Andrea Vallone
Il 25 maggio del 1977 il trentatreenne George Lucas, reduce dai discreti successi di L’uomo che fuggì dal futuro (1971) e American Graffiti (1973), presenta una space opera destinata a rivoluzionare il cinema di fantascienza: Guerre stellari. Dall’esordio del primo film e con la prima trilogia, Lucas costruisce un marchio che ottiene un successo mondiale, confermato dalla seconda trilogia, dalle serie di videogames e graphic novels ispirate allo stesso universo, e dagli ultimi episodi nati sotto l’occhio della Disney (che acquista Lucasfilm nel 2012).
Il successo di Guerre stellari e della saga è tale che i fan decidono di dedicare una giornata alla celebrazione dell’universo ideato da Lucas, lo Star Wars day. In occasione della celebrazione dello Star Wars day, ripercorriamo la storia di questo evento e del successo della saga di fantascienza più popolare al mondo.
Il 4 maggio ricorre quindi la giornata della saga di Guerre stellari, lo Star Wars Day, in cui si celebra l’universo ideato da George Lucas con eventi e veri e propri raduni a cui partecipano fan provenienti da tutto il mondo.
Guerre stellari, il primo film della trilogia originale, fa il suo esordio nelle sale cinematografiche statunitensi il 25 maggio del 1977, ma da anni è stata selezionata la giornata del 4 per festeggiare la saga. La ragione alla base di tale scelta va ricercata nella popolarità del gioco di parole in inglese tra la celebre citazione «May the force be with you» («che la Forza sia con te») e la frase «May the forth be with you», causato dal doppio significato di «May» come «possa» o «maggio» e dall’assonanza tra «force» e «forth».
La storia di questa frase, tuttavia, non è legata all’universo di Guerre stellari, ma alla politica britannica. Viene utilizzata per la prima volta il 4 maggio del 1979, quando il partito conservatore si congratulò sul giornale London Evening News con Margaret Thatcher per la sua vittoria elettorale con queste parole: «May the forth be with you, Maggie. Congratulations».
Negli anni, la frase è divenuta sempre più popolare tra i fan della saga ideata da George Lucas, finché nel 2011 non è stata usata per celebrare Star Wars day proprio il 4 maggio a Toronto. Disney, dopo aver acquistato Lucasfilm nel 2012, ha sviluppato la giornata celebrativa dedicandole eventi in tutto il mondo e facendone un punto di forza del marketing.
La data è divenuta talmente popolare che in California, per esempio, il 4 maggio è divenuto ufficialmente un giorno di festa.
Oggi Star Wars ha raggiunto un successo epocale e indiscusso. Il primo film, Guerre stellari, è la quarta pellicola dal maggiore incasso della storia del cinema, mentre Brand Finance ha quantificato il valore dell’intero marchio Star Wars in 10 miliardi di dollari.
Eppure, prima dell’esordio nel 1977, in molti erano convinti che il film e l’universo ideati da Lucas si sarebbero rivelati un clamoroso fallimento. Lo stesso Lucas, che lavora alla stesura di una trama almeno dal 1973, è talmente sfiduciato dal pessimismo dei suoi collaboratori e degli attori che non partecipa alla première del film a Los Angeles e si rifugia invece nelle Hawaii, ormai certo dell’insuccesso.
Diversi attori, come Harrison Ford e Alec Guinness, riservarono aspre critiche ai dialoghi, per loro di scarsa qualità. Persino Brian De Palma, amico di lunga data di Lucas, dopo aver visto in anteprima Guerre stellari a casa del regista attacca duramente il film. Solo Steven Spielberg è entusiasta della pellicola e incoraggia Lucas, prevedendo per l’amico un inaspettato successo.
L’intuizione di Spielberg viene confermata dagli incassi al botteghino e dalle file dei fan fuori dai cinema. Lo scetticismo generale che circondava Guerre stellari si dissolve rapidamente e Lucas viene celebrato per aver dato vita a un universo che sarebbe rimasto nella storia. Il regista e ideatore di Star Wars vede così ripagato il grande lavoro che aveva portato avanti per anni.
Lucas, infatti, pensa di realizzare un film d’avventura fantascientifico già dal 1971 (prima di American Graffiti) e inizialmente tenta di comprare i diritti del personaggio di Flash Gordon, per produrre un adattamento cinematografico del fumetto di fantascienza ideato da Alex Raymond nel 1934. L’intenzione di Lucas era di realizzare un film prendendo spunto dal serial del 1936 che aveva portato Flash Gordon al cinema in episodi di 20 minuti proiettati settimanalmente.
L’acquisto sfuma per via dei costi troppo elevati, ma Flash Gordon esercita una forte influenza su Lucas, come testimoniano i titoli di testa in apertura dei film di Star Wars, tipici del serial del 1936.
Scartata questa idea, Lucas comincia a scrivere la prima sceneggiatura di Guerre stellari nel 1973, insieme all’amico Gary Kurtz. Il lavoro dura anni e Lucas modifica più volte la trama, superando il modello di Flash Gordon per lasciarsi ispirare da altre opere, come i film di Akira Kurosawa. In particolare, La fortezza nascosta del 1958 è tra le pellicole che hanno esercitato maggiore influenza su Lucas.
Il regista di Guerre stellari, infatti, trae la parola «jedi» dal termine giapponese «jidai-geki» che indica il cinema nipponico di genere storico e che narra solitamente vicende di samurai. L’influsso del film di Kurosawa, inoltre, si riscontra nei modelli narrativi di numerosi personaggi, come i droidi R2-D2 e C-3PO e Darth Vader.
Lo stesso elmo del celebre antagonista della trilogia originale è di ispirazione giapponese, poiché è tratto dal «kabuto», copricapo dell’armatura medievale dei samurai. Anche per l’ideazione della Forza, l’energia che tiene unita la galassia di Star Wars, Lucas ha tratto ispirazione da filosofie e spiritualità orientali, come taoismo, buddismo e confucianesimo.
Durante il processo di scrittura della sceneggiatura, Lucas è stato abile nel raccogliere tematiche e archetipi da numerose altre fonti, come il saggio L’eroe dai mille volti (1949) di Joseph Campbell. L’ideatore di Star Wars, infatti, assimila dalla lettura del saggista statunitense i modelli gli archetipi del viaggio dell’eroe, delle prove che deve affrontare, del fondamentale ruolo del mentore: tutte tappe del percorso di crescita dell’eroe indicate da Campbell.
Altre fonti d’ispirazione sono stati i film western, un genere che Lucas ha sempre amato e che ricalca nelle scene in pianeti desertici come Tatooine o nell’ideazione dei cacciatori di taglie. Non mancano poi legami tra Guerre stellari e la tradizione fantascientifica precedente: in particolare con il Ciclo di Dune (scritto tra il 1965 e il 1985) di Frank Herbert, il Ciclo delle Fondazioni (1951-1986) di Isaac Asimov e il film Metropolis (1927) di Fritz Lang.
Altre influenze, infine, sono di natura politica: è evidente, per esempio, la similarità tra Impero Galattico e il regime della Germania nazista.
Tutte queste influenze mettono a disposizione di Lucas grandi quantità di materiale a cui lavorare per ideare la sceneggiatura. L’ideatore completa una prima versione della trama nel 1974, altre due nel gennaio 1975 e nell’agosto dello stesso anno e, infine, elabora la quarta e ultima sceneggiatura preparata per l’inizio delle riprese di Guerre stellari nel 1976.
Lucas sfrutta questo lavoro di modifiche alla trama per sviluppare la storia dell’universo da lui ideato e il passato dei protagonisti, in modo da preparare altri film nel caso in cui il primo avesse avuto successo. Soprattutto, riesce a incanalare le tante influenze per dare vita a un universo talmente originale da risultare ormai immediatamente riconoscibile. È sufficiente il suono di una spada laser (arma per eccellenza dei cavalieri jedi o dei malvagi Sith) per evocare subito il mondo di Star Wars, con i suoi pianeti misteriosi e i suoi buffi droidi. Inoltre, la musica di John Williams è divenuta iconica dell’universo di Lucas ed è quasi impossibile immaginare Guerre stellari senza le sue leggendarie sinfonie.
Durante le riprese, circondato da uno scetticismo generale, Lucas adatta Guerre stellari come film unico e non come primo capitolo della saga. Tuttavia, il rapido trionfo al botteghino nel 1977 lo porta a riprendere la concezione di una trilogia.
Forte del successo globale di Guerre stellari, Lucas riprende il progetto di una trilogia e comincia a lavorare al secondo capitolo della saga a fine 1977. La scrittura della trama del nuovo episodio, che prende presto il titolo L’impero colpisce ancora, si rivela molto meno travagliata della composizione del primo capitolo.
Lucas inserisce nella sceneggiatura un colpo di scena fondamentale: la celebre scena in cui Darth Vader rivela a Luke di essere suo padre. La scrittura di questa sequenza ha degli effetti fondamentali per lo sviluppo di Guerre stellari, poiché è a questo punto che Lucas pensa seriamente di ampliare il background dei personaggi con l’intenzione di realizzare una trilogia prequel. L’impero colpisce ancora, dunque, passa dall’essere definito come episodio II a episodio V, mentre Guerre stellari viene adottato come termine che indica l’universo ideato da Lucas (e il primo film viene ribattezzato in Una nuova speranza).
La scrittura di questo V episodio (che debutta il 17 maggio 1980) viene poi completata da Lawrence Kasdan, il quale contribuisce molto anche all’elaborazione della trama del VI episodio, Il ritorno dello Jedi uscito il 25 maggio 1983. La trilogia originale si rivela un successo epocale, grazie a una storia molto coinvolgente di lotta tra il bene e il male che si chiude con la redenzione di Darth Vader e la sconfitta dell’imperatore.
I film lasciano un solco profondo nell’immaginazione dei fan e nascono fumetti e romanzi che ampliano le vicende di Guerre stellari e danno vita all’Universo espanso: ovvero, quella serie di storie ambientate nella galassia ideata da Lucas che vanno oltre le vicende narrate nei film.
Data la grande popolarità raggiunta delle storie dell’Universo espanso negli anni ‘90, Lucas decide di riprendere finalmente il progetto della trilogia prequel, accantonato per qualche anno per ragioni personali. Così, realizza i tre episodi precedenti alle vicende della trilogia originale: La minaccia fantasma, uscito il 19 maggio 1999, L’attacco dei cloni, che debutta il 16 maggio 2002, e La vendetta dei Sith, presentato il 15 maggio 2005 al Festival di Cannes.
Nonostante alcune critiche da parte dei fan, la creazione di Lucas si conferma un successo globale e la saga di Guerre stellari tocca vette di popolarità sempre più elevate, grazie anche alla realizzazioni di videogames e al fermento di storie nate nell’ambito dell’Universo espanso.
I pareri negativi riguardo ad alcuni tagli in fase di realizzazione degli episodi II e III amareggiano molto Lucas, al punto che decide di accettare l’offerta della Disney, che acquista così la Lucasfilm e tutti i suoi diritti per 4 miliardi di dollari. Il resto, è storia recente.
La Disney pianifica presto l’uscita di una nuova trilogia, strutturata in tre episodi. Il primo di questi, Il risveglio della Forza diretto da J. J. Abrams viene presentato il 14 dicembre 2015. Rian Johnson dirige e scrive invece Gli ultimi Jedi, che debutta il 15 dicembre 2017 negli Stati Uniti. Infine, L’ascesa di Skywalker, scritto e diretto nuovamente da Abrams, chiude la trilogia debuttando il 20 dicembre 2019.
La Disney, tuttavia, non lavora solo alla nuova trilogia ma anche a un più ampio sviluppo delle vicende di Guerre stellari e dei suoi personaggi. Vengono ideati così degli spin-off e degli episodi atti a riempire dei vuoti narrativi: Rogue One: A Star Wars Story, uscito nelle sale nel dicembre 2016, narra le vicende immediatamente antecedenti al IV episodio, focalizzandosi su un gruppo di ribelli che ruba i piani della Morte Nera, la temibile arma dell’impero.
Nel maggio del 2018, invece, viene presentato Solo: A Star Wars Story, un film che, rifacendosi fedelmente al genere fantawestern, ripercorre le avventure giovanili di Ian Solo e del suo inseparabile amico Chewbacca.
Tra alcuni fan della saga e la Disney, tuttavia, i rapporti si sono incrinati quando le storie dell’Universo espanso, realizzate da appassionati del mondo Star Wars, sono state relegate a «leggende» dalla compagnia. Queste narrazioni sono state definite non canoniche e in questo senso, dal punto di vista della saga, è come se non fossero mai accadute.
Così facendo, la Disney ha cancellato diversi avvenimenti raccontati in fumetti, romanzi e videogames, lasciando parte del canone solo la serie animata The Clone Wars - oltre alle trilogie cinematografiche.
La Disney, tuttavia, ha recentemente programmato di ampliare molto la produzione di contenuti su Guerre stellari, come dimostrano le tante serie TV in preparazione. A indicare la via è sicuramente The Mandalorian, serie che ha ottenuto un enorme successo e ha rilanciato da sola l’ardore e la speranza dei fan nei piani di Disney su Star Wars dopo la deludente trilogia sequel.
The Mandalorian, creata da Jon Favreau e Dave Filoni, riprende alcuni elementi essenziali dell’universo di Guerre stellari, che sembravano essere stati dimenticati nei film più recenti.
Innanzitutto, la serie ha come protagonista un cacciatore di taglie, Din Djarin (interpretato da Pedro Pascal), e non un personaggio in grado di percepire la Forza. La storia, che si pone nella linea temporale tra trilogia originale e sequel, si concentra dunque su aspetti di Star Wars meno esplorati.
La serie infatti recupera quella dimensione western, tanto nell’ambientazione quanto nei contenuti, che caratterizza molto anche la trilogia originale e che si è invece persa strada facendo nei film più recenti.
The Mandalorian, il cui primo episodio è andato in onda il 12 novembre 2019, coniuga alla perfezione una trama originale a elementi storici del mondo di Guerre stellari, che Favreau e Filoni hanno dimostrato di conoscere a fondo. Le vicende della serie, infatti, coinvolgono personaggi storici come Ahsoka Tano e Boba Fett, ma allo stesso tempo ne introducono di nuovi: come il bambino Grogu o lo stesso Din Djarin.
La trama, inoltre, è ben curata e attenta all’evoluzione dei personaggi. Il protagonista viene incaricato da un misterioso datore di lavoro che promette una paga nettamente superiore alla media.
Tuttavia, quando Din Djarin scopre di essere sulle tracce di un bambino e di stare lavorando per degli ex ufficiali imperiali, decide di non rispettare i suoi patti. Consegna il bambino per ricevere il pagamento della taglia, ma poi lo libera e lo porta via con sé.
Da qui, assistiamo a una graduale evoluzione del protagonista, che infrange i dettami della sua classe sociale (quella dei cacciatori di taglie) e si trova sempre più a disagio nel vivere come sicario a pagamento e diviene, piuttosto, una figura paterna che protegge il bambino ma anche i vari personaggi che incontra nei suoi viaggi e che lo ospitano.
Mando, come viene chiamato in quanto mandaloriano, è infatti inseguito da un ex ufficiale imperiale, Moff Gideon, che vuole impossessarsi del bambino per degli scopi misteriosi. Per contrastare questa minaccia, il protagonista stringe varie alleanze e, al termine della prima stagione, riesce a eludere le forze di Gideon, portando in salvo il bambino.
Nella seconda stagione, Mando incontra Ahsoka Tano e capisce che il bambino è sensibile alla Forza e che aveva cominciato un addestramento jedi, prima della caduta della Repubblica. Il cacciatore di taglie, su consiglio di Tano, tenta di contattare eventuali jedi rimasti nella galassia, con lo scopo di portare loro Grogu, affinché questo venga finalmente addestrato.
La terza stagione è prevista per il 2022, ma il successo della serie ha spinto la Disney ha ideare nuovi progetti che sono prossimi all’esordio su Disney+.
The book of Boba Fett, serie dedicata allo storico cacciatore di taglie presente sin dalla trilogia originale, è attualmente attesa per dicembre 2021, mentre nel dicembre 2020 sono state annunciate altre produzioni dedicate ad Ahsoka Tano e a Lando Calrissian (storico contrabbandiere, socio di Ian Solo). Soprattutto, c’è grande fermento tra gli appassionati per le riprese, cominciate ad aprile, di Obi-Wan Kenobi: la serie che si concentrerà sull’iconico maestro jedi, mentore di Anakin e Luke Skywalker.
The Mandalorian ha certamente infuso nuova linfa al mondo di Guerre stellari, che si era recentemente arenato su trame non soddisfacenti, poco originali ma anche poco attente alla tradizione della saga. Ora, con le nuove serie in produzione, i fan di Guerre stellari sono entusiasti come non lo erano da tempo.
Anche per il 2021, Star Wars day si celebra ancora per la maggior parte da remoto, a causa della pandemia che impedisce i soliti grandi eventi, ma è certamente circondato da grandi attese.
La speranza è che Disney costruisca nuovi contenuti sulla scia qualitativa di The Mandalorian, a partire dalla serie animata The Bad Batch, in uscita proprio questo 4 maggio. Favreau e Filoni, per riprendere il motto mandaloriano citato spesso dal protagonista «questa è la via», hanno indicato la strada giusta da percorrere.
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Foto 1 da wired.it (data ultima consultazione 19/07/21)
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Foto 4 da staynerd.com (data ultima consultazione 19/07/21)