Le indagini sono legate ad un interesse per la promozione del sito da parte della Cooperativa Nostra Signora di Gulfi, proprietaria del fondo in cui ricade parte della necropoli, e da una prima collaborazione con la Soprintendenza di Ragusa per lo scavo dell’antico sepolcreto. Un esempio di perfetta intesa tra pubblico e privato che ha portato all’inizio delle attività di ricerca sotto la direzione scientifica dell’Ufficio di tutela Ibleo, e dal 2018 dell'Università di Bologna, con l’ausilio di manovalanza composta di richiedenti asilo e giovani pregiudicati minorenni in messa alla prova.
Dall’ottobre 2018 sono proseguite infatti le attività di scavo nel corso delle quali, fianco a fianco, lavorano oggi ricercatori e studenti, richiedenti asilo e pregiudicati minorenni in messa alla prova, in un armonioso progetto che è un vero esempio di integrazione sociale tra italiani e stranieri, i quali, a vario livello, continuano ad acquisire abilità professionali spendibili per il loro futuro. Tale collaborazione è stata sancita dalla stipula di una convenzione tra Università di Bologna, Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Ragusa, Comune di Chiaramonte Gulfi e la Cooperativa sociale "Nostra Signora di Gulfi".
Missione 2021
La missione si è svolta tra il 7 e il 24 luglio 2021. Si è proseguito lo scavo della necropoli e di una parte dell'abitato (Saggio 6). In questa seconda area sono stati messi in luce tratti dell'insediamento tardoantico ed altomedievale, sorti su un tratto di necropoli. Hanno partecipato alle indagini, oltre a a Veronica Casali, Francesco Cardinale e Giulia Marsili, anche Nicole Berni, Giuliana Fichera, Martin Huska, Olimpia Llalla, Shervin Mehrabi, Orlando Patone e Marina Pizzi.
La direzione scientifica dello scavo (Isabella Baldini, Salvatore Cosentino, Saverio Scerra) è stata privata in questo terzo anno di attività della presenza insostituibile di Annamaria Sammito, che lascia un vuoto incolmabile in tutti i membri della missione.