Migranti, Energia e Diritti Umani: le difficili relazioni UE-Bielorussia

Nel corso degli ultimi mesi, i già complicati rapporti tra UE e Bielorussia si sono ulteriormente deteriorati. Giovedì 10 Febbraio, all'interno di Europa Sul Sofà hanno approfondito la questione Fabio Massimo Castaldo, Michela Ceccorulli, Francesco Privitera e Stefano Bianchini.

  • Data: 10 FEBBRAIO 2022  dalle 18:00 alle 19:00

  • Luogo: Online - Evento online

  • Tipo: L'Europa sul sofà

Nel corso della terza puntata dell’Europa sul Sofà andata in onda lo scorso 10 Febbraio si è discusso delle difficili relazioni tra l’Unione europea e la Bielorussia, con focus la crisi migratoria, l’approvvigionamento energetico e il rispetto dei diritti umani. Hanno partecipato alla discussione i docenti dell’Università di Bologna Michela Ceccorulli, Stefano Bianchini e Francesco Privitera.

Crisi migratoria ai confini tra Polonia e Bielorussia: a che punto siamo?

Il tema dei migranti è stato analizzato dalla Professoressa Ceccorulli, che subito ha fatto notare come oggi si parli in continuazione di questa crisi migratoria ma, quello che va sottolineato in principio, è che questa è una crisi umanitaria che è stata gestita come crisi migratoria. Questo lo possiamo comprendere guardando ciò che affermano i dati Frontex: i tentativi illegali di attraversare il confine sono stati circa 8.000, quelli effettuati sulla rotta del Mediterraneo circa 60.000. Questo ha permesso all’Unione di prendere provvedimenti emergenziali in quanto è stata percepita come una situazione di minaccia alla sicurezza europea. La situazione oggi è critica in quanto si intreccia ad una serie di altre questioni che riguardano geografia dell’area e geopolitica: ossia quelle che sono le tensioni pregresse tra gli stati coinvolti e i rapporti tra l’Unione Europea e gli attori della regione, compresa la Russia.

 

Che tipo di paese è la Bielorussia, qual è il contesto?

Il Professore Bianchini ha fornito un quadro generale dello stato Bielorusso. Di tutti i paesi che appartenevano all’area Sovietica, la Bielorussia è il paese storicamente e culturalmente più vicino alla Russia, per questo fino agli anni ’90 è stato definito un paese cuscinetto. Lukashenko è arrivato al potere nel 1994 e fin dall’inizio ha sempre insistito nel far coesistere una doppia identità del paese: non riteneva di far parte del contesto europeo quanto piuttosto si trovava più a suo agio con i vicini orientali. L’insistenza da parte delle potenze europee soprattutto in merito al rispetto della condizionalità europea, ovvero il rispetto di determinate regole per poter avere accesso agli aiuti comunitari, ha spinto Lukashenko ad avvicinarsi nuovamente alla Russia a tal punto da firmare dei nuovi accordi che legano fortemente l’economia bielorussa a quella russa, rafforzando così ulteriormente la confederazione Russia-Bielorussia.

Quanto la posizione portata avanti dalla Polonia nei confronti dei migranti può influenzare la politica dell’Unione?

Con il Professore Privitera sono stati analizzati i possibili effetti della posizione polacca sulle politiche portate avanti dall’Unione. In primo luogo, bisogna sottolineare come per la Polonia ci sia un problema legato all’esasperazione del carattere nazionale polacco. I migranti all’interno del paese vengono definiti come “attaccanti”, vi è un problema di accoglienza in particolare nei confronti della popolazione islamica, in quanto mina le caratteristiche fondamentali della società polacca, ossia la presenza della religione cattolica ed una sorta di supremazia bianca. Questa situazione ha messo in discussione l’Unione, non potendo disconoscere l’atteggiamento polacco, essendo l’Unione stessa caratterizzata da un approccio ambiguo nei confronti dei processi migratori. Questo ha un effetto boomerang su tutto il sistema istituzionale europeo e sui valori fondanti dell’Unione

 

Come vengono sfruttate le debolezze strutturali dell’Unione nella migration diplomacy?

Sempre rimanendo in tema di migrazioni, la Professoressa Ceccorulli ha affrontato il tema della “migration diplomacy”. Oggi si può riconoscere un utilizzo costante della migrazione per scopi che non riguardano strettamente la gestione dei flussi migratori, perlomeno per chi utilizza in maniera primaria e preventiva questo strumento. Si è sviluppato un dibattito sul perché i paesi democratici siano più deboli rispetto al tentativo di ricatto da parte di paesi terzi; la risposta sta nel fatto che le democrazie sono responsabili di fronte l’opinione pubblica. Si tratta di paesi che condividono determinati valori e diritti che intendono rispettare e questo rende il dossier migratorio particolarmente difficile da gestire. Questo è stato molto evidente durante la crisi del 2015, quando Lukaschenko ha tentato proprio di andare in questa direzione: utilizzare i migranti come moneta di scambio o minaccia; ma la situazione ora è diversa in quanto l’Unione si sta rendendo non ricattabile. In termini pratici assiste finanziariamente i paesi direttamente coinvolti, interviene tramite le proprie agenzie, adotta una serie di misure sanzionatorie contro agenzie che offrono servizi di trasporto verso l’Unione. A questo punto sembra che la protezione dei confini sia più importante della protezione internazionale.

 

Cosa ci possiamo aspettare nell’evolversi dei rapporti tra Ue e Bielorussia?

Infine, il professor Privitera ha dato una panoramica generale sulle future relazioni Ue-Bielorussia. Da un lato possiamo prevedere che la Bielorussia andrà incontro ad una transizione nei prossimi anni, Lukashenko non potrà più governare nel modo in cui l’ha fatto finora. Come questa transizione possa portare ad una stabilizzazione dei rapporti è ancora da vedere. Uno dei problemi più noti è che l’Unione non ha una politica condivisa della situazione, per gestire queste relazioni ci vorrebbe una coesione interna che al momento non è presente. Il vero problema principale è, però, che l’Unione dovrebbe trovare una soluzione nelle sue relazioni con la Russia. Le loro relazioni oggi sono al punto più basso, la regione può trovare un accomodamento solo tramite una cooperazione tra Russia e Unione a lungo termine.

Clelia Casonato
EU Junior Expert

Migranti, energia e diritti umani, le difficili relazioni UE-Bielorussia