Fra le numerose iniziative culturali organizzate dall’Istituto Confucio negli ultimi 10 anni, spicca la collaborazione con la Fondazione Cineteca di Bologna con la quale sono state organizzate proiezioni, retrospettive e rassegne sul cinema cinese moderno e contemporaneo. La collaborazione ha portato a Bologna e in Italia per la prima volta l’opera di importati cineasti cinesi del Novecento. In particolare: nel 2010, in collaborazione con il China Film Archive di Pechino, è stata organizzata una retrospettiva del regista Fei Mu (1906-1951) nell’ambito della quale è stato proiettato per la prima volta in Europa il film Confucius restaurato dall’Hong Kong Film Archive; nel 2014, in collaborazione con lo Shanghai Film Museum, è stata organizzata la rassegna cinematografica “Omaggio a Xie Jin - un maestro del cinema cinese”; nel 2018, con la partecipazione del Centre de documentation et de recherché sur le cinéma chinois de Paris, il festival “Il Cinema Ritrovato” della Cineteca, ha ospitato una sezione intitolata “La rinascita del cinema cinese (1941-1951)”.
Con piacere segnaliamo la 34esima edizione o... Il Cinema Ritrovato anno zero, che si terrà a Bologna dal 25 al 31 agosto 2020.
In particolare, l'Istituto Confucio segnala alcuni imperdibili appuntamenti dedicati al cinema cinese. La sezione Cinemalibero presenta un numero importante di film restaurati per vie tortuose, dopo lunghe ricerche, superando gli enigmi della censura e la scarsità degli elementi disponibili: tra questi, Xiao Wu (Cina, 1997), noto anche come The pickpocket, del regista Jia Zhang-ke. Si tratta senz'altro di una delle opere più suggestive e compiute che hanno visto la luce nella Cina degli anni Novanta: realizzato con budget ridotto e animato da un cast composto interamente da attori non professionisti, Xiao Wu veicola una rivendicazione significativa del cinema cinese indipendente e 'underground'. Per Jia Zhang-ke tale tappa costituisce un esordio trionfale nella carriera registica, dove il Jia si scopre capace di allontanarsi dalla dimensione dell'osservazione sociale, a favore di quella psicologica, quindi capace di cogliere le verità spirituali sotto le superfici del quotidiano. Proseguiamo con la sezione Documenti e Documentari che accoglie un ritratto singolare del regista di The Pickpocket firmato da Walter Salles e che si intitola Jia Zhang-ke. A guy from Fenyang (Brasile, 2005). Salles intervista Jia nel 2007 alla Mostra de São Paulo, già con l'idea di realizzare un libro e un documentario sul regista. In A guy from Fenyang, Salles riflette profondamente sull'opera di Jia Zhang-ke sottolineandone la straordinaria capacità di restituirci la complessità della cultura che svela, nonché l'importanza dello strumento cinema per fissare nella memoria ciò che altrimenti rischierebbe di essere cancellato: i protagonisti sono, non a caso, persone comuni, cioé 'non detentrici di potere'. E in questo articolato dipinto, il tema della precarietà con l'uomo che affronta qualcosa che sembra più grande di lui è un leitmotiv piuttosto ricorrente, forse il tratto che più di ogni altro accomuna Xiao Wu con tutti gli altri personaggi di Jia Zhang-ke.
Per quanto concerne le modalità di accesso al Festival, segnaliamo che quest'anno, alla luce delle attuali norme anti-contagio, l’accesso alle proiezioni sarà consentito esclusivamente ai possessori dell’accredito (ad eccezione delle proiezioni in Piazza Maggiore che rimangono gratuite e aperte a tutti). Inoltre, per garantire il rispetto delle norme anticontagio, sarà necessaria la prenotazione alle singole proiezioni.
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