da libretti a stampa, 1600-1850
referente: Angelo Pompilio
Le didascalie sceniche presenti nei libretti d’opera hanno avuto valore fortemente prescrittivo nella realizzazione degli apparati scenografici fino ai primi anni del Novecento e sono pertanto una fonte preziosa per indagare l’aspetto visivo dello spettacolo operistico.
Le edizioni di libretti censite in Corago sono ad oggi poco meno di 60.000 e con le risorse disponibili non si è potuto procedere alla trascrizione sistematica delle didascalie di tutti i libretti. Per ottenere una base informativa ampia e significativa sull’aspetto visivo dello spettacolo operistico si è pertanto delimitato l’arco cronologico agli anni 1600-1850 e sono state trascritte le didascalie dei soli libretti di prima edizione di ciascuna opera, disponibili in riproduzione digitale. Dei libretti delle opere del secondo Ottocento e del primo Novecento ne sono stati scelti soltanto alcuni, quelli delle opere più rappresentate.
Il corpo del testo del dramma riporta tutte le mutazioni sceniche previste nel corso della rappresentazione. In alcuni casi la mutazione può riproporre una scena già impiegata in precedenza e la didascalia può essere la stessa o presentare un testo appena modificato o semplificato, a volte con un rinvio esplicito alla scena precedente. Nell’attività svolta sono state trascritte tutte le mutazioni di scena presenti nel dramma rispettando il dettato della didascalia di ciascuna mutazione ma si è altresì provveduto ad indentificare le scene riproposte. Le scene utilizzate per più mutazioni sono indicate esplicitamente nella scheda di descrizione di una scena e nel prospetto di presentazione delle didascalie sceniche di un libretto.
Il testo delle mutazioni è stato trascritto rispettando l’ortografia della fonte, salvo interventi minimi per emendare errori o ammodernare grafie, e di questi non si dà conto. Per ciascuna didascalia si indica la pagina, l’atto e la scena con cifre arabe separate da un punto fermo, nella forma: “1.03”, atto primo scena terza. Per ragioni pratiche di presentazione in prospetti, alla didascalia è stato associato un titolo che ripropone le prime parole significative della didascalia o altre parole del testo che consentono di dare identità al contenuto iconografico. A volte le didascalie sono riportate anche nelle pagine preliminari del libretto e spesso divergono anche in modo significativo dal testo riportato nel dramma. Di queste divergenze si è tenuto conto e sono riportate in nota.
Nella descrizione delle didascalie si è tenuto conto anche della relazione che intercorre tra le didascalie identiche o affini presenti in libretti che ripropongono lo stesso dramma o drammi correlati, intonati da altri autori. Le didascalie del libretto originale e quelle non riscontrate in fonti anteriori sono definite “nuove” nel campo ‘tipo’, quelle degli altri libretti che ripropongono la stessa didascalia o una didascalia con testo modificato, ma con contenuto iconografico affine, sono definite “correlate” e nel campo ‘tipo’ sono valorizzate con il segno “-“. Nella scheda di descrizione di una didascalia scenica le scene correlate sono elencate per titolo e data nella parte inferiore della scheda.
Sono stati consultati ca. 8400 libretti di ca. 8300 opere, descritte 54.521 mutazioni e indentificate 48.111 scene; le scene ‘nuove’ sono 30.622, poco meno del 64%.
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