n.14 (novembre 2025)
Percorsi
Nella sezione dei “Percorsi” accogliamo la proposta di Mariza Rusignuolo (Il motivo del manichino in Luigi Pirandello e nella cultura letteraria e pittorica degli anni ‘20 e ’30), che prendendo le mosse dal Pirandello dei Giganti della montagna e dei Quaderni di Serafino Gubbio, traccia un quadro ricco di letture e analisi, che si muove tra letteratura (oltre a Pirandello, Rosso di San Secondo, Palazzeschi e altri) e pittura (De Chirico; Savinio; Carrà; Morandi ecc.), inseguendo la presenza del manichino, vero e proprio emblema della crisi profonda dei valori dell’umanesimo che segnò le generazioni di scrittori e artisti tra gli anni Dieci e Trenta, sul modello euristico di una critica tematica attenta a cogliere i nessi profondi tra un singolo motivo e i tratti dominanti di un’epoca. La proposta, di natura dichiaratamente interdisciplinare (e oltre ai docenti di Letteratura e Storia dell’arte, il percorso potrebbe coinvolgere quelli di Filosofia), si propone come spunto di riflessione su forme di alienazione, di spersonalizzazione o di disumanizzazione che, pur nel mutamento delle forme di comunicazione e dei sistemi di potere, sollecitano domande che guardano potentemente all’oggi.
Dalla scuola
Un progetto didattico particolarmente stimolante e articolato, realizzato presso il Liceo Pimentel Fonseca di Napoli, è qui presentato da Sara de Carlo (Gli alberi, il Mediterraneo e noi. Alcuni spunti per un percorso didattico sul colonialismo), che affronta un tema di scottante attualità (la tragedia palestinese), attraverso un’angolazione particolare (il destino degli alberi che identificano un territorio e una cultura). Lo sguardo su un presente letto con spirito eticamente partecipe viene approfondito da un approccio critico che mette assieme narrazioni contemporanee (C. McCann; A. Gosh; P. Caridi) e l’indagine sulle radici lontane (antropologiche, socioculturali e semiotiche) di fenomeni della drammatica cronaca odierna (l’insediamento israeliano: espressione eufemistica che ne maschera la matrice colonialista), muovendosi nel tempo e o nello spazio (il genocidio dei nativi americani nell’America latina; il disboscamento della Sardegna ‘sabauda’ nel XIX secolo).
Proponiamo, in uno spazio a sé, il resoconto di tre concrete esperienze didattiche elaborate all’interno della Sezione Marche di ADI (Sezione didattica). Tutte le proposte sviluppano, articolandole in maniera diversa, alcune suggestioni teoriche e propositive suggerite da Maria Cristina Casoni all’interno di un Laboratorio su Elsa Morante presentato al Congresso ADI 2025 (per il testo della prof.ssa Casoni si veda la sezione «Per fare il secondo 900 a scuola»). Una breve introduzione generale delle tre esperienze fornisce Cristina Giacomucci (Elsa Morante a scuola: presentazione di proposte didattiche). Si vedano, a seguire, gli interventi di Vania Caporaletti e Morena Rosciani (Verso un nuovo canone al femminile a scuola. La Storia di Elsa Morante: un laboratorio di lettura e scrittura). Nonché il testo di Laura Marinangeli (Ieri come oggi “La guerra non ha un volto di donna”), che inserisce la scrittura di Elsa Morante all’interno di un percorso di letture interdisciplinari, nell’ambito dell’Educazione civica.
Per fare il secondo 900 a scuola
Maria Cristina Casoni propone un percorso di letture incentrate su Il mondo salvato dai ragazzini di Elsa Morante, che non solo mette a fuoco in nesso tra poesia e scrittura narrativa nella scrittrice, ma anche si interroga sul nesso tra canone e storia letteraria, che nel caso della Morante (autrice indiscutibilmente ‘canonica’) si rivela problematico e stimolante. Il focus su alcune poesie della raccolta diventa così lo strumento per definire un nesso possibile, e didatticamente fertile, tra poesia e libertà di pensiero, tra letteratura e pensiero non omologato.
Al lavoro di Maria Cristina Casoni si legano le esperienze didattiche di cui rendono conto gli interventi di Cristina Giacomucci, Vania Caporaletti, Morena Rosciani e Laura Marinangeli (vd. sezione “Dalla scuola”)
Più che una concreta proposta di lavoro a scuola, l’intervento di Cristina Nesi (Pier Paolo Pasolini e il tema della contraddizione) indica ai docenti un suggestivo aggiornamento/approfondimento su Pier Paolo Paolini, un autore che è andato acquisendo negli anni uno spazio sempre più significativo nella prassi scolastica. L’autrice lo fa partendo da una lettura/recensione del recentissimo libro di Paolo Desogus, La difesa dell’umano (La nave di Teseo, 2025), Il volume, prendendo le mosse da un aspetto noto (e autodichiarato) della poetica pasoliniana, la contraddizione e la tendenza all’espressione ossimorica, coglie le profonde radici filosofiche della formazione pasoliniana, tra pensiero marxista, esistenzialismo, antropologia e psicanalisi, fino alle suggestioni auerbachiane, che molto influenzarono la sua poetica cinematografica: un insieme di elementi, suggerisce Nesi, che possono offrire al docente una pluralità di stimoli, approfondimenti e percorsi di lettura.
Ricorre quest’anno il cinquantenario dell’uscita di Horcynus orca, di Stefano d’Arrigo. Accogliamo nella sezione l’articolo di Agostino Arciuolo (Leggere mastodonti. Su e intorno Horcynus orca), anche se non costituisce una proposta didattica in senso stretto, ma una brillante, divagante e molto personale riflessione sul romanzo e la sua scrittura lussureggiante. Un invito a non dismettere, da parte dei docenti, quell’attitudine alla curiosità e alla complessità che, a dispetto dell’appiattimento burocratico troppo spesso dominante nella scuola, dovrebbe continuare a caratterizzare lo spirito intellettuale di un bravo insegnante.
Dibattiti e questioni
Alessandro Ferioli scrive anche quest’anno un esame delle tracce di Italiano proposte all’esame di maturità. Un’analisi accurata, arricchita di importanti approfondimenti disciplinari e da una sensibilità attenta e critica dell’efficacia didattico-valutativa dell’apparato paratestuale delle prove. Ma anche una rivisitazione, a distanza, delle reazioni e dei giudizi che hanno accompagnato l’uscita delle tracce stesse. Una considerazione, infine, di cui l’autore segnala l’importanza, e su cui i docenti sono chiamati a interrogarsi: la crisi (una vera e propria débâcle) della traccia di tipo A (l’analisi del testo), che appare crollata nelle preferenze dei candidati.
Ospitiamo nella sezione anche l’intervento di Valeria Pilone, che riprende con vivacità un tema che ha assunto in questi ultimi anni sempre maggiore importanza ed evidenza, quello della scarsa presenza di autrici femminili nella pratica didattica (e nell’editoria scolastica). L’autrice segnala anche alcune recenti iniziative (convegni e seminari) e pubblicazioni (a partire dai lavori ormai canonici di Jhonny L. Bertolio e Federico Sanguineti), che possono essere utili guide per un ripensamento del canone.