Scena
Phrontisterion | Φροντιστήριον
Verosimile conio di Aristofane, il phronitisterion, la sede dei pensieri sottili e inconsistenti, nonché dei pensatori ciarlieri riuniti intorno a Socrate, fonde il termine phrontis con il raro suffisso –terion, attestato in tragedia, che, rispetto al più comune –eion, tipico di luoghi concreti come il balaneion, il bagno pubblico, tende a codificare un luogo preciso di Atene nella geografia delle Nuvole al fine di evocare la solennità delle istituzioni cittadine tramite una lingua severa e altisonante. In questo raffinato intreccio di allusività e realismo traspare la sottile ironia di Aristofane, deputata a creare un collegamento programmatico tra la vaghezza dei pensieri formulati dai membri della scuola e la concretezza di un luogo che sembra assumere i tratti di un edificio pubblico, noto a tutti gli spettatori della commedia, quasi reale e ufficiale. A poco a poco, tuttavia, il termine phrontisterion dopo Aristofane perde la sua connotazione ironica, sino a indicare una scuola istituzionalizzata o la sede canonica di riunioni dal fine pedagogico e generalmente culturale. Nel periodo imperiale e bizantino, il sostantivo phrontisterion appare in contesti ormai del tutto privi della dissacratoria vis di Aristofane e, anche quando è usato in senso metaforico, sembra evocare l’impegno e la riflessione. Non a caso, del resto, già l’erudizione antica si mostra più interessata a ricostruire la struttura dell’edificio nelle sue parti principali più che a sottolinearne l’aspetto canzonatorio del nome, per chiarire come debbano essere intese le scene delle Nuvole ambientate nella scuola di Socrate e nelle sue vicinanze, a testimonianza della ormai netta perdita di contatto tra testo e rappresentazione. Gli scholia, infatti, cercano di risolvere i problemi scenici che il testo propone, suggerendo, il più delle volte con acume, i movimenti di Socrate, di Strepsiade e degli altri personaggi in rapporto all’edificio principale della commedia. L’interesse palese per il phrontisterion perdura anche in tempi moderni. Un primo problema nelle messe in scena contemporanee rispetto a questo edificio dai tratti aerei è innanzitutto relativo alla traduzione del termine: tra le più originali va ricordata quella che intende il phrontisterion come un «Pensificio», anziché il più comune ma di per sé sempre icastico «Pensatoio». In secondo luogo, la resa dei movimenti di Socrate indicati da Aristofane con il noto e famigerato aerobatein, che segnala il maestro appeso a una ingegnosa ed efficace cesta nella sua scuola, ha dato adito a brillanti trovate sceniche, quali la collocazione di Socrate sul tetto di un teatrino, in cima a una scala o sopra una fanciullesca altalena.
Dino De Sanctis © 2016