Nuove model laws per un ecosistema giuridico che riconosce i diritti della natura

Nuove proposte normative da LUMEN che trasformano l’approccio ecosistemico in strumenti giuridici innovativi, riconoscendo i diritti della Natura e sostenendo politiche più eque e sostenibili.

Pubblicato il 04 dicembre 2025 | Modelli di Legge

Come può il diritto contribuire a rispondere alla crisi ecologica dell’Antropocene? E in che modo le conoscenze provenienti dalle comunità locali, dalle tradizioni indigene e dagli approcci ecologici integrati possono essere trasformate in norme giuridiche concrete, coerenti e applicabili? A queste domande risponde LUMEN che esplora il potenziale dell’approccio ecosistemico come colonna portante di un sistema giuridico globale, transculturale e capace di includere tanto la dimensione umana quanto quella non umana.

LUMEN parte da una premessa forte: nonostante l’attuale diritto ambientale sia oggi insufficiente a fronteggiare la complessità della crisi ecologica, il diritto resta una leva strategica per guidare trasformazioni sociali, culturali ed economiche. Grazie a un dialogo che unisce Europa, America Latina e Africa, il progetto ricostruisce il terreno comune esistente nelle diverse culture ecologiche e lo traduce in strumenti giuridici innovativi, pensati per supportare politiche pubbliche e legislazioni future.

All’interno di questa visione si colloca il laboratorio sulle Model Law, che raccoglie una serie di modelli open access elaborati nel corso del progetto per trasformare l’approccio ecosistemico in strumenti normativi immediatamente utilizzabili da enti pubblici, amministrazioni locali e comunità territoriali.

Il Modello di Dichiarazione dei Diritti del Fiume, elaborato dall’Unità di ricerca dell’Università di Trieste coordinata da Serena Baldin, introduce un quadro giuridico innovativo che riconosce i fiumi come esseri viventi portatori di diritti. Pensato per essere allegato ai contratti di fiume, il documento si articola in un preambolo che raccoglie i valori emersi nei processi partecipativi, in una sezione dedicata ai diritti del fiume in linea con la Dichiarazione universale sui diritti dei fiumi e in una parte finale che definisce gli impegni degli attori coinvolti nella tutela dell’ecosistema fluviale. Si propone così come strumento giuridico ed educativo per coltivare una relazione empatica e responsabile con i corpi idrici, promuovendone la tutela a lungo termine.

Il Modello per il Riconoscimento dei Diritti della Natura, elaborato da Vito Comar e Silvia Bagni, offre un impianto regolatorio pensato per essere adottato dalle amministrazioni comunali. Il modello riconosce la Natura come soggetto titolare di diritti e tutela l’integrità ecologica degli ecosistemi locali, valorizzando al contempo i saperi tradizionali e le forme comunitarie di gestione del territorio. Definisce i principi ispiratori, i diritti fondamentali della Natura e i doveri del potere pubblico, proponendo strumenti applicativi e responsabilità giuridiche che favoriscono un cambiamento culturale e istituzionale orientato alla sostenibilità e alla partecipazione civica.

Il Modello di Legge per l’Agricoltura Contadina, l’Agroecologia e l’Agrobiodiversità, sviluppato da Silvia Bagni e Amilcare D’Andrea, introduce un quadro normativo che valorizza l’agricoltura contadina come forma di produzione sostenibile, equa e capace di preservare gli agro-ecosistemi. Riconosce l’agricoltura contadina come patrimonio culturale immateriale da proteggere e trasmettere, considera le varietà locali come beni comuni liberamente accessibili, tutela il diritto degli agricoltori a selezionare e condividere sementi e attribuisce alle istituzioni il compito di garantire la conservazione delle risorse fitogenetiche e delle conoscenze tradizionali. Ne emerge una proposta di legge che mette al centro la sovranità alimentare, la biodiversità e la resilienza dei sistemi agricoli.

La Dichiarazione dei Diritti della Laguna Veneta e delle Responsabilità dei suoi Abitanti e Fruitori, realizzata da Silvia Bagni e Amilcare D’Andrea, riconosce la Laguna veneta come ecosistema dotato di valore intrinseco e di una storia bioculturale unica. Il testo tutela l’integrità ecologica, la biodiversità, i cicli vitali e il patrimonio culturale, attribuendo alla Laguna i diritti ad esistere ed evolvere secondo i propri ritmi naturali, a essere libera da inquinamento e rifiuti e a trasmettere alle future generazioni il patrimonio storico e ambientale maturato nei secoli. Definisce inoltre le responsabilità di abitanti e fruitori nella cura dell’ecosistema e istituisce l’organo dei Guardiani della Laguna, incaricato di monitorarne lo stato di salute e di rappresentarne gli interessi.

Accanto alla produzione delle Model Law, LUMEN ha sviluppato anche una ricca attività di divulgazione e interazione con il pubblico. Tra gli output più significativi si trovano le video pillole del progetto: brevi interviste e dialoghi con studiosi, ricercatori e rappresentanti delle comunità coinvolte, pensate per raccontare esperienze, luoghi e prospettive in modo accessibile. Attraverso contributi che spaziano dai diritti della Natura alle consultazioni indigene, dall’ecologia marina alla personalità giuridica degli ecosistemi, le video pillole rendono fruibili ricerche complesse e alimentano una riflessione pubblica ampia e partecipata.

Oltre alle interviste, il progetto ha promosso strumenti permanenti di confronto e disseminazione. Il blog raccoglie notizie, report e riflessioni su politiche e soluzioni utili a massimizzare l’impatto delle attività; l’agenda documenta gli eventi organizzati da LUMEN e segnala le iniziative promosse dal network internazionale delle unità di ricerca; le pubblicazioni restituiscono i risultati dell’analisi utili per decisori pubblici e comunità. Nel corso dei due anni, LUMEN ha inoltre dato vita a collaborazioni con altre organizzazioni e progetti, generando seminari, workshop e spazi di co-progettazione.

Tra queste attività si inserisce il convegno finale “Per fare un tavolo ci vuole un seme. Approccio ecosistemico e diritti della natura, per un territorio e una comunità resilienti”, svoltosi il 10 e l’11 ottobre 2025 presso il campus di Forlì dell’Università di Bologna. La conferenza ha riunito studenti, ricercatori e comunità locali per riflettere su approccio ecosistemico, resilienza territoriale e giustizia ecologica. La prima giornata, dedicata alla formazione e al dialogo con scienziati e attiviste internazionali, è stata seguita da una seconda giornata di restituzione partecipata dei risultati, ospitata dall’Assemblea del Quartiere Romiti e aperta da una Heritage Walking nei luoghi colpiti dalle inondazioni del 2023. L’iniziativa ha avuto l’obiettivo di creare connessioni reali tra ricerca accademica, società civile e comunità locali, affinché il sapere scientifico possa rispondere sempre più alle esigenze dei territori.

L'ultimo output di progetto vedrà la pubblicazione di una serie di podcast formativi dedicati a giudici, gruppi parlamentari e altri attori istituzionali, pensata per rendere applicabile l’approccio ecosistemico attraverso strumenti giuridici e comparati utili alla governance ambientale.

I modelli e gli altri output prodotti da LUMEN cercano di dimostrare come l’approccio ecosistemico possa diventare la base per un sistema giuridico capace di integrare dimensioni scientifiche, culturali e comunitarie, oltrepassando i limiti del diritto ambientale tradizionale. Attraverso una metodologia comparativa e interdisciplinare e un dialogo transcontinentale, il progetto offre strumenti concreti per innovare le politiche ambientali, ispirare legislazioni nazionali e locali e rafforzare la connessione tra esseri umani, ecosistemi e patrimoni culturali.

In un momento storico in cui la crisi ecologica richiede risposte sistemiche e globali, gli output di LUMEN rappresentano un contributo pionieristico per immaginare e costruire un futuro giuridico più equo, sostenibile e condiviso.

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