Dove vivono gli spiriti. Movimenti ecowomanistici e lotte interlegali: il caso delle donne Kikuyu e Ogoni

Nuova pubblicazione del progetto LUMEN su Ragion Pratica a cura dell'Unità di Ricerca LUMEN UNIFI

Pubblicato il 15 luglio 2024 | Pubblicazioni

"Dove vivono gli spiriti. Movimenti ecowomanistici e lotte interlegali: il caso delle donne Kikuyu e Ogoni" è una nuova pubblicazione su Ragion Pratica (Fascicolo 1/2024, giugno), scritta da Paola Pannia e Rachele Cecchi, membro dell'unità di ricerca LUMEN presso l'University of Florence.

L'articolo esplora come le donne africane, attraverso movimenti come il Green Belt Movement e la Foundation of Ogoni Women Association, promuovano i diritti delle donne e la giustizia ambientale, come illustrato nel seguente abstract.

Abstract: È possibile per le donne avanzare i propri diritti pur promuovendo le loro identità culturali? Gran parte della ricerca legale sui diritti delle donne e il diritto consuetudinario si basa su un paradigma di contrapposizione, riflettendo la stessa logica di antitesi che permea il quadro internazionale. Tuttavia, questa non è l'unica narrazione possibile. Questo articolo mostra prove di un pensiero differente che tocca il discorso internazionale sui diritti delle donne, nonché la ricerca legale e le azioni di mobilitazione legale. L'analisi di due casi di giustizia ambientale "dal basso" – il Green Belt Movement e la Foundation of Ogoni Women Association – evidenzia la prospettiva interlegale che anima gli strumenti e le strategie utilizzati da alcuni gruppi di donne africane, le cui rivendicazioni per il progresso dell'ambiente e dei diritti delle donne sono radicate sia nel discorso sui diritti umani internazionali che nelle loro identità culturali e tradizioni. Attraverso questo schema, che esprime plasticamente il quadro teorico eco-womanista, le donne Kikuyu e Ogoni modellano la sostanza e la procedura della giustizia ambientale in termini pluralistici e relazionali; creano un ponte tra il mondo delle consuetudini e quello delle leggi; curano le ferite spirituali che colpiscono l'ambiente, la comunità e il sé (di genere).

DOI: 10.1415/113474