L'11 aprile, esperti hanno discusso temi chiave per l'agricoltura sostenibile, tra cui biodiversità, agroecologia e conservazione delle sementi tradizionali.
Pubblicato il 16 aprile 2025 | Report
Venerdì 11 aprile 2025, si è svolto un importante evento dal titolo "La Sostenibilità nel sistema agro-alimentare: esperienze e modelli di valorizzazione del patrimonio culturale e territoriale", organizzato dalla prof.ssa Serena Baldin dell'Università di Trieste nell'ambito del progetto LUMEN in collaborazione con il dott. Enrico Milazzo, referente del progetto CLIMAVORE x Jameel at RCA della School of Architecture del Royal College of Art di Londra.
Obiettivo dell'evento è stato presentare al pubblico esperienze e modelli relativi alle risposte sociali e giuridiche più idonee a garantire la sostenibilità nel sistema agro-alimentare, in un’ottica attenta anche alla valorizzazione del patrimonio culturale e territoriale, in specie quello della Regione Friuli Venezia Giulia.
Al centro degli interventi, è stato discusso il ruolo fondamentale della biodiversità agricola. Dopo una breve presentazione dei progetti nell'ambito dei quali è stato sviluppato l'evento, Veronica Federico, referente dell'unità di ricerca LUMEN presso l'Università di Firenze, ha coordinato i lavori e gli interventi.
Serena Baldin ha aperto il dibattito con una riflessione su sicurezza alimentare e sostenibilità. sottolineando l'importanza di un sistema alimentare che rispetti l'equilibrio delle risorse naturali e della biodiversità, in linea con le raccomandazioni delle istituzioni internazionali ed europee, ed esplorando le componenti che informano la sostenibilità, comprese le dimensioni ambientale, economica, sociale e culturale.
Stefano Fabian, funzionario della Regione Friuli Venezia Giulia, ha affrontato la crisi degli impollinatori, proponendo il recupero dei prati stabili come capisaldi per la conservazione dell’ambiente e la promozione della biodiversità. Il suo intervento si è focalizzato anche su progetti come Life PollinAction, mirati a migliorare la qualità degli ecosistemi locali.
Antonella Picinelli, di Slow Food Trieste, ha parlato delle Slow Food Farms, una rete di aziende agricole impegnate nella produzione di cibo sostenibile, rispettoso dell’ambiente e dei principi agroecologici. La sua presentazione ha evidenziato come la filosofia di Slow Food supporti una agricoltura in equilibrio con la natura e un consumo che promuove economie locali.
Un altro intervento rilevante è stato quello di Maurizio Tondolo, direttore dell’Ecomuseo delle Acque, che ha illustrato come il museo diffuso e partecipativo sviluppato nel contesto del bacino idrografico del fiume Ledra, attraverso il suo impegno per la sostenibilità, abbia promosso la tutela del patrimonio naturale e culturale delle comunità locali, con un focus su prodotti locali come il pan di sorc e il formaggio della latteria turnaria di Campolessi che ora sono Presìdi Slow Food.
L'evento ha anche trattato la sostenibilità enogastronomica con l'intervento di Moreno Zago dell’Università di Trieste che ha discusso i modelli di turismo lento e di ristorazione sostenibile, necessari per un futuro che rispetti le nuove esigenze sociali e ambientali, ed esplorato la propensione delle realtà dell'altopiano carsico ad orientarsi verso modelli di sostenibilità.
Roberto Louvin, membro dell'unità UNITS, ha presentato l'importanza di banche dati e memorie di biodiversità, presentandone valenze scientifiche ed attività svolte da alcune istituzioni nel campo della ricerca, per sottolineare come la conservazione delle diverse forme di vita, sia a livello scientifico che culturale, sia essenziale per la tutela della biodiversità alimentare.
Enrico Milazzo, del progetto CLIMAVORE x Jameel al Royal College of Art di Londra, ha presentato i progressi giuridici per la propagazione culturale delle sementi contadine, evidenziando l'importanza di un quadro legale che favorisca la conservazione e la distribuzione di varietà resistenti alla siccità.
L'incontro si è concluso con l'intervento di Silvia Zanini, membro dell'unità di ricerca UNITS, che ha proposto spunti per una legge regionale sul riconoscimento delle sementi tradizionali, un passo importante per promuovere l'agricoltura sostenibile e la resilienza agricola nel contesto delle sfide ambientali e climatiche.
L’evento, che ha visto la partecipazione di 40 persone in sede, di cui 9 relatori e 12 giornalisti, e di referenti LUMEN in remoto, tra i quali Silvia Baldin, coordinatrice di progetto, Amilcare D'Andrea, membro dell'unità UNIBO, Mara Di Berardo, responsabile di comunicazione del progetto LUMEN, ha suscitato un ampio interesse e ha offerto un’opportunità per approfondire le sfide e le soluzioni legate alla sostenibilità agro-alimentare e alla valorizzazione delle risorse culturali e territoriali della regione.