Arie

Tradizione testuale delle arie nell’opera seria della prima metà del Settecento

Pier Leone Ghezzi, caricatura di Gaetano Caffarelli, ca. 1735

referente: Angelo Pompilio

Il reimpiego delle arie d’opera è uno dei fenomeni rilevanti nel melodramma italiano, segnatamente nel Sei-Settecento. Nel corso della prima metà del Settecento  la produzione operistica si divarica in due generi autonomi e distinti sotto il profilo drammaturgico, stilistico e produttivo: l’opera seria e l’opera comica. La scrittura dei drammi per musica si ridefinisce in modo significativo sulla spinta delle riflessioni svolte dai letterari a cavallo dei due secoli; a partire dal secondo quarto del Settecento i drammi del Metastasio assumono il ruolo di paradigma dell’opera seria fin verso la fine del secolo.

Indagare la tradizione dei testi delle arie nelle opere serie della prima metà del Settecento  consente di individuare i mutamenti di natura stilistica e morfologica registrati da questa particolare forma in tale periodo. La ricca messe di dati storici presente in Corago offre inoltre la possibilità di affiancare l’indagine testuale alle informazioni sulla circolazione dei cantanti e delle opere per i diversi teatri di tutta Europa. Una base informativa così ampia e articolata consente di valutare sotto diversi profili le informazioni raccolte e formulare ipotesi sul reimpiego di un’aria da un libretto a un altro.

Per ricostruire le dinamiche di riuso delle arie, o quantomeno del loro testo, è necessario realizzare una repertoriazione estensiva, la più completa possibile, in grado di fornire un quadro attendibile del fenomeno. Il progetto punta a repertoriare questa produzione e a trascrivere per intero i testi delle arie a partire dai libretti pubblicati tra il 1700  e il 1750. Su questo arco temporale in Corago sono censiti ca. 5200 libretti (4000 disponibili in riproduzione digitale): 840 sono prime edizioni assolute (vale a dire testi originali), ca. 1500 le nuove edizioni di drammi ripresi per essere intonati da altri musicisti, e 2860 le altre edizioni.

Da questo corpus librettistico è possibile ricavare all’incirca 160'000 arie, se si considera una media di 30 arie per opera. Ad oggi sono state trascritte le arie dei libretti pubblicati dal 1700 al 1710 e dal 1715 al 1750. Nel sistema informativo ne sono state inserite 108'593, da 3100 libretti: 47'744 sono arie nuove, circa il 45% del totale; 32'734 sono arie riprese con o senza varianti; le rimanenti 28'115 sono quelle riproposte in allestimenti seriori senza alcun intervento su testo e musica. Nel computo vanno considerate anche le arie ricavate da libretti anteriori al 1715, antecedenti bibliografici di libretti di anni successivi.

I testi trascritti sono stati confrontati e valutati criticamente per individuare i casi di derivazione di un’aria da un’altra. Quest’attività è stata condotta con l’ausilio di uno strumento informatico di confronto delle corrispondenze verso per verso. I fenomeni di derivazione osservati sono stati definiti secondo la classificazione seguente (per alcune definizioni si tiene conto anche dell’intonazione musicale):

-        nuova = testo originale;
-        riproposta = stesso testo e musica, riproposta in un nuovo allestimento;
-        ripresa = testo identico con musica nuova;
-        varianti locali = sostituzione di alcune parole;
-        varianti estensive = sostituzione di più parole o di un’intera strofa;
-        riscrittura = sostituzione di molte parole, nella prima e seconda strofa, a volte dislocate in altra posizione;
-        affinità = meri lacerti o flebili reminiscenze dell’antecedente;
-        parafrasi = stesso tema poetico, espresso con testo completamente diverso.

La scheda descrittiva dell’aria riporta anche l’indicazione dell’interprete e dell’allestimento. La valutazione critica dei testi e delle informazioni storiche collegate consente di tracciare la tradizione testuale di ciascuna aria, rappresentata nella consueta forma di stemma nell’apposita pagina web.

Un aspetto delicato e complesso nella repertoriazione delle arie riguarda l’attribuzione delle responsabilità autoriali: chi sono gli autori del testo e della musica? Nell’allestire un  repertorio di dimensioni così vaste si è ritenuto che una verifica puntuale delle responsabilità autoriali, che richiede un’attenta valutazione critica di numerose altre fonti primarie e secondarie, non fosse sostenibile, stanti le poche risorse disponibili. Per ciascuna delle arie repertoriate ci si è limitati a riportare le indicazioni autoriali ricavate dalla fonte informativa consultata, ossia il libretto, senza ulteriori verifiche. Si raccomoda pertanto di tener conto di questa scelta cautelativa e di considerare i nomi degli autori riportati soltanto come prima indicazione di attribuzione, sempre meritevole d’essere verificata.

Finora è stata svolta all’incirca metà dell’attività programmata. Si prevede di proseguire e portare a compimento la trascrizione completa dei testi dai restanti 900 ca. libretti disponibili in riproduzione entro il 2024.

 

Numeri in sintesi (aggiornati al 26 aprile 2024):

     3100   libretti consultati (pubblicati dal 1700 al 1710 e dal 1715 al 1750 e antecedenti bibliografici anteriori al 1715);
 108'593   testi di arie trascritti.

 

Angelo Pompilio - Giovanna Casali - Paolo Bonora, “Soavissime ariette”: impiego di repertori digitali per lo studio della tradizione delle arie d'opera, in La memoria digitale: forme del testo e organizzazione della conoscenza, Atti del XII Convegno annuale AIUCD, Siena: Università degli Studi di Siena, a cura di Emmanuela Carbé et alia, s.l., AIUCD, 2023, pp. 154-158.