Data:
Luogo: Bologna
Tipo: 2020
L'Istituto Confucio di Bologna con grande piacere segnala la 34esima edizione o... Il Cinema Ritrovato anno zero, che si terrà a Bologna dal 25 al 31 agosto 2020.
Contro ogni aspettativa il festival riapre le sue porte in un periodo insolito per il pubblico abituato a seguirlo a fine giugno, ma non per questo meno invitante e sorprendente!
L’esperienza della pandemia ha lasciato, negli organizzatori, un desiderio fortissimo di ricongiungersi con la vita e con l’arte.
È stato l’arco di tempo più lungo dal 1895, dalla nascita della settima arte, in cui l’esperienza cinematografica che conosciamo – film proiettati su uno schermo, fruiti collettivamente – è stata sospesa. Ci si è resi conto, con sconcerto, che il cinema può davvero scomparire. Nel mantenere immutato lo spirito del Cinema Ritrovato, questa edizione vuole anche celebrare un nuovo incontro con il cinema. Cinema anno zero.
Sarà un’edizione più unica che mai: avendo a cuore prima di tutto la sicurezza di tutti, si è dovuto ripensare il festival e trovare nuove soluzioni a nuovi problemi. Paradossalmente, per compensare la ridotta capienza delle sale, il festival è stato ampliato e non ridotto: la programmazione si svilupperà in dieci sale, tra le quali ben tre arene all'aperto. Il risultato è il Cinema Ritrovato più grande di sempre.
Il programma è disponibile in allegato per il download.
In particolare, l'Istituto Confucio segnala alcuni imperdibili appuntamenti dedicati al cinema cinese. La sezione Cinemalibero presenta un numero importante di film restaurati per vie tortuose, dopo lunghe ricerche, superando gli enigmi della censura e la scarsità degli elementi disponibili: tra questi, Xiao Wu (Cina, 1997), noto anche come The pickpocket, del regista Jia Zhang-ke. Si tratta senz'altro di una delle opere più suggestive e compiute che hanno visto la luce nella Cina degli anni Novanta: realizzato con budget ridotto e animato da un cast composto interamente da attori non professionisti, Xiao Wu veicola una rivendicazione significativa del cinema cinese indipendente e 'underground'. Per Jia Zhang-ke tale tappa costituisce un esordio trionfale nella carriera registica, dove il Jia si scopre capace di allontanarsi dalla dimensione dell'osservazione sociale, a favore di quella psicologica, quindi capace di cogliere le verità spirituali sotto le superfici del quotidiano. Proseguiamo con la sezione Documenti e Documentari che accoglie un ritratto singolare del regista di The Pickpocket firmato da Walter Salles e che si intitola Jia Zhang-ke. A guy from Fenyang (Brasile, 2005). Salles intervista Jia nel 2007 alla Mostra de São Paulo, già con l'idea di realizzare un libro e un documentario sul regista. In A guy from Fenyang, Salles riflette profondamente sull'opera di Jia Zhang-ke sottolineandone la straordinaria capacità di restituirci la complessità della cultura che svela, nonché l'importanza dello strumento cinema per fissare nella memoria ciò che altrimenti rischierebbe di essere cancellato: i protagonisti sono, non a caso, persone comuni, cioé 'non detentrici di potere'. E in questo articolato dipinto, il tema della precarietà con l'uomo che affronta qualcosa che sembra più grande di lui è un leitmotiv piuttosto ricorrente, forse il tratto che più di ogni altro accomuna Xiao Wu con tutti gli altri personaggi di Jia Zhang-ke.
Per quanto concerne le modalità di accesso al Festival, segnaliamo che quest'anno, alla luce delle attuali norme anti-contagio, l’accesso alle proiezioni sarà consentito esclusivamente ai possessori dell’accredito (ad eccezione delle proiezioni in Piazza Maggiore che rimangono gratuite e aperte a tutti). Inoltre, per garantire il rispetto delle norme anticontagio, sarà necessaria la prenotazione alle singole proiezioni. Per tutte le info è possibile consultare la pagina ufficiale del festival oppure potete contattarci via email.