a coloro che fanno parte dell’ambiente e che non intendono essere privati del proprio sapere esperienziale.
Immagine: La ribalta dei Guardiani. Museo Mambo, Bologna.
Dopo una prima visita al museo Mambo, il gruppo di ricerca ha scelto di focalizzare l’attenzione sul personale volontario che presta servizio per la salvaguardia delle opere all’interno del museo. Tale scelta implica un’esperienza e un’azione di decentramento rispetto al punto di vista centralizzato solitamente rappresentato dalle opere esposte e dall’autorità del personale che fa da guida al museo.
La ricerca di informazioni sulle modalità formative e di reclutamento del personale è stata pertanto parte della ricerca nella la realizzazione di diversi compiti quali:
conversazioni e interviste al personale volontario (dialoghi e conversazioni informali, interviste semi strutturate, riprese video); raccolta di dati sulla conoscenza esplicita ed implicita del personale del museo; osservazione delle dinamiche implicite dei volontari che hanno il compito di sorvegliare e tutelare le opere esposte; ricerca sui modi di reclutamento del personale e sulla loro provenienza; deontologia professionale e formazione del personale; storie di vita, memorie negli/degli spazi del museo; raccolta di narrazioni sulle opere esposte dal punto di vista del personale e aneddoti sulle relazioni tra opere e visitatori.
Immagine: Museo Mambo, Bologna
Il materiale raccolto, unitamente all’esperienza di ricerca, si è caratterizzato da tre principali fasi che sono strettamente intrecciate tra loro:
- Esperienza di apprendimento su cosa significhi fare ricerca-azione per un gruppo di studenti volontari del corso di antropologia museale;
- Il materiale raccolto, visionato e coordinato dalla docente, è divenuto un percorso museale per i visitatori della notte dei ricercatori mettendo in scena le narrazioni del personale volontario.
- Restituzione della ricerca al Museo utile a conoscere e ad evidenziare parti non note e al miglioramento della comunicazione e della didattica museale.
Si ringraziano tutti i guardiani di sala del Museo MAMBO, senza il cui lavoro il museo non sarebbe accessibile e le opere rimarrebbero non viste. Si ringraziano inoltre gli studenti del corso di Antropologia Museale coordinati dalla docente Roberta Bonetti, che hanno reso possibile la ribalta dei guardiani di sala: Annalisa Faro, Francesco Giannini, Valeria Iocchi, Primavera Leggio, Alessandra Mangatia, Erica Mendoza, Monica Mucedda, Michele Pollina, Satya Tanghetti, Andrea Zarrilli.
Immagine: I ricercatori a Catania per la presentazione della ricerca nel corso del Convegno SIAA 2018.