Un percorso Pcto per la IV superiore
Il contributo riporta i dati di un’esperienza di Pcto (percorso per le competenze trasversali e l’orientamento) rivolta alle classi quarte delle superiori, e toccherà i seguenti aspetti:
Premessa – Perché leggere le scrittrici
Premessa - Perché leggere le scrittrici
Mi sono occupata di scrittrici italiane nell’ambito di una ricerca dottorale presso l’Università Sapienza di Roma,[1] muovendo dalla consapevolezza che purtroppo nella comune prassi didattica le scrittrici trovano ancora pochissimo spazio. Stando ad una recente ricerca di Marianna Orsi sono più presenti nei manuali delle medie e diminuiscono invece in quelli del triennio delle superiori, dove oscillano tra il 2,74% e l’8,83%, proprio in virtù della presunta superiorità di un canone tutto maschile.[2] Nell’Abstract del suo contributo si legge anche che «Reiterating such models is historically inaccurate and deprives female students of role models».[3] Il che porta a ribadire la necessità di proporre altra letteratura e altri modelli proprio nel triennio della scuola superiore, per offrire ulteriori punti di vista e possibilità di identificazione tanto agli studenti quanto alle studenti. In questo senso si è mosso Johnny L. Bertolio che ha riunito le più famose scrittrici italiane in un agile volume per il triennio delle superiori, intitolato Controcanone – La letteratura delle donne dalle origini ai giorni nostri (Loescher 2022). L’operazione è indubbiamente indicativa di un grande mutamento di prospettiva e testimonia di una produzione letteraria a cui finora non si dava spazio nell’insegnamento. La sua posizione di Bertolio è chiara e recepisce un’ampia tradizione di studi, di cui l’autore dà conto anche in un articolo su “Canone e merito” che offre spunti di riflessione in primo luogo alla comunità scolastica. Bertolio evidenzia «le radici capitalistiche, patriarcali, sessiste del merito», laddove il merito è appunto presupposto del canone e motivo di esclusione plurisecolare per le donne.[4]
Nella direzione indicata da Bertolio si colloca sicuramente anche il volume Per una nuova storia letteraria di Federico Sanguineti (2022), tra l’altro recensito entusiasticamente dallo stesso Bertolio.[5] Sanguineti rilegge autori “canonici” e fa luce su molte scrittrici, proponendo di ottenere anche in Italia la pari presenza di autori e autrici nei libri di testo, come fu chiesto al primo ministro francese nel 1997.[6] Lo studioso denuncia la sistematica cancellazione della scrittura delle donne ricorrendo al termine di «ginocidio culturale» e invoca «una riforma sia dell’istruzione pubblica di ogni ordine e grado che della didattica e della ricerca universitarie».[7]
Anche Daniela Brogi propone una prassi diversa, che tenga conto delle scrittrici e faccia comprendere i motivi della loro esclusione, che adotti altre prospettive, in un nuovo quadro di riferimento:
La disinvolta omissione delle autrici, nel panorama culturale degli ultimi due secoli, non è un problema quantitativo, ma qualitativo. Perché è la modalità di sguardo, di inquadratura, di racconto della tradizione che richiede un cambiamento. Di conseguenza, non si tratta di aggiungere nomi, capitoli a parte, o di ripescare a caso dalla pattumiera della storia, ma di riconsiderare, studiare e raccontare presenze e mancanze secondo una sintassi ed una architettura diverse.[8]
A maggio 2023 è stato infine pubblicato il volume Fuori programma. Scrittrici italiane dal Novecento a oggi, a cura di Daniela Bini e Matteo Quinto. L’opera è frutto del convegno “Scrittrici italiane dal Novecento a oggi” svoltosi a Pavia il 12-13 maggio 2022 e comprende approfondimenti di Pietro Cataldi, Laura Fortini, Silvia T. Zangrandi, Giovanna Rosa, Beatrice Manetti, Monica Farnetti, Isabella Pinto, Riccardo Castellana, Raffaele Donnarumma, Marianna Marucci. Bini e Quinto esordiscono proprio stigmatizzando la sproporzione contenuta nelle indicazioni ministeriali per i licei, risalenti al 2010 e tuttora vigenti, che prescrivono gli “autori imprescindibili”, “le esperienze decisive” e “gli autori significativi” da presentare in quinta. Rilevano che nel corpus costituito da un totale di 22 autori figura la sola Morante, peraltro non tra i nomi “imprescindibili”.[9] Il saggio sottolinea fin dalle prime pagine perciò l’importanza di adottare modalità e contenuti nuovi nella prassi didattica, al fine di non perpetuare un’educazione ed una formazione di stampo maschilista e patriarcale:
Si potrebbe pensare che non è studiando più testi scritti da donne o osservando con uno sguardo diverso i personaggi femminili e la costruzione culturale dei generi che si influisce sull’assetto politico e sociale della realtà. Questo tipo di scelte, invece, non è irrilevante: per esempio attraverso le letture si influenza l’immaginario delle persone e, dunque, i loro desideri e le loro aspettative e attraverso l’analisi dei testi si forniscono modelli di comportamento, coordinate etiche e paradigmi interpretativi, che sono esito, ma anche origine, di quelli che si applicano poi in contesti sociali reali.[10]
I curatori aggiungono che presentando alle studentesse «solo (o quasi) testi scritti da uomini e/o quasi o solo con punti di vista maschili» da una parte si rischia di privarle della pluralità di modelli proposti agli studenti maschi, e dall’altra «si giustifica negli studenti (più o meno esplicitamente) un atteggiamento maschilista», ostacolando anche «la possibilità di comprendere altri punti di vista e di maturare un miglior modo di relazionarsi alle questioni di genere».[11]
1. Il PCTO Ragazze, gli sguardi, le storie. Comprendere il femminile attraverso la letteratura italiana contemporanea.
Da questa esigenza è nata l’idea di un percorso per le competenze trasversali e l’orientamento imperniato sulle scrittrici italiane. Intitolato Ragazze, gli sguardi, le storie. Comprendere il femminile attraverso la letteratura italiana contemporanea, il percorso è rivolto alle classi quarte delle superiori. Il progetto è stato proposto alle scuole mediante la piattaforma dell’Università Sapienza, dove era visibile al link https://pcto.uniroma1.it/progetto/138698. Vi hanno preso parte 36 studenti (3 maschi e 33 femmine), provenienti tutti/e da Licei romani, precisamente tre licei classici, due scientifici, un linguistico. Al momento di iniziare il Pcto 3 studenti avevano 16 anni, 28 ne avevano 17 e 5 avevano già compiuto 18 anni.
Partendo dalla lettura di passi significativi tratti da romanzi italiani del Novecento e degli anni Duemila, il progetto mirava a potenziare la capacità di interpretare il testo letterario e parallelamente raccontare e condividere le proprie esperienze. L’attività ha recepito numerose indicazioni normative (Convenzione di Istanbul, art. 14; legge 107/2015, art. 1 comma 16; Agenda 2030-obiettivo 5; richiami OMS) in merito alla necessità di attivare nella scuola specifiche iniziative educative volte alla parità di genere e al contrasto di tutte le forme di discriminazione e violenza. Il percorso si è focalizzato principalmente sull’adolescenza femminile, ma ha puntato a promuovere la riflessione sui ruoli di genere non stereotipati sia per i ragazzi che per le ragazze. Se ne indicano di seguito gli obiettivi, anche in termini di competenze specifiche e trasversali, e la metodologia utilizzata.
1.1 Obiettivi
- Verificare il contenuto di realtà e verisimiglianza di alcuni romanzi del Novecento e degli Anni Duemila incentrati sull’adolescenza.
- Promuovere la riflessione su tematiche legate all’adolescenza, in particolare femminile.
- Favorire la discussione e il confronto sul proprio vissuto partendo dagli spunti forniti dalla letteratura.
- Attivare la consapevolezza su alcuni snodi storici dell’acquisizione di diritti da parte delle donne e mettere in evidenza concetti chiave.
1.2 Competenze specifiche
- Dotarsi di una terminologia e un lessico per riconoscere e nominare le emozioni, ampliare la capacità di esprimerle, socializzarle;
- potenziare la capacità di partire dall’esperienza personale per condividere ed accogliere anche il racconto dei vissuti altrui;
- acuire il senso critico, l’attitudine al confronto, all’interpretazione, all’analisi sia del testo letterario che dei messaggi contenuti nella pubblicità e nei media;
- riflettere sui modelli di maschile e femminile trasmessi da pubblicità, media, società, istituzioni (famiglia, scuola).
1.3 Competenze trasversali
- capacità di comunicazione e di relazione, nel rispetto dei tempi di ascolto e di parola e dell’opinione altrui;
- capacità di assumere ruoli e lavorare in gruppo;
- capacità di interrogarsi sulle proprie credenze, confrontando punti di vista;
- capacità di trasferire nella vita di tutti i giorni quanto appreso, facendosi promotore-promotrice di una cittadinanza attiva.
1.4 Metodologia
- Rilevazione della situazione di partenza, a mezzo discussione aperta e questionario sui temi proposti.
- Individuazione di cinque percorsi tematici principali e conseguente selezione di passi letterari significativi.
- Nei singoli incontri: discussione preliminare sul tema, suddivisione delle/dei partecipanti in gruppi. Assegnazione di un passo ad ogni gruppo. Confronto all’interno del gruppo e restituzione a tutti/e, focus group.
- Analisi guidata dei passi proposti, volta a far individuare alcuni aspetti costitutivi dell’adolescenza, a cogliere stereotipi e modelli di genere.
- Confronto tra la rappresentazione letteraria e il vissuto degli/delle adolescenti.
- Rilevazione del livello di verisimiglianza e identificazione nei modelli femminili e maschili presentati nei romanzi e del livello di interesse suscitato dai passi proposti.
- Produzione di un elaborato finale, di tipologia varia, a scelta (un racconto, una canzone, una poesia, un fumetto, uno spot pubblicità-progresso, un breve video, un podcast, altro …) sugli spunti forniti negli incontri e maturati nelle discussioni.
- Predisposizione di una cartella su Google Drive per caricare di volta in volta i passi esaminati (accesso a mezzo qr code). Al termine del progetto è stato aggiunto al Drive anche un Power point con gli aspetti salienti del percorso e il riferimento a tutti i testi utilizzati.
- Valutazione dell’intero percorso svolto, a mezzo questionario di uscita.
2. Motivazioni e aspettative dei/delle partecipanti (Questionario di entrata).
Il Questionario d’ingresso ha fornito indicazioni importanti sulle motivazioni sottese alla scelta del percorso: 15 partecipanti su 36 alla domanda 2 (“Perché hai scelto questo percorso di Pcto?”) hanno risposto che il Pcto lo avevano deciso una loro docente o la scuola. L’interesse per la letteratura non era il motivo dominante, solo 3 ragazze lo hanno manifestato in modo specifico. Però più di un terzo era interessato/a all’argomento, e poco meno di un terzo alla possibilità di studiare aspetti letterari normalmente trascurati, o di discutere del ruolo delle donne in diversi campi. Qualche esempio di risposta:
[il Pcto] Ha attirato la mia attenzione soprattutto perché alle superiori il ruolo delle donne nell'arte, nella letteratura e più in generale nella storia non viene quasi mai valorizzato (S4. Qui e di seguito S sta per studente).
Perché è un argomento che mi ha sempre interessato visto che all'interno della scuola non viene mai studiata la prospettiva femminile (S19).
Perché nella mia quotidianità si affrontano molto poco questi argomenti e mi sembrava un percorso molto interessante (S13).
Per quanto riguarda invece le aspettative (domande 3, “Dal corso ti aspetti soprattutto …”), molto insistito è apparso il desiderio di «imparare, apprendere, approfondire, conoscere, scoprire - cose nuove, nuove autrici, nuove informazioni, nuove prospettive, nuove conoscenze, nuove abilità di comunicazione, nuovi mondi, nuovi punti di vista» (17 occorrenze in tutto per nuove, nuovo, nuovi). Una sintesi di queste due componenti è offerta da S3, il quale condensa la sua risposta in due parole, «Novità. Scoperta». Indicative anche le parole di S9, «Di ampliare le mie conoscenze e rimanere in qualche modo stupita» e di S12, «che sia entusiasmante e mi permetta di conoscere cose nuove». È evidente in ogni caso l’esigenza di avvicinarsi alla produzione letteraria delle scrittrici, anche contemporanee, di cui si denuncia talvolta lo scarso spazio concesso nella scuola (11 occorrenze circa), lamentando la parzialità dei programmi. Un esempio per tutti: «Conoscere meglio le autrici femminili più recenti e osservare la letteratura da un nuovo punto di vista non studiato a scuola» (S16). Questa produzione perciò è sentita come tramite per acquisire “nuove prospettive” (S11), si pensa possa fornire «un nuovo modo per vedere diversi aspetti delle cose che mi circondano» (S1, un ragazzo), che consenta di «scoprire nuovi mondi ed entrare in contatto con diversi pensieri» (S15), addirittura di «allargare le mie vedute» (S22).
Anche se non dichiarato espressamente, dunque, sembrerebbe acquisita la funzione della letteratura come strumento conoscitivo, espressione e riflesso dell’esistente, e soprattutto “lente di ingrandimento” come indicava Gabriella Turnaturi:
Le storie narrate nella letteratura rendono visibile ciò che prima non lo era, cambiano lo sguardo del lettore e del ricercatore, accendono riflettori sul mondo. La letteratura, attraverso questa funzione di riflettore dell’esistenza, ci fa conoscere retrospettivamente […]; poiché svolge questo ruolo di illuminazione, di lente di ingrandimento ci mette non solo in grado di vedere ciò che non abbiamo visto, ma anche di guardare, da quel momento in poi, attraverso ciò che è stato messo in luce ed evidenziato.[12]
Potremmo aggiungere che il gruppo coinvolto nel Pcto ha dimostrato proprio l’esigenza di «attivare il fuori campo» di cui scrive Daniela Brogi,[13] di conoscere cioè i motivi dell’esclusione delle donne dalla letteratura nella prassi didattica dominante, e in generale di approfondire l’importanza della produzione letteraria a firma di donne, «Parlare di autrici donne e di come hanno realmente influenzato la letteratura» (S23). Ritengo perciò che la scuola potrebbe soddisfare questo desiderio di conoscenza, offrendo così anche ampie possibilità di discussione e di identificazione.
L’ultima domanda del questionario di uscita ha chiesto di valutare la corrispondenza del corso alle aspettative. La media delle risposte, pari a 3,9 in una scala da 1 (poco) a 5 (molto), si può considerare abbastanza soddisfacente, considerato il fatto che alcuni/e hanno dovuto seguire il Pcto perché scelto dalle docenti, non da loro, e qualche studente si diceva poco interessato/a alla lettura.
3. Scelta dei testi
Tutti gli estratti sono stati selezionati perché imperniati su figure di bambine (Pimpi Oselì, un passo de La Malnata) o ragazze adolescenti. Si è cercato di individuare passi di lunghezza accettabile, cioè non troppo lunghi e soprattutto che offrissero coerenza interna e completezza, cioè presentassero uno spunto opportunamente chiaro e concluso nel suo svolgimento. Si è inoltre adottato un criterio di progressività, di complessità crescente, affrontando nell’ultimo incontro il tema delle molestie e della violenza sessuale, al fine anche di aprire uno spazio di riflessione sulle tante forme assunte da tali comportamenti. Pochi passi (da La piccinina e da L’Arminuta, legati rispettivamente al bisogno di approvazione da parte del padre e al complesso rapporto con le madri) non sono stati letti in classe, per mancanza di tempo, ma sono stati caricati nella cartella predisposta su Google Drive. Di Lettera aperta e de Il cognome delle donne è stata citata solo una frase, senza leggere un intero passo.
I brani sono stati desunti dai seguenti romanzi, riportati di seguito secondo l’anno di nascita della scrittrici e con la data di pubblicazione della prima edizione. La selezione comprende anche un racconto di Clara Sereni e il saggio di Carolina Capria. Accanto ad ogni titolo, il nome della protagonista utilizzato per le letture in classe.
1. ADA NEGRI (1870-1945), Stella mattutina, Mondadori, Milano 1921 (Tracce, Pescara 1995), Ada.
2. SIBILLA ALERAMO (1876-1960), Una donna, STEN, Torino 1906, Rina.
3. ALBA DE CESPEDES (1911-1997). Quaderno proibito, Mondadori, Milano 1952 (ma 1950-51 su La settimana Incom illustrata), Mirella.
4. NATALIA GINZBURG (1916-1991), La strada che va in città, Einaudi, Torino 1945 (con lo pseudonimo Alessandra Tornimparte, già 1942), Delia.
5. GOLIARDA SAPIENZA (1924-1996), Lettera aperta, Garzanti, Milano 1967 (Einaudi 2017), Goliarda.
6. ELENA GIANININ BELOTTI (1929-2022), Pimpi oselì, Feltrinelli, Milano 1996, Cecilia.
7. ELENA FERRANTE (1943), L’amica geniale, e/o, Roma 2016, Lenù.
8. CLARA SERENI (1946-2018), Niente fiori, dalla raccolta Il lupo mercante, Rizzoli, Milano 2007, Letizia.
9. DONATELLA DI PIETRANTONIO (1962), Mia madre è un fiume, Elliot, Roma 2011 (Einaudi 2022), Esperina.
10. DONATELLA DI PIETRANTONIO (1962), L’Arminuta, Einaudi, Torino 2019, Arminuta.
11. FEDERICA DE PAOLIS (1971), Da parte di madre, Feltrinelli, Milano 2024, Federica.
12. UBAH CRISTINA ALI FARAH (1973), Madre piccola, Sperling & Kupfer, Milano 2007, Domenica.
13. VIOLA ARDONE (1974), Oliva Denaro, Einaudi, Torino 2021, Oliva.
14. TERESA CIABATTI (1975), La più amata, Mondadori, Milano 2018, Teresa.
15. ROSELLA POSTORINO (1978), Nei nervi e nel cuore. Memoriale per il presente, Solferino, Milano 2024, Rosella.
16. CAROLINA CAPRIA (1980), Campo di battaglia. Le lotte dei corpi femminili, Effequ, Firenze 2021.
17. OLGA CAMPOFREDA (1987), Ragazze perbene, NNE, Milano 2023, Clara (Luca, Agata, Daniel).
18. SILVIA MONTEMURRO (1987), La piccinina, e/o, Roma 2023, Nora.
19. GIULIA CAMINITO (1988), L’acqua del lago non è mai dolce, Bompiani, Milano 2021, Gaia.
20. BEATRICE SALVIONI (1995), La Malnata, Einaudi, Torino 2023, Francesca.
21. AURORA TAMIGIO (1988), Il cognome delle donne, Feltrinelli, Milano 2023, Selma.
Non si è ritenuto necessario fornire preliminarmente indicazioni biografiche sulle scrittrici. Si voleva impedire infatti che il giudizio sui testi fosse condizionato dalla conoscenza del periodo in cui essi erano stati pubblicati, facendo percepire come lontani nella sensibilità gli scritti che erano lontani nel tempo. In qualche caso si poteva evincere l’ambientazione della storia da alcuni riferimenti (per esempio, rimandi al fascismo), ma non l’epoca della scrittura. Fungeva perciò da titolo il nome della protagonista.
4. Alcuni temi affrontati e articolazione del percorso
Il progetto è stato modulato in 6 incontri complessivi, per un totale di 24 ore di lezione. Ulteriori 6 sono state conteggiate come lavoro individuale, per la lettura del romanzo di Campofreda e per la preparazione di un elaborato finale. Il progetto quindi ha compreso in tutto 30 ore.
Ogni incontro era imperniato intorno ad un tema principale, di complessità crescente come si è detto, ma è chiaro che alcuni aspetti riaffioravano in più estratti, presentando i passi più spunti intrecciati. Per esempio, il tema della vergogna, dell’inadeguatezza, del disagio per il giudizio altrui affiorava spesso, collegando scritture ed epoche diverse.
Gli incontri hanno seguito uno schema ricorrente, che è stato giustamente criticato in sede di valutazione del progetto da parte dei/delle partecipanti, perché ritenuto ripetitivo. La lezione si svolgeva infatti secondo fasi precise, a un momento iniziale di discussione aperta sul tema proposto seguiva la divisione in gruppi, tendenzialmente diversi, e la lettura degli estratti, uno per gruppo. Ogni gruppo doveva discutere su quanto letto, ed offrire poi agli altri le proprie impressioni e valutazioni. Il mio ruolo è stato quello di favorire la massima interazione tra i/le partecipanti, promuovendo il dibattito e il confronto tra le esperienze, attirando l’attenzione di tutti/e su alcuni punti e spunti, se non evidenziati già dagli/dalle studenti. Tutte le lezioni a parte la seconda, incentrata sull’amicizia, sono state accompagnate anche da alcune slides Power point, finalizzate a far emergere ulteriori considerazioni o a fissare meglio alcuni concetti, a richiamarli a distanza di tempo. L’ipotesi iniziale prevedeva una scansione diversa degli incontri, uno al mese e incentrato sulla lettura integrale di un romanzo. Erano state preventivate anche altre attività, come la visione di spezzoni di interviste alle scrittrici, di adattamenti teatrali e cinematografici di certi romanzi o recensioni tratte da blog o altri circuiti informali. Ma la disponibilità concreta delle aule alla Sapienza e l’elevato numero di partecipanti, superiore a quello di una classe media, ha condizionato l’andamento degli incontri, la fase di restituzione per esempio prendeva più tempo del previsto. Nel progetto originario inoltre molti di più erano i momenti di scrittura, sentiti come uno strumento utile a stimolare una ulteriore e personale presa di parola da parte delle/dei partecipanti e a favorire la loro creatività. Si era pensato per esempio di chiedere di riscrivere un finale, o di ideare delle interviste immaginarie, o di riproporre un passo modificando il punto di vista, ma non c’è stato il tempo.
Il primo incontro è stato preceduto da un questionario iniziale, volto a cogliere motivazioni e aspettative delle/degli studenti, alcune preconoscenze, le abitudini e modalità di lettura, nonché il modo in cui percepiscono l’adolescenza e le figure di riferimento tra gli adulti e le adulte (si riportano di seguito le domande del questionario).
Allegato 1 – questionario ingresso
È seguita quindi un’introduzione sugli obiettivi del percorso e sulla scelta delle scrittrici. È stato illustrato il problema del canone che ha decretato l’esclusione pressoché totale delle scrittrici dagli studi scolastici (e in parte universitari). Le studenti sono rimaste sorprese nel vedere il gran numero di scrittrici italiane, sotto forma di iceberg di cui conoscevano solo “la punta”, un ristretto numero cioè di autrici che hanno superato il confine dell’invisibilità
Fig. 1, Iceberg
Il tema della soglia tra infanzia e adolescenza è stato avviato attraverso le parole di Alma Manzon e di François Truffaut:
L’adolescenza è il momento del divenire, il momento in cui il fuori entra impetuosamente. È un momento di apertura e di possibilità che chiamano e allo stesso tempo terrorizzano, da qui gli scarti, le fughe e la necessità di determinarsi. È il momento per eccellenza della possibilità.[14]
L’adolescenza porta con sé la scoperta dell’ingiustizia, il desiderio dell’indipendenza, lo svezzamento affettivo, le prime curiosità sessuali. Dunque è l’età critica per eccellenza, l’età dei primi conflitti tra la morale assoluta e la morale relativa degli adulti, tra la purezza di cuore e l’impurità della vita. Infine, è dal punto di vista di qualsiasi artista, l’età più interessante da mettere in luce.[15]
È proseguito quindi con la discussione sui passi, precisamene l’incipit di Una donna di Aleramo, un estratto da Pimpi oselì di Gianini Belotti e uno da Malnata di Salvioni, per la raffigurazione di un mondo ancora infantile. Gli altri brani, tratti da La strada che va in città di Ginzburg, da L’amica geniale di Ferrante e da Oliva Denaro di Ardone
hanno consegnato spunti sul complesso passaggio da un’età all’altra. L’incipit del romanzo di Ardone ha permesso in particolare di aprire la discussione su stereotipi e modelli di genere, sulle aspettative sociali nei confronti di ragazzi e ragazze e di accennare alla storia di Franca Viola.
Il secondo incontro è stato dedicato all’amicizia, utilizzando passi presi ancora da Oliva Denaro e La Malnata, nonché da L’acqua del lago non è mai dolce (Caminito), Da parte di madre (De Paolis). Ragazze perbene (Campofreda).
Si è parlato dei i modi di fare amicizia, delle prove da superare, dei motivi di complicità, delle cause di rottura, dei luoghi di incontro. Attraverso il dialogo tra Oliva e l’amica Liliana si è evidenziato anche il tema dello sguardo capace di attivare la consapevolezza di sé, e quello della vittimizzazione secondaria
Il primo passo da L’acqua del lago non è mai dolce ha presentato le complesse dinamiche legate al cambio di scuola, all’ingresso alle superiori, in una città diversa da quella in cui la protagonista abita. Fare amicizia è un bisogno primario, per superare la propria piccolezza, il senso di inadeguatezza, di estraneità, anche se la protagonista si sente diversa dalle coetanee, un po’ superficiali e di famiglia benestante:
Sopporto perché stare con loro vuol dire non stare da sola né a scuola né ad Anguillara, in gita, in cortile, in stazione io ho il mio piccolo gruppo di appartenenza, noi entriamo insieme a scuola e ci scambiamo i diari per le dediche, noi parliamo dei ragazzi più grandi e ci raccontiamo imprese e conquiste che nella maggior parte dei casi non esistono, assistiamo alla tragedia d’essere piccole in un mondo gigante.
[…] Quando dall’esterno arriva una minaccia ci compattiamo, tiriamo su gli scudi, ci difendiamo, mentiamo per le altre, fingiamo malori, guerreggiamo contro genitori opprimenti, insegnanti tiranni e malelingue”.[16]
Ancora più coinvolgente è risultato il secondo passo, con il racconto delle quattro amiche riunite nella camera di una di loro, Carlotta. Carlotta mostra le foto che scambia con uomini di varia età, nuda lei e nudi loro, racchiuse in una cartella sul computer intitolata “Amore”. Gaia, la voce narrante, prova un senso di “vertigine”, “disgusto” e “invidia” al tempo stesso, per la disinvoltura e l’apparente libertà dell’amica. Sulla sua libreria compaiono ancora «ben allineati i peluche di orsetti e conigli» (p. 140)
a rendere più stridente il contrasto, a denunciare l’appartenenza ad un’età tutt’altro che matura e consapevole. Il passo è stato giudicato altamente verosimile, le ragazze ed i ragazzi hanno detto che questi comportamenti sono estremamente comuni. Si è perciò parlato anche di sexting e di baby squillo, parola che denota tutta la distorsione del fenomeno poiché pone l’accento sull’intento seduttivo delle minorenni, e non sugli uomini adulti che ne sfruttano l’inesperienza e l’immaturità.
Il terzo incontro è stato incentrato sulla consapevolezza di divenire grandi, sui cambiamenti fisici e psicologici che accompagnano l’adolescenza. Assunto poi come evento spartiacque tra infanzia e adolescenza dal punto di vista fisico l’arrivo delle prime mestruazioni, le partecipanti hanno condiviso ricordi e impressioni. Utilizzando quindi come “innesco” un passo di Carolina Capria sul “divenire signorina”, sono state invitate a scrivere come hanno vissuto la comparsa del menarca. L’unico ragazzo presente aveva a disposizione due spunti: “Diventare signorini oggi: le sfide, i tranelli, le conquiste” o “La vita di una ragazza vista dai tuoi occhi. I vantaggi e gli svantaggi”. La prima proposta era un po’ scherzosa ed ha consentito una delle tante discussioni di carattere linguistico, sulla mancanza di un’espressione equivalente a quella impiegata per le adolescenti.
Si è infine richiamata l’origine del tabù che ancora oggi colpisce le mestruazioni, mediante le teorie di Plinio il Vecchio sui nefasti poteri della donna mestruata, per far comprendere quanto le donne siano ancora oggi a disagio per un aspetto meramente fisiologico:
(64) Non è facile trovare qualcosa di più prodigioso (lett. monstrificum) del flusso mestruale delle donne. All’arrivo di una donna mestruata il mosto inacidisce, toccate da lei le messi isteriliscono, muoiono gli innesti, bruciano le piante dei giardini; dove lei si siede i frutti cadono dagli alberi, al solo suo sguardo si appanna la lucentezza degli specchi, si ottunde il ferro, si oscura la luce dell’avorio, muoiono le api degli alveari, arrugginiscono istantaneamente il bronzo e il ferro e il bronzo emana un odore terribile; bevendo il liquido mestruale, i cani vengono presi dalla rabbia e il loro morso è affetto da un veleno insanabile. (65) Perfino il bitume, sostanza appiccicosa e tenace che nel lago di Giudea detto Asfaltite viene a galla in un certo momento dell’anno e si attacca inestricabilmente a tutto ciò che tocca, si scioglie con un filo imbevuto di sangue mestruale. Perfino le minuscole formiche, si dice, hanno sensibilità per esso: rigettano le messi infettate e non tornano a prenderne (Plinio Il Vecchio, Naturalis Historia, VII, 64-65).
La campionatura di passi è stata particolarmente ricca e cronologicamente varia. Il passo più remoto risale infatti al 1921, appartiene al romanzo autobiografico di Ada Negri intitolato Stella mattutina. Le studenti ignoravano l’epoca di pubblicazione e lo hanno sentito ancora attuale nel contenuto. Meno attuale è stato giudicato il racconto di Clara Sereni (Niente fiori), pubblicato in realtà nel 2007 nella raccolta Lupo mercante, in cui la madre appare piuttosto distante, poco partecipe. Altri testi appartenevano ancora a Caminito, Ardone, Salvioni, nonché a Ferrante (L’amica geniale), Di Pietrantonio (Mia madre è un fiume) e Postorino (Nei nervi e nel cuore). A quest’ultimo passo e a quello da L’acqua del lago non è mai dolce è andato l’apprezzamento maggiore (4 su 5 nella scala di valutazione proposta).
Tema centrale del quarto incontro è stato la relazione con gli adulti/le adulte in generale, con la madre in particolare. Mediamente buono è stato giudicato il rapporto con i genitori, in particolare con la madre, sentita in molti casi presente e vicina. I focus group sui passi scelti hanno consentito pure un richiamo alla reclusione delle donne in manicomio e alla riforma di Franco Basaglia culminata nella legge 180, muovendo dalla storia della madre di Sibilla Aleramo, alla difficile identificazione iniziale in una madre percepita come afflitta, depressa, inferiore al padre. Un altro tema emerso dai testi e presente anche in altri estratti (romanzi di Federica De Paolis e Giulia Caminito in particolare) è stato quello del bullismo a scuola. Ai romanzi già citati si sono affiancati anche passaggi da Madre piccola della scrittrice italo-somala Ubah Cristina Ali Farah[17] e da Quaderno proibito di Alba De Céspedes, molto apprezzati entrambi
Le incomprensioni tra la protagonista di Quaderno proibito e la figlia Mirella sono state sentite come ancora attuali. La seconda non vuole seguire le orme della madre, dedita alla famiglia ma frustrata e infelice, e rivendica il diritto a scegliere la propria strada («Mamma, perché non puoi ammettere che io sia felice a modo mio?»).[18]
Le pagine hanno consentito anche di riprendere il tema degli stereotipi e delle aspettative di genere (maggior considerazione per i figli maschi, maternità come destino unico e obbligato per le donne), e quello dello sguardo, del giudizio negativo che rende insicuri/e e fragili. Discordanti i pareri sulla colpevolizzazione dei figli da parte dei genitori, per i sacrifici fatti per loro; abbastanza condivisa invece l’opinione che gli adulti e le adulte sappiano che cosa è meglio per gli/le adolescenti e tendano ad imporre la loro esperienza.
Su “Sguardi, modelli” si è ritornati nel quinto appuntamento, che voleva rielaborare spunti vari emersi negli incontri precedenti e preparare l’incontro con la scrittrice. Si è così dibattuto sul tema dello sguardo altrui come rinforzo all’autostima, come attivatore di consapevolezza ma anche come fonte di vergogna, giudizio, disagio, come nel romanzo di Postorino:
Scoprii di avere delle cosce quando un giorno d’estate mi sedetti a tavola con una t-shirt più grande di due taglie, una delle tante che avevo indossato in casa per tutto luglio. Mio padre mi guardò. Come ti sei vestita per mangiare? Non mi ero vestita per mangiare, non eravamo mica al ristorante, e quel che c’era nei piatti l’avevo cucinato io. Va’ a metterti qualcosa, disse. Mi alzai per infilarmi un paio di calzoncini. Avevo quasi tredici anni ed ero confusa. Cos’era successo alle mie cosce, da un giorno all’altro? Tornai in cucina, tra lui e mio fratello che indossavano solo le mutande, nude le cosce le spalle la pancia i capezzoli scuri. Mangiai in silenzio, da colpevole, non sapevo di che.
[…] Una volta, prima di uscire, mi guardai allo specchio dell’ingresso e mi grattai l’areola. Ti vergogni?, chiese con dolcezza mia madre. Di che avrei dovuto vergognarmi? Di qualcosa di inevitabile, che sarebbe comunque successo, al di là della mia volontà? Di qualcosa che capitava a tutte le donne? Non era un evento singolare, solo mio. Avrei dovuto vergognarmi del mio corpo che si trasformava, benché fosse previsto dalla specie?[19]
Tramite alcuni estratti dal romanzo Ragazze perbene, unico romanzo di cui è stata assegnata la lettura integrale, è stata messa ulteriormente a fuoco la rappresentazione dei modelli di genere, delle gabbie che condizionano tanto la vita delle ragazze quanto quella dei ragazzi, anche se con modalità e conseguenze diverse. Dapprima è stata avviata la discussione sul modello di maschilità egemone, “predatoria” come la definisce l’amico della protagonista:
Spiegò che l’uomo prendeva tutto per natura, che quello non era altro che il suo lato animale. La cosa grave, però aggiunse, stava nel fatto che questo comportamento fosse stato accettato socialmente, in molti casi perfino incoraggiato. L’idea del maschio di successo era equivalente a quella di un predatore capace di imporsi sugli altri.[20]
Un altro passo ha portato la discussione su “amori-amori, amori assillanti e amori tossici”, come sono stati definiti:
Le faceva gli squilli ogni venti, trenta minuti, per ricordarle di chiamarlo in tutti i momenti di pausa. A volte dovevo salutarlo in lontananza per dimostrargli di esserci davvero e che la storia di preparare gli esami non fosse solo una scusa che Agata usava per mettergli le corna. […] non era come pensavo io, quello non era controllo ma attenzione e anzi si riteneva proprio fortunata ad avere un ragazzo tanto apprensivo, uno che si interessa alle tue giornate e fa domande e chiede e vuol sapere con chi te la fai (p. 179).[21]
Il passo si prestava ad una riflessione su quanto sperimentano le ragazze nella vita concreta. 9 su 33 presenti hanno detto che situazioni simili sono accadute a qualche loro amica, tre in particolare hanno riferito di comportamenti altamente invasivi e controllanti da parte dei fidanzati di alcune amiche.
Un altro punto del romanzo (l’incontro con un vicino di casa ritenuto influente dai genitori)
ha portato l’attenzione sulla diffusione delle molestie, su quanto alcuni comportamenti siano talmente generalizzati da essere considerati normali. Infine ho letto e commentato il passo sullo stupro subito da Rina Faccio Pierangeli (Sibilla Aleramo) quando aveva solo quindici anni. Ho preferito non affidarlo ai gruppi ma mediarlo per tutti/e, per renderlo, per quanto possibile, sostenibile e per mettere in evidenza quanto l’impiegato del padre e futuro marito approfitti dell’ingenuità e del dolore della giovane (a cui ha da poco rivelato i tradimenti del padre adorato).
Infine, in questo e altri incontri sono stati restituiti alcuni dati emersi dai questionari iniziali, sulla rappresentazione dell’adolescenza, sul rapporto con gli /le adulte, su speranze, paure, desideri dei/delle partecipanti per consentire ulteriori momenti di confronto tra la raffigurazione letteraria dell’adolescenza e l’esperienza concreta dei/delle presenti.
Il sesto e ultimo incontro ha beneficiato della preziosa partecipazione dell’autrice di Ragazze perbene, Olga Campofreda. La possibilità di dialogare con la scrittrice, di conoscere importanti aspetti del suo lavoro e della sua vita ha costituito un decisivo valore aggiunto. Dal questionario di uscita, necessario a conoscere l’opinione dei/delle partecipanti sulle attività seguite, è emerso l’unanime apprezzamento di questo momento del percorso (v. ultra, risposta 7).
5. L’identificazione nei personaggi letterari femminili (dal Questionario di entrata)
La domanda 15 del Questionario di ingresso (Allegato 1) puntava a indagare se le adolescenti si riconoscono in qualche personaggia,[22] se ci sono figure forti, capaci di imprimersi all’attenzione, di suscitare identificazione. Dalle risposte emerge una predilezione per personagge ottocentesche e “classiche” come le protagoniste di Orgoglio e pregiudizio (J. Austen, 1813) e di Piccole donne (L.M. Alcott, 1868-1869). Altri riferimenti conducono alla letteratura di ambito inglese più recente, come la saga di Harry e quella di Hunger games. Nell’insieme l’unica personaggia indicata appartenente alla letteratura italiana è Lila de L’amica geniale (E. Ferrante, 2011). In sintesi:
Tabella 1 - Domanda 15
In totale 19 studentesse e 2 studenti su 36 non hanno proposto nessuna personaggia. Le risposte date si devono a uno studente e 11 studentesse in tutto. Tolto Delitto e castigo di Dostoevskij, il resto dei romanzi appartiene alla letteratura di ambito inglese-americano e fantasy, di solito molto apprezzata già alle medie, dalla quale spesso sono derivate trasposizioni cinematografiche, serie televisive o fumetti. Con la sola eccezione del romanzo di Ferrante, le ragazze del campione sono prive dunque di riferimenti alla letteratura italiana, di rimandi a romanzi con protagoniste della loro età. Una ricerca ulteriore potrebbe interrogare un altro aspetto: se si riconoscono poco in personaggi letterari femminili, in chi si riconoscono le ragazze? In personaggi letterari maschili? Se sì, quali? O il loro immaginario si appiattisce per mancanza di riferimenti?
6. Quali autrici si studiano o si conoscono (dal Questionario di entrata)
Altri due quesiti del Questionario di ingresso riguardavano lo studio delle autrici a scuola e la conoscenza personale di quelle italiane. Le risposte alla prima domanda riflettono le scelte didattiche dei/delle docenti, e confermano il fatto che purtroppo si esaminano ancora poche scrittrici italiane negli anni di scuola. Fermo restando il fatto che potrebbero essere state di più di quelle riportate, il quadro appare comunque indicativo del primato di un canone quasi completamente maschile, in cui le autrici entrano molto a fatica. Si conoscono poi alcune italiane, ma forse in qualche caso senza averne letto i libri.
Le autrici straniere studiate sono Saffo, Austen, Madame de la Fayette, Shelley, Dickinson, Woolf (15 occorrenze in totale).
Le autrici italiane nominate sono Christine de Pizan, Compiuta Donzella, Vittoria Colonna, Gaspara Stampa, Grazia Deledda, Elsa Morante, Elena Ferrante, Alda Merini. 20 occorrenze in totale per 8 autrici complessivamente, ma l’unica che appare con una certa consistenza è Elsa Morante.
18 studenti (2 ragazzi, 16 ragazze) non hanno risposto o hanno risposto negativamente, metà quindi del campione sembra essere arrivata alla IV superiore senza aver mai incontrato le scrittrici.
Tabella 2 - Domanda 17
Nella domanda successiva, la n. 18, si chiedeva agli/alle studenti se conoscevano il nome di qualche scrittrice italiana. La risposta ha rivelato che la maggior parte delle/degli gli studenti (27 su 36) conoscono delle scrittrici italiane, in qualche caso diverse da quelle studiate a scuola (9 su 36 studenti hanno risposto di non conoscerne o hanno lasciato lo spazio vuoto). Se infatti la classifica è guidata ancora da Elsa Morante (15 attestazioni, una delle quali da parte di un ragazzo), seguita da Elena Ferrante (13), Alda Merini (7), Michela Murgia (7), Grazia Deledda (2), vi sono poi numerose scrittrici con una sola occorrenza, precisamente Erin Doom,[23] Oriana Fallaci, Felicia Kingsley,[24] Dacia Maraini, Michela Marzano, Rosella Postorino, Liliana Segre (posta tra parentesi, quasi a riconoscere che non è propriamente una scrittrice), Licia Troisi e Chiara Valerio.
Per la grande popolarità di Ferrante e Morante si può ipotizzare anche l’influsso di due fortunate serie televisive, tratte da numerosi romanzi della prima e da La storia della seconda, ma il dato non è stato verificato nel corso delle lezioni. Analogamente, le studenti potrebbero essere giunte a Michela Murgia anche attraverso i suoi podcast (come ha dichiarato una studente), o a seguito del clamore mediatico suscitato dalla sua morte prematura, ma non si è potuto verificarlo nel corso delle lezioni.
Infine, i romanzi di Erin Doom e Felicia Kingsley si inseriscono in una tipologia di opere un po’ diversa da quelle offerte dalla presente ricerca. Sarebbe interessante studiare la tenuta o il superamento degli stereotipi di genere in questa fascia di produzione e di mercato, tanto più che riguardo al contenuto i romanzi della prima sono accompagnati dalle indicazioni “letteratura per ragazzi”, “sentimentale”, “ragazzi: rosa”, “ragazzi: fantasy”, “narrativa giovani adulti (da 15 anni in poi)”. Kingsley pubblica con Newton Compton, le schedature dei suoi libri oscillano tra “narrativa” e “sentimentale” (Polo SBN delle biblioteche di Trieste e circuito Biblioest). Un campo di ricerca molto stimolante sarebbe inoltre quello del contributo di social come TikTok alla diffusione della lettura, ruolo che sembra riconosciuto anche dal Salone del libro di Torino, il quale nel 2024 ha accolto la prima edizione dei TikTok book awards.[25]
Incrociando tuttavia queste risposte con quelle alla domanda 15, si potrebbe concludere che stando al campione di studenti del Pcto le scrittrici italiane sono pochissimo studiate nella scuola superiore, sono affiancate da alcune inglesi, classiche (Austen, Shelley, Alcott, Dickinson, Woolf) e contemporanee (soprattutto Collins, Rowling),[26] e offrono pochi motivi di identificazione (a parte Ferrante, ma con un solo esempio).
7. Cosa leggono i/le giovani (per conto loro)?
Le ultime due domande del questionario di ingresso tendevano a conoscere quali libri hanno letto le/gli studenti recentemente, quali sono loro piaciuti. Un’ulteriore domanda apriva a qualsiasi indicazione su “attitudine alla lettura, dimestichezza con i libri, modalità di lettura”. Tutte e tre permettono di delineare un quadro delle preferenze manifestate e di alcune abitudini di lettura.
Le risposte alla domanda 19 Scrivi il titolo di un romanzo che ti è piaciuto sono in linea con alcuni aspetti già emersi attraverso le domande 16 e 17, sulle scrittrici studiate o conosciute.
Ritroviamo infatti Austen (Orgoglio e pregiudizio, 4, Ragione e sentimento, 2), Alcott (Piccole donne),[27] Charlotte Brontë (Cime tempestose). Altri classici citati sono Hugo (Nôtre-dame de Paris), Wilde (Il ritratto di Dorian Gray, 2), Christie (Dieci piccoli indiani), e Golding (Il signore delle mosche). Per la letteratura italiana figurano solo Calvino (Le città invisibili), Baricco (Novecento) e Buzzati (Il deserto dei tartari), cui si unisce Elsa Morante (La storia).
Nell’insieme la letteratura straniera (18 esempi, soprattutto di area inglese) risulta più rappresentata di quella italiana (8 esempi), con titoli come Follia (McGrath), Il cardellino (Donna Tartt), La canzone di Achille (Madeline Miller), Marina (Carlo Ruiz Zafón), il caso ibrido italo-tedesco di La baracca dei tristi piaceri (Helga Schneider, 2009), Melody (forse Martin Suter 2025. Lo stesso titolo porta un libro per ragazzi di Sharon M. Draper, 2020). Stupisce un po’ di trovare titoli di solito fruiti da ragazzi/e più giovani, come Il GGG (Roald Dahl), Harry Potter (2), Hunger games (Suzanne Collins) o Un’estate con la strega dell’ovest e altri racconti (Kaho Nashiki, 2019). Giapponese è anche l’autore di Se i gatti scomparissero dal mondo (Kawamura Genki, 2020).
Tra gli scrittori italiani contemporanei figura solo D’Avenia con L’appello. Le scrittrici ricordate sono Oriana Fallaci (Un uomo), Elsa Morante (La storia), Elena Ferrante (L’amica geniale) e Rosella Postorino (Le assaggiatrici di Hitler).
Perfettamente pari la divisione per genere, 13 risultano cioè gli autori e 13 le autrici citate.
2 ragazzi e 6 ragazze non hanno indicato alcun libro. Una di queste (S25) dichiara di aver studiato Morante, di conoscere Ferrante, ma poi lascia vuoti sia questo campo che quello relativo all’ultimo libro letto, il che potrebbe far pensare ad una conoscenza legata più alle serie televisive che alla vera e propria lettura. Anche un'altra intersezione porterebbe a questa conclusione. Ripropongo i risultati:
Domanda 17, Scrittrici studiate: Elsa Morante (10), Elena Ferrante (2), Alda Merini (2).
Risposta 18, Scrittrici italiane conosciute: Elsa Morante (15 attestazioni, una delle quali da parte di un ragazzo), Elena Ferrante (13), Alda Merini (7), Michela Murgia (7), Grazia Deledda (2).
A fronte infatti dell’alta frequenza di Morante, Ferrante e Murgia e Merini tra le scrittrici note, solo una ragazza nomina L’amica geniale tra i romanzi che le sono piaciuti, ed una La storia. Non viene citato nessun libro di Merini. Nelle risposte sull’ultimo libro letto Ferrante sale a 5, e compare Murgia con Stai zitta e Accabadora. La sproporzione porterebbe a ipotizzare, come si è sopra accennato, al fatto che la conoscenza di queste autrici è legata anche alle fortunate serie televisive o ad altri canali (podcast e altri contenuti disponibili su social e piattaforme). Spiace non poter verificare questa ipotesi, per l’interruzione dei contatti con gli/le studenti.
Partendo dalla risposta alla domanda 20, relativa all’ultimo libro letto, ho provato ad analizzare le preferenze per genere letterario. La saggistica è presente con Stai zitta di Murgia e le interviste ai due magistrati uccisi dalla mafia (Le ultime parole di Falcone e Borsellino curato da Antonella Mascali). Il fantasy è ancora rappresentato da Hunger games, cui si unisce anche Lightlark di Alex Aster, definito una perfetta mescolanza di sentimentale e fantasy.[28] Il genere noir porta la firma di Antonio Manzini (7/7/2007, 3 ocorrenze) e Murakami (L’assassinio del commendatore). Potremmo affiancare il giallo di Christie (Assassinio sull’Orient Express) e il thriller di Wulf Dorn (La psichiatra). Non sono riuscita a verificare a che genere appartiene Nella mente di un criminale, romanzo forse di Jonas Rappeport (Di Renzo editore, 1999. Esistono più libri con questo titolo), ma ipotizzo si possa collocare in questa area, per un totale di 6 o 7 romanzi riconducibili.
Al romanzo storico sono ascrivibili La sposa normanna di Carla Maria Russo, che racconta di Costanza d’Altavilla, e Una pedina di vetro di Antonella Tavassi La Greca, su Giulia, figlia dell’imperatore Augusto.
Come “sentimentale” sono poi catalogati i romanzi La ragazza nel sole di Lucinda Riley e Le confessioni del cuore di Colleen Hoover.
Il resto ci riporta ai titoli già incontrati, Orgoglio e pregiudizio, L’amica geniale (5), Il ritratto di Dorian Gray, Nôtre-dame de Paris, a cui si affianca Cime tempestose. Un uomo di Fallaci si aggiunge a Lettera a un bambino mai nato, proposto nella domanda precedente dalla stessa studente.
Nominati solo qui e solo una volta sono invece Una vita come tante (storia dell’amicizia tra quattro amici, ambientato a New York), Il cavaliere inesistente, Edipo re, Cherie, L’alchimista, Una vita violenta, e come si è detto Accabadora di Michela Murgia. Il numero degli/delle studenti che non risponde scende a 4, il che farebbe pensare che quasi tutti/tutte leggano. Una ragazza ha scritto che non ricordava il titolo, ma l’ultimo libro letto parlava di “una donna forzata al matrimonio ancora da bambina”, tema su cui sono stati scritti romanzi diversi[29].
In conclusione si potrebbe dire che nell’insieme le/i giovani del campione esaminato leggono per divertimento ed evasione (generi noir, giallo, thriller, fantasy e sentimentale: in tutto 12 titoli su 29 risposte alla domanda 20, cui possiamo idealmente aggiungere i 2 Harry Potter della domanda 19). I grandi nomi della letteratura inglese del passato continuano ad avere presa (Austen, Alcott, Brontë, Wilde, 10 occorrenze su 28 risposte alla domanda 19). Il fatto che questi classici siano citati tra i libri che sono piaciuti “libera” la risposta dal rischio che siano state letture imposte dalla scuola, ma non gradite.
La letteratura italiana è nell’insieme poco presente, tanto per quanto riguarda gli autori e le autrici del così detto canone, che per quanto riguarda il panorama contemporaneo. Queste le citazioni nell’insieme dalle due domande (riportate in ordine di tempo):
Tabella 3 - Letteratura italiana
Si tratta quindi di 13 autori/autrici, su un totale di 42 nominati/e. Il che rafforza nella convinzione che si possano far conoscere nuove autrici italiane, tenendo nel contempo attiva anche la memoria di grandi nomi del passato, come Sibilla Aleramo, Grazia Deledda, Natalia Ginzburg, Renata Viganò, Vasco Pratolini, Cesare Pavese, Beppe Fenoglio, solo per fermarsi ad alcuni di quelli che non devono assolutamente uscire dai radar.
Le ultime considerazioni vanno al modo in cui gli/le adolescenti leggono, perché anche questo dovrebbe essere tenuto presente da chi vuole potenziare l’attitudine alla lettura.
Un gruppo di 9 studenti (denominati S1, S4-S13), presente ad un incontro in Sapienza che in realtà era stato annullato per indisponibilità di alcune scuole, ha compilato un primo questionario sprovvisto della richiesta aperta “Qualsiasi considerazione sulla tua attitudine alla lettura, la tua dimestichezza con i libri, le modalità di lettura (acquisto, prestito biblioteca, scambio tra amici/amiche, libri presenti in casa, ebook, libri online, altro …)”. La domanda forse poteva essere precisata meglio, nel senso che “libri online” si riferiva alla lettura, ma poteva essere inteso anche in relazione all’acquisto. Tra i modi di reperire i libri mancava inoltre l’opzione “regalo” che credo resti frequente.
Su 27 studenti restanti 22 hanno fornito alcune indicazioni, solo 5 non hanno detto nulla.
Il primo dato è che poco meno di un terzo circa (7 studenti) ha dichiarato, in modo più o meno deciso, di non amare la lettura o di non essere lettore/lettrice forte. Tra questi/queste decisamente refrattaria S18, nelle cui parole si coglie una certa esasperazione (“La cosa che meno mi piace è leggere e sentir parlare di filosofia o in generale di letteratura”). Diminuzioni nella lettura sono state imputate da 2 studenti agli impegni scolastici o di altro genere, da una alla mancanza di libri interessanti, all’epoca delle medie. Una ragazza ha parlato invece di oscillazioni tra periodi di letture intense e periodi si assenza di lettura.
Per il resto si potrebbe dire che chi legge, legge parecchio e con convinzione. Una decina di ragazze ha asserito infatti di amare la lettura, anche molto, di leggere spesso o molto, di rilassarsi molto leggendo. Un profondo cambiamento di rotta ha delineato invece S15, affermando di essere divenuta “una lettrice appassionata” grazie all’intermediazione di una persona (e qui si potrebbe riflettere sul ruolo che i/le docenti hanno o potrebbero avere).
Per quanto riguarda il supporto, i libri cartacei (10 occorrenze) hanno ancora la meglio sugli ebook (2) e sui libri disponibili online (4). S24 ha precisato invece che acquista i libri online, possibilità che non era stata chiaramente formulata nella domanda. Solo 2 studenti si recano ancora in biblioteca, un’altra ha specificato “Un tempo scambiavo i libri con delle amiche, oppure li prendevo dalla biblioteca di quartiere. Non mi piace usufruire dei libri online, perché non catturano la mia attenzione” (S30). La marca temporale acquista un connotato quasi favoloso, quasi a indicare un costume risalente ad un’epoca assai lontana, mentre deve risalire a qualche anno fa, considerata l’età complessiva della scrivente.
Nell’insieme quindi la lettura è una pratica ancora amata e utilizzata, anche se talvolta con difficoltà. Ci si può interrogare sulle modalità per potenziarla, a partire proprio dal suggerimento di libri adatti all’età, prescindendo dall’ansia di svolgere il programma, e dalla ancora meno giustificata preoccupazione di far leggere prevalentemente gli autori del così detto e limitato canone.
8. Rilevazione del livello di interesse per i passi esaminati
Il livello di interesse e di immedesimazione nei passi analizzati è stato rilevato continuamente, mediante richieste orali, nel corso dei singoli incontri, ed anche in maniera specifica, sia attraverso una scheda di valutazione del passo che per mezzo di alcune domande presenti nel questionario finale. Non tutti/e intervenivano spontaneamente, era abbastanza evidente che alcune studentesse apparivano più spigliate, più inclini a contributi autonomi, altre/i erano un po’ esitanti o più timide. Per questo a partire dal III incontro si è preferito predisporre una scheda di valutazione che riportasse le singole opinioni, attraverso due sole domande
1) Nell’insieme il passo presenta temi, dinamiche o aspetti in cui una ragazza di oggi può riconoscersi
2) Nell’insieme il testo ti è piaciuto
1. per nulla 2. poco 3. sufficientemente 4. abbastanza 5. molto.
I sei gruppi creati erano composti mediamente da 5 studenti (raramente 4 o 6), in ogni incontro sono stati analizzati da 6 a 8 passi (8 solo nel III incontro perché alcuni erano molto brevi). In tutto nei cinque incontri precedenti quello con Campofreda sono stati letti e discussi 34 passi. I testi sono stati utilizzati in questa misura:
L’acqua del lago non è mai dolce: 6 passi;
Ragazze perbene: 4 passi;
Oliva Denaro, Da parte di madre, Una donna, La Malnata: 3 passi;
Nei nervi e nel cuore, L’amica geniale, La strada che va in città: 2 passi;
Pimpi oselì, Stella mattutina, Niente fiori, Mia madre è un fiume, Madre piccola, Quaderno proibito, La più amata: 1 passo.
Le/gli studenti avrebbero dovuto completare a casa la lettura dei passi analizzati e sintetizzati dagli altri gruppi, caricati tutti su una cartella Drive appositamente predisposta, ma hanno ammesso di non avere il tempo di farlo (le più interessate hanno integrato la lettura con alcune fotocopie cartacee fornite in classe).
Riporto le valutazioni delle schede di 20 passi analizzati negli ultimi tre incontri,[30] legati in tutto a 13 romanzi ed un racconto. I due valori si riferiscono alle domande 1 e 2 della scheda, cioè al livello di immedesimazione ed al giudizio complessivo sul testo. Per brevità si indicano i romanzi con il nome della protagonista.
Tabella 4 - III, IV, V incontro
Per quanto riguarda l’identificazione nei personaggi letterari proposti, dai dati raccolti e dalle discussioni svolte in classe emerge quindi che i/le partecipanti si sono riconosciuti/e soprattutto in “temi, dinamiche o aspetti” presenti nei passi tratti dai romanzi Ragazze perbene di Olga Campofreda (Agata, Clara: 4,8), L’acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito (media dei tre passi: 4,04, protagonista Gaia), Stella mattutina di Ada Negri (Ada, 4), Nei nervi e nel cuore di Rosella Postorino (Rosella, 4), Madre piccola di Ali Farah (Domenica, 4) L’amica geniale di Elena Ferrante (Lenù, 3,75). In alcuni casi l’identificazione in questi aspetti corrisponde all’apprezzamento per il passo nell’insieme (per gli estratti da Ferrante, Postorino, Ali Farah, Caminito). In altri casi le/gli studenti hanno colto delle differenze rispetto al presente, quanto raccontato consuonava cioè meno con la loro esperienza, ma hanno avvertito l’efficacia dei passi, per esempio a proposito di Oliva denaro e di Quaderno proibito.
9. Letteratura, stereotipi e modelli di genere: alcuni dati del Questionario di uscita
Per quanto riguarda le potenzialità dei testi, altre indicazioni giungono da due ulteriori richieste del questionario d’uscita
Allegato 8 – Questionario di uscita
Tabella 5 - Domande 3, 4, 6, 7
Si tenga presente che solo 16 studenti hanno partecipato all’incontro con Campofreda, quindi la totalità dei/delle presenti ha espresso apprezzamento per questa opportunità di dialogo e confronto.
10. Esiti del Pcto – Giudizi sulle scrittrici
Si può dire che il Pcto abbia raggiunto un obiettivo importante, quello di attirare l’attenzione sulle scrittrici italiane e di suscitare interesse per le loro opere. Lo confermano le rispose alla prima domanda del Questionario di uscita,
Domanda 1) Rispetto all’inizio del percorso Pcto, il tuo interesse per le scrittrici italiane:
0 è diminuito 7 è rimasto sostanzialmente uguale 26 è aumentato.
La seconda domanda del questionario di uscita chiedeva poi di indicare l’autrice che più aveva colpito. Meno della metà delle/degli studenti non è stata purtroppo presente all’incontro con Olga Campofreda, come si diceva, ma ho potuto raccogliere in totale 33 questionari svolgendo un ulteriore incontro presso la scuola da cui proveniva un’intera classe (16 ragazzi/e). Oggetto dell’incontro è stata l’analisi del romanzo Ragazze perbene. Fatta salva la compiutezza del romanzo, immagino che la lettura dell’opera intera abbia consentito un diverso livello di coinvolgimento. Questo l’esito delle risposte:
Tabella 6 - Domanda 2
Nelle motivazioni addotte per la scelta della scrittrice che più si è impressa all’attenzione si trovano riferimenti alla lettura integrale del romanzo di Olga Campofreda, alla possibilità di dialogare con la scrittrice, ma anche alla sua capacità di cogliere tratti tipici dell’adolescenza. Questo aspetto ha permesso quindi un profondo livello di immedesimazione, in cui in un certo senso “si sublimavano” molti dei temi incontrati nella lettura dei testi, come ha efficacemente riassunto uno studente: «Olga Campofreda perché è riuscita ad agglomerare tutti gli estratti che abbiamo letto nei vari incontri».
Ma per cogliere meglio le ricadute delle attività svolte (lettura e discussione sui passi; lettura del romanzo di Campofreda e incontro con la scrittrice) vale la pena ascoltare altre opinione dei/delle partecipanti, il cui entusiasmo ha superato qualsiasi aspettativa. Si tratta sempre delle risposte alla domanda 2) del Questionario di uscita (“Quale autrice ti ha colpito di più e perché”).
- Q1 Olga Campofreda, perché ho avuto l’opportunità di comprendere i suoi pensieri, incontrandola dal vivo. Tuttavia mi ha anche colpito Sibilla Aleramo, perché la tragica storia di abuso di cui scrive è quella provata da lei in prima persona.
- Q2 Olga Campofreda, è riuscita a far emergere le problematiche esistenti nelle situazioni che ogni giorno vediamo accadere sotto i nostri occhi e spesso non ce ne accorgiamo.
- Q3 Olga Campofreda poiché è riuscita a cogliere aspetti più nascosti, da un punto di vista anche emotivo della fase adolescenziale femminile.
- Q7 Olga, perché è stata la prima autrice italiana di cui ho letto un romanzo e mi ha suscitato l’interesse di leggere delle autrici italiane e di questo tipo di letteratura.
- Q8 Olga Campofreda perché ho avuto modo di confrontarmi direttamente con lei, anche Alba De Cespedes perché mi è piaciuto molto il personaggio di Mirella.
- Q11 Olga Campofreda, perché era una scrittrice che non conoscevo e di cui mi è piaciuto il libro letto per il percorso pcto.
- Q12 Olga Campofreda, per l’intensità degli argomenti trattati nel romanzo.
- Q15 Olga Campofreda in quanto ha rappresentato l’ideale di “ragazza per bene” che secondo me persiste tutt’oggi e influenza in negativo il comportamento delle ragazze.
- T7 Olga Campofreda, perché mi ha permesso di riflettere su come le donne sono sempre inserite e catalogate in un unico ruolo che è quello familiare.
- T8 Olga Campofreda e Giulia Caminito le ho trovate contemporanee.
- T15 Credo proprio Olga Campofreda con il libro “ragazze perbene”, in quanto crea in Clare [Clara], un ideale di donna che vuole essere indipendente dalle opinioni degli altri
- T3 Elena Ferrante perché spiega perfettamente l’infanzia e l’adolescenza delle ragazze, sotto un punto di vista intimo e personale.
- T5 Elena Ferrante perché parla di realtà nel sud Italia ancora verificabili ora.
- T13 Elena Ferrante, per il modo in cui riesce a descrivere l’adolescenza e le sue difficoltà anche attraverso ragazze d’altri tempi.
- T1 Non ho una scrittrice in particolare. Mi hanno colpito tutte in modo diverso, sicuramente mi sento più vicino alle donne del passato, protagoniste di cui abbiamo letto. Mi sono sentita accolta da personaggi immaginari che dovrebbero conoscere tutti e tutte.
- T9 Non c’è stata un’autrice che mi ha colpito particolarmente, però mi sono piaciuti i testi di Giulia Caminito, “Gaia” e di Elena Ferrante, “Lenù”.
- T11 L’autrice che mi ha colpito di più è stata Viola Ardone con Oliva perché il passo letto era secondo me molto attuale.
- T12 L’autrice che mi ha colpito di più è Viola Ardone in quanto mi ha colpito molto il racconto e la storia di Oliva.
- T14 Mi sono riconosciuta in Mirella, Gaia e Oliva ma in generale un po’ tutti i testi per alcuni dettagli, come abbiamo detto e discusso i temi sono moderni. In tutti i testi è presente una parte di me.
- A1 Non saprei dare un giudizio perché sono rimasta colpita da ogni singolo testo.
“Mi sono sentita accolta”, “in tutti è presente una parte di me”: non so immaginare parole più efficaci per esprimere la forza straordinaria della letteratura.
11. L’elaborato finale – una risposta creativa
Si è cercata la partecipazione attiva dei/delle studenti anche nella produzione di un elaborato finale, che offrisse un’occasione di riflessione personale e di espressione creativa. Si voleva non penalizzare chi non fosse tanto abile nella scrittura, e nello stesso tempo non appesantire con ulteriori “compiti” il carico di lavoro già impegnativo in IV liceo. Si era pensato di chiedere di preparare un “promo”, un piccolo video di promozione della lettura di un libro letto, ma non c’è stato il tempo di lavorare su questa modalità di comunicazione, per cui la consegna è stata estremamente semplice:
Scatta un'istantanea. Ferma quello che pensi ora del mondo degli adulti, del loro modo di rapportarsi a te ed agli/alle adolescenti, per ricordarlo quando sarai a tua volta adulta/adulto.
Puoi usare qualsiasi tecnica e mezzo espressivo, dal testo scritto (anche sotto forma di lettera o di poesia), al video, la canzone, il fumetto o altro.
Sei libera/o di lavorare da sola/o oppure in gruppo, a tua scelta.
Un quarto di quanti/quante hanno consegnato il lavoro ha scelto di scrivere una poesia, alcune studenti hanno steso una sorta di lettera a sé stesse. Due ragazze hanno creato uno spot pubblicità-progresso, sulla necessità di intesa tra giovani ed adulti. Un ragazzo è partito da una foto per le sue considerazioni. Riporto qualche esempio, a testimonianza dell’originalità di alcuni lavori.
The Youngs and the Olds
I’ll blow out seventeen candles in a month,
And I would like to spit some thoughts out of my mouth.
In seventeen years, never a glimpse of me was taken by anyone,
Even though I always lived out in the light of sun.
The Grown-ups are too incapable to catch the essential nature of the human being,
Crumbled by the heaviness of living,
Lacked the emotional intelligence,
But very competent in matters of negligence.
The Youth can be miserable and not enough,
but happiest and too much.
The youngers can be at a party and have their heart all over the place.
They may cry away their unclear problems,
Then sing with all the voice in the body their life anthems,
Songs that reflect their life just so little they have the similarities to chase.
I’m part of the Youth,
But I’m quite different from both.
Older ones silence the reality of the things all the time,
Even if I desire a wounding truth to be mine.
They don’t lie, don’t change the facts,
How a fake lover acts.
They just stay in this wordless state,
It makes me feel like two thousand pounds is my weight.
Young ones are amused by lying.
They hid malice behind their smiling.
Sincerity is so boring,
when you could be gossiping.
But I have one more thing to say.
If the teens and the olds around you are walking on your same integrity way,
You might be happy be stay.
Gli adulti…
ombre e luci che camminano accanto,
con il peso sulle spalle di sogni,
di promesse lanciate nell’aria
e risposte che sembrano silenzi.
Li guardo –
così grandi, eppure a volte smarriti,
con lo sguardo che cerca qualcosa
lì dove non cresce niente.
Sembrano sapere tutto,
ma poi confondono le parole,
dicono una cosa
e ne sentono un’altra nel cuore.
Pilastri che ci sostengono,
ma come tutte le opere umane
crollano sotto il peso del tempo.
Parlano di regole, di limiti, di doveri,
ma chi li ha visti davvero inseguire i propri sogni?
Hanno le mani stanche,
i cuori nascosti dietro a mille “va tutto bene”.
Eppure chiedono a noi di essere forti,
di sapere, di scegliere,
di non avere paura.
Sono un mistero, gli adulti.
Come libri aperti,
ma scritti in una lingua che a volte non capisco.
Forse hanno solo fretta.
O forse hanno paura di fermarsi.
Forse il tempo li rincorre,
e loro non sanno più dove andare.
E io…
io mi chiedo, nei momenti di silenzio:
diventerò così anche io?
Con l’anima impigliata tra sogni e doveri?
O riuscirò a restare bambina,
a credere ancora in qualcosa di mio?
Guardo gli adulti con occhi pieni:
di domande, di amore,
di un po’ di giudizio …
Alcune volte gli adulti si colorano di verde, altre volte di viola o di blu dimenticandosi che una volta sono stati rosso acceso.
Alcune volte gli adulti si colorano di giallo, altre volte di arancione o di verde acqua dimenticandosi che una volta sono stati rosso vivo.
Alcune volte gli adulti perdono la farfalla della loro adolescenza dimenticandosi quello che sono stati, dimenticando la paura, l’ansia e l’insicurezza di un’adolescenza, per questo non riescono a rapportarsi con chi l’adolescenza la sta vivendo qui ed ora.
Il te bambino custodirà sempre la farfalla, l’accesso alla comprensione degli adolescenti, sta a te però ricordare.
Io li vedo così gli adulti di oggi, alcune volte si dimenticano che sono stati rosso accesso.
Forse per paura o forse per facilità, chi lo sa.
Sine cera
Cammino…
Due genitori si tengono per mano, il fruttarolo vende l’uva, il vento scuote i capelli dell’anziana signora che la compra. Intanto un prof di filosofia esce dalla macchina per andare a scuola e il giornalaio dell’edicola commenta di una guerra “lontana” con il signorotto di provincia che quarant’anni fa s’è trasferito in città.
Cammino e sento gli studenti parlare, c’è chi vorrebbe tornare al mare, chi è deluso da un amore estivo, chi durante le vacanze non sapeva più che fare. Poi c’è Thomas, che quattro ore fa ha smesso di lavorare e non è riuscito a studiare. C’è Stella con gli occhi rossi per le lacrime (suo padre se n’è andato ieri da casa). Cosimo fa ridere tutti con le sue battute ma la rabbia dentro lo assale: i suoi nonni lo stanno per lasciare. Nonostante il caldo Greta ha la felpa di suo fratello addosso, perché stamattina allo specchio non si riusciva a guardare. Luisa resta in silenzio, perché non vuole mai sbagliare. Luigi, suo cugino se ne vorrebbe solo andare, per questo oggi non c’è, probabilmente sarà andato a leggere al lago o in escursione al Monte Cavo, anche se fa credere a tutti che gli piaccia correre in moto e bruciarsi i polmoni con il fumo, che i libri siano cose da “femminucce” e che sia debole chi si sofferma troppo a guardare “acqua, fiori e ‘ste cazzate”.
Chiudo gli occhi. Li riapro.
Questo è il mio sogno, questa è l’adulta che voglio diventare: non una perfetta, che additi e giudichi ogni errore, coprendo le ferite con la cipria anziché metterci sopra l’acqua ossigenata. Voglio saper andare oltre quel che appare e toccare l’essenza stessa delle persone. Voglio saper restare quando un giovane accanto a me si sentirà crollare. È più bella un’opera sincera, sine cera, autentica, in cui siano presenti i difetti, vivi veri, che una statua in cui essi siano ricoperti e nascosti alla luce. Da grande voglio saper guardare, esserci sempre ad ascoltare, senza la fretta di scappare…
Da grande mi basta amare, senza condizioni, tutti i giorni, fino alla fine.
12. Conclusioni
Nell’insieme il percorso ha permesso alle/ai partecipanti di conoscere diverse scrittrici italiane, contemporanee e del Novecento, rispondendo all’esigenza di saperne di più, di non studiare solo autori canonici. Partendo dalla rappresentazione letteraria dell’adolescenza ha fornito inoltre lo spunto per molte discussioni su stereotipi e modelli di genere e su temi di estrema attualità (come quello della violenza sulle donne), sia nella dimensione ristretta e paritetica del gruppo che esaminava i singoli passi, sia in quella allargata della classe intera e del confronto con la docente. È stato così possibile offrire uno spazio di parola e di riflessione a tutti/e, in un contesto non giudicante e non valutativo che ha favorito l’apertura e il dialogo. I/le partecipanti hanno espresso i loro giudizi su punti di forza e di debolezza del Pcto, criticando la ripetitività delle attività proposte, come si è visto, ma l’impressione è che abbiano colto il suo scopo, quello di mostrare la forza e la ricchezza dei testi proposti e il loro potenziale per la comprensione del presente, dell’adolescenza e del suo carico di complessità. Penso di poter interpretare in questo senso le parole di alcune/i di loro:
- T1 Sono partita senza aspettative e finisco questo percorso con tante aspettative per un futuro progetto, l’ho trovato estremamente utile a livello formativo e anche confortevole, un punto di forza secondo me è proprio la fase di discussione tra i partecipanti, mi sono trovata alla pari degli adulti presenti ed anche libera di esprimere ciò che pensavo senza dover compiacere per forza chi mi circonda.
- T2 È stato bello riflettere su argomenti legati al femminile e soprattutto all’adolescenza e la quantità di domande e spunti di riflessione. È stato bello essere molto coinvolti e sentirsi visti, ascoltati, parte del progetto.
- T14 personalmente penso che questo percorso abbia solo punti di forza perché mi ha aperto tante visioni diverse, ha abbattuto i soliti stereotipi ed infine è stato bello confrontarmi con gli altri ragazzi che hanno partecipato.
La scommessa era quella di provare che i libri parlano di noi, che da essi possiamo apprendere quello che ancora non sappiamo. Forse qualcuno/a si è ritrovato/a nelle parole di Hrabal, con cui il percorso è stato aperto:
Ogni giorno io sbigottisco dieci volte, come ho potuto allontanarmi così da me stesso. Così alienato e derubato ritorno anche dal lavoro; silenzioso e in profonda meditazione cammino per le vie, oltrepasso i tram e le auto e i passanti nella nube di libri che ho trovato quel giorno e che porto a casa nella borsa, passo sognante con il verde senza neppure accorgermene, non urto contro i lampioni né contro i passanti, soltanto cammino e puzzo di birra e di sporcizia, ma sorrido, perché in borsa porto libri dai quali mi aspetto che a sera da loro apprenderò su me stesso qualche cosa che ancora non so (B. Hrabal, Una solitudine troppo rumorosa, Einaudi, Torino 1968).
Bologna, 13 giugno 2025
BIBLIOGRAFIA e SITOGRAFIA
Alfonzetti B., Andreoni A., Tognarelli C., Valerio S. (a cura di), Per un nuovo canone del Novecento letterario italiano. Le narratrici, Atti del Convegno internazionale del Gruppo di ricerca ADI-Associazione degli italianisti «Studi delle donne nella letteratura italiana», 15-16 dicembre 2021,
https://www.italianisti.it/pubblicazioni/atti-di-congresso/per-un-nuovo-canone-narratrici/2023%20Le%20narratrici%20AdI.pdf.
Astremo R., L’identità dell’adolescente nella narrativa italiana del nuovo millennio. Ammaniti, Cognetti, Vinci, Milella, Lecce 2024.
Bertolio J.L., Controcanone – La letteratura delle donne dalle origini ai giorni nostri, Loescher, Torino 2022.
Bini D., Quinto M. (a cura di), Fuori programma. Scrittrici italiane dal Novecento ad oggi, Mimesis, Sesto San Giovanni 2023.
Brogi D., Lo spazio delle donne, Einaudi, Torino 2022.
Mondello E., L’età difficile. Immagini di adolescenti nella narrativa italiana contemporanea, Perrone, Roma 2016.
Orsi M., Fading Away: Women Disappearing from Literature Textbooks (How Italy Obliterates Female Intellectual Work), in S. Hecker, C. Ramsey-Portolano (eds), Female Cultural Production in Modern Italy. Literature, Art and Intellectual History, pp. 19-36, Palgrave Macmillan, Cham 2023.
Sapegno M.S., Figlie del padre. Passione e autorità nella letteratura occidentale, Feltrinelli, Milano 2018.
Turnaturi G., Immaginazione sociologica e immaginazione letteraria, Laterza, Roma 2003.
Enciclopedia delle donne, https://www.enciclopediadelledonne.it/.
Mis(s)conosciute – Scrittrici tra parentesi, https://missconosciute.wordpress.com/.
Società delle letterate, https://www.societadelleletterate.it/.
Podcast Nina, Società delle letterate, https://open.spotify.com/show/76V28xSOMsW9TyqKuLm4zE.
[1] Università Sapienza, Dipartimento SARAS (Storia, Antropologia, Religioni, Arte, Spettacolo), Responsabile del percorso la prof.ssa Romana Andò.
[2] Marianna Orsi, Fading Away: Women Disappearing from Literature Textbooks (How Italy Obliterates Female Intellectual Work), in S. Hecker, C. Ramsey-Portolano (eds), Female Cultural Production in Modern Italy. Literature, Art and Intellectual History, pp. 19-36, Palgrave Macmillan, Cham 2023. La studiosa ha verificato inoltre che le cose non vanno molto meglio all’università, dove la presenza di autrici nei programmi raggiunge al massimo il 9%.
[3] https://link.springer.com/chapter/10.1007/978-3-031-14816-3_2.
[4] J.L. Bertolio, Canone e merito: un binomio fatale, «La ricerca», n. 24, maggio 2023, Anno 11 Nuova serie, 10.6.2023, pp. 28-32, https://laricerca.loescher.it/canone-e-merito-un-binomio-fatale/.
[5] J.L. Bertolio, «Donne di tutto il mondo unitevi!» Il saggio- manifesto di Federico Sanguineti, «La ricerca», 14.11.2022, https://laricerca.loescher.it/donne-di-tutto-il-mondo-unitevi-il-saggio-manifesto-di-sanguineti/.
[6] F. Sanguineti, Per una nuova storia della letteratura, Argo, Ancona 2022. La proposta francese è tratta da S. Rignault, P. Richert, La répresentation des hommes et des femmes dans les livres scolaires. Rapport au Premier ministre, Parigi 1997, p. 70, citato in nota a p. 17.
[7] F. Sanguineti, Per una nuova storia della letteratura, cit., p. 16. Alla nota 9 della stessa pagina l’autore richiama il saggio di D. Danna, Ginocidio. La violenza contro le donne nell’era globale, Eleuthèra, Milano 2007.
[8] D. Brogi, Lo spazio delle donne, Einaudi, Torino 2022, p. 23. A pagina 14 la studiosa spiega che “pattumiera della storia” è un’espressione umoristica impiegata da Jacky Fleming per indicare proprio lo spazio marginale, talvolta occultato o estromesso dalla memoria ufficiale, assegnato alle donne in molti ambiti del sapere, J. Fleming, Breve storia delle donne, Corbaccio, Milano 2016.
[9] D. Bini, M. Quinto, Fuori programma. Scrittrici italiane dal Novecento a oggi, Mimesis, Sesto San Giovanni 2023, pp. 7-8.
[10] Ivi, p. 8.
[11] Ivi, pp. 8-9.
[12] G. Turnaturi, Immaginazione sociologica e immaginazione letteraria, Laterza, Roma 2003, p. 39.
[13] “fuori campo attivo”, ossia “pensiero, discorso e visione che restituiscano presenza a ciò che è stato fatto tacere”, D. Brogi, Lo spazio delle donne, cit., p. 34.
[14] Federico Manzon, Alma, polifonia di una terra di confine, Circolo Culturale Sloveno, Duino Aurisina (Trieste), 25.01.2025.
[15] François Truffaut, Le plaisir des yeux, “Le Courrier de l’Unesco”, numero speciale sui bambini, 6 febbraio 1975.
[16] G. Caminito, L’acqua del lago non è mai dolce, Bompiani, Milano 2021, pp. 47-48.
[17] Cristina Ali Farah, Igiaba Scego, Ornela Vorpsi, Elvira Mujčić costituiscono importanti voci nel panorama letterario italiano. Ali Farah è nata a Mogadiscio da padre somalo e madre italiana; Igiaba Scego è figlia di un ambasciatore e ministro somalo emigrato dopo il colpo di stato del 1969 ed è nata in Italia. Ornela Vorpsi è di origine albanese, Elvira Mujčić bosniaca. Sembrava importante includere almeno un passo di una di queste autrici, affinché anche studenti di origine straniera potessero sentirsi rappresentati/e.
[18] A. De Cespedes, Quaderno proibito, Mondadori, Milano 1967, p. 116, (ed. or. Milano 1952, ma 1950-51 su La settimana Incom illustrata).
[19] R. Postorino, Nei nervi e nel cuore. Memoriale per il presente, Solferino, Milano 2024, pp. 37-39.
[20] O. Campofreda, Ragazze perbene, NNE, Roma 2023, p. 127.
[21] Ivi, p. 179.
[22] Faccio mie le considerazioni di Roberta Mazzanti e Silvia Neonato, L’invenzione delle personagge, Iacobelli, Padova 2016.
[23] Pseudonimo di una scrittrice di nome Matilde, che non ha voluto far sapere il suo cognome. Ha pubblicato i suoi primi libri (Fabbricante di lacrime e Nel modo in cui cade la neve) a puntate, sul social network Wattpad, nel 2017. Un articolo uscito a maggio 2023 su La stampa la presenta come «meno che trentenne, emiliana e laureata in legge», Erin Doom, Matilde la scrittrice sconosciuta più venduta d’Italia svela il suo volto da Fazio a Che Tempo Che Fa: “Eccomi, sono io”, «La Stampa», 14 maggio 2023. I suoi romanzi sono editi da Magazzini Salani a partire dal 2021.
Il libraio definisce il suo caso «il primo vero fenomeno italiano di successo su TikTok», trasformatosi presto in un vero caso editoriale per le 450mila copie vendute (Fabbricante di lacrime” di Erin Doom è il libro più venduto in Italia nel 2022, in Il Libraio, 2 gennaio 2023).
[24] Dall’Emilia proviene anche Felicia Kinglsey, pseudonimo di Serena Artioli, nata a Carpi nel 1987 e laureata in architettura. “Matrimonio di convenienza, il suo primo romanzo inizialmente autopubblicato, ha riscosso grande successo in libreria con Newton Compton ed è diventato il secondo ebook più letto del 2017. Stronze si nasce, Una Cenerentola a Manhattan e Due cuori in affitto sono stati nella classifica dei bestseller per settimane. La Newton Compton ha pubblicato anche La verità è che non ti odio abbastanza, Prima regola: non innamorarsi, Bugiarde si diventa e, in ebook, Il mio regalo inaspettato e Appuntamento in terrazzo, i cui proventi verranno devoluti all’Ospedale Policlinico di Modena”, «Amore, ho mal di testa!», le 5 bugie più usate in amore (secondo Felicia Kingsley), Vanity fair 22 maggio 2021.
[25] Salone del Libro 2024: TikTok torna come Official Entertainment Partner e annuncia la prima edizione dei TikTok Book Awards.
[26] È curioso che anche Rowling abbia pubblicato il primo libro con le sole iniziali del suo nome, J.K., come per non manifestarsi del tutto, come fece un secolo prima di lei Jane Austen, il cui Sense and sensibility apparve nel 1811 con la laconica indicazione «by a lady», e fu seguito nel 1813 da Pride and prejudice, «by the Author of Sense and sensibility». È inoltre superfluo ricordare che anche le tre sorelle Brontë, tra le altre, pubblicarono con uno pseudonimo maschile. Alba De Céspedes pubblicò il primo racconto con la sola iniziale del nome, e dovette esigere che i successivi apparissero con il suo nome intero, https://open.spotify.com/episode/7EE2bbVdU6hPDseT4rK1u3?si=enK9Xl10RGaSQ9TDhclq3g, Società Italiana delle Letterate, podcast su Alba De Céspedes.
[27] Se non indicato diversamente si intende una sola occorrenza.
[28] «il primo volume della dilogia di Alex Aster che, con il suo connubio perfetto di romance e fantasy, ha già conquistato il BookTok. Presenza fissa da mesi nella classifica del New York Times, è in corso di traduzione in oltre trenta Paesi ed è già stato opzionato dai produttori di Twilight, che ne faranno un film», dal sito della casa editrice Sperling & Kupfer.
[29] Potrebbe trattarsi di Mille volte gioia di Siba Shakib, Libreria Pienogiorno, Milano 2023, più che de La lunga vita di Marianna Ucria di Dacia Maraini, 1990.
[30] Nel IV incontro sono stati proposti due ulteriori passi, tratti da Una donna e da L’acqua del lago non è mai dolce, ma le/gli studenti non hanno restituito la scheda di valutazione.
[31] Il gruppo valutatore era composto da cinque ragazze, che hanno voluto aggiungere, a proposito dell’interpretazione del passo de La malnata in cui la madre è piuttosto fredda e scostante di fronte alla figlia cui è arrivato il menarca, “Motivi per basse valutazioni I domanda. Le arrivano le mestruazioni e lei non sapeva nulla. Rapporto con la madre così tanto freddo e crediamo che al giorno d’oggi, di solito, non sia così, almeno non così estremo”. In realtà la madre è stata anche vista dalla figlia in compagnia di un amante, ma non si poteva evincere dall’estratto.
[32] Le lettere A, Q, T sono utilizzate per indicare i diversi momenti in cui sono stati compilati i questionari di uscita. Q indica gli/le studenti presenti all’incontro con la scrittrice, T gli/le 16 studenti del Liceo assente, A un’altra studente assente la quale ha inviato per email le sue risposte.