Tradizione testuale delle arie nell’opera seria della prima metà del Settecento
referente: Angelo Pompilio
Il reimpiego delle arie d’opera è uno dei fenomeni rilevanti nel melodramma italiano, segnatamente nel Sei-Settecento. Nel corso della prima metà del Settecento la produzione operistica si divarica in due generi autonomi e distinti sotto il profilo drammaturgico, stilistico e produttivo: l’opera seria e l’opera comica. La scrittura dei drammi per musica si ridefinisce in modo significativo sulla spinta delle riflessioni svolte dai letterari a cavallo dei due secoli; a partire dal secondo quarto del Settecento i drammi del Metastasio assumono il ruolo di paradigma dell’opera seria fin verso la fine del secolo.
Indagare la tradizione dei testi delle arie nelle opere serie della prima metà del Settecento consente di individuare i mutamenti di natura stilistica e morfologica registrati da questa particolare forma in tale periodo. La ricca messe di dati storici presente in Corago offre inoltre la possibilità di affiancare l’indagine testuale alle informazioni sulla circolazione dei cantanti e delle opere per i diversi teatri di tutta Europa. Una base informativa così ampia e articolata consente di valutare sotto diversi profili le informazioni raccolte e formulare ipotesi sul reimpiego di un’aria da un libretto a un altro.
Per ricostruire le dinamiche di riuso delle arie, o quantomeno del loro testo, è necessario realizzare una repertoriazione estensiva, la più completa possibile, in grado di fornire un quadro attendibile del fenomeno. È stata realizzata, pertanto, la trascrizione completa delle arie presenti nei libretti pubblicati tra il 1700 e il 1760 disponibili in riproduzione. Da questo corpus librettistico sono state trascritte 129'817 arie da 3860 libretti: 53'189 sono arie nuove, circa il 42% del totale; 40'389 sono arie riprese con o senza varianti; le rimanenti 36'239 sono quelle riproposte in allestimenti seriori senza alcun intervento su testo e musica. Nel computo vanno considerate anche le arie ricavate da libretti anteriori al 1700, antecedenti bibliografici di libretti di anni successivi.
I testi trascritti sono stati confrontati e valutati criticamente per individuare i casi di derivazione di un’aria da un’altra. Quest’attività è stata condotta con l’ausilio di uno strumento informatico di confronto delle corrispondenze verso per verso. I fenomeni di derivazione osservati sono stati definiti secondo la classificazione seguente (per alcune definizioni si tiene conto anche dell’intonazione musicale):
- nuova = testo originale;
- riproposta = stesso testo e musica, riproposta in un nuovo allestimento;
- ripresa = testo identico con musica nuova;
- varianti locali = sostituzione di alcune parole;
- varianti estensive = sostituzione di più parole o di un’intera strofa;
- riscrittura = sostituzione di molte parole, nella prima e seconda strofa, a volte dislocate in altra posizione;
- affinità = meri lacerti o flebili reminiscenze dell’antecedente;
- parafrasi = stesso tema poetico, espresso con testo completamente diverso.
La scheda descrittiva dell’aria riporta anche l’indicazione dell’interprete e dell’allestimento. La valutazione critica dei testi e delle informazioni storiche collegate consente di tracciare la tradizione testuale di ciascuna aria, rappresentata nella consueta forma di stemma nell’apposita pagina web.
Un aspetto delicato e complesso nella repertoriazione delle arie riguarda l’attribuzione delle responsabilità autoriali: chi sono gli autori del testo e della musica? Nell’allestire un repertorio di dimensioni così vaste si è ritenuto che una verifica puntuale delle responsabilità autoriali, che richiede un’attenta valutazione critica di numerose altre fonti primarie e secondarie, non fosse sostenibile, stanti le poche risorse disponibili. Per ciascuna delle arie repertoriate ci si è limitati a riportare le indicazioni autoriali ricavate dalla fonte informativa consultata, ossia il libretto, senza ulteriori verifiche. Si raccomanda pertanto di tener conto di questa scelta cautelativa e di considerare i nomi degli autori riportati soltanto come prima indicazione di attribuzione, sempre meritevole d’essere verificata.
Numeri in sintesi (aggiornati al 9 gennaio 2025):
3860 libretti consultati;
129'817 arie censite.
Angelo Pompilio - Giovanna Casali - Paolo Bonora, “Soavissime ariette”: impiego di repertori digitali per lo studio della tradizione delle arie d'opera, in La memoria digitale: forme del testo e organizzazione della conoscenza, Atti del XII Convegno annuale AIUCD, Siena: Università degli Studi di Siena, a cura di Emmanuela Carbé et alia, s.l., AIUCD, 2023, pp. 154-158.
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