Didattica per la scuola

n. 11 nuova serie ( giugno 2024 )

 

Percorsi

Proponiamo un saggio complessivo di Michele Abbati (Sognare scientificamente) sulla narrativa di Calvino, autore che ha una forte presenza scolastica. La tradizionale formula del percorso antologico di letture, che caratterizza questa sezione della rivista, cede il posto a un saggio che prende in esame le Cosmicomiche (in vista di una loro lettura integrale o significativamente estesa – anche se la parte conclusiva del lavoro propone un’analisi ravvicinata di una ‘cosmicomica’), ma che intende inserire l’opera nel contesto di una ricca individuazione di snodi problematici (soprattutto in relazione alla scienza e alla filosofia come sguardo complessivo sul mondo) che possono risultare, nel contesto scolastico, particolarmente stimolanti, suggerendo all’insegnante spunti di lettura e occasioni di approfondimento e dibattito.

Andrea Virga propone una complessa riflessione, a partire da un libro del 1983 (La fabbrica della peste) del giurista, storico e romanziere Franco Cordero (1928-2020). Un libro, quello di Cordero, che rilegge la Storia della colonna infame di Manzoni con spirito polemico e spesso dissacrante, e che rimodula alla luce di un anticlericalismo militante alcune intuizioni storicistiche di Fausto Nicolini di Peste e untori (1937), che già sollevarono gli strali di Sciascia, grande ammiratore del saggio storico manzoniano. Dalla lettura del libro di Cordero sono tratte indicazioni suggestive (Cordero, tra l’altro, ricostruì una “microfisica del potere” inquisitoriale in cui scorse un’anticipazione dei totalitarismi novecenteschi), che Virga rimodula in una offerta didattica interdisciplinare che invita, polemicamente, al coraggio della complessità e del pensiero critico, nella consapevolezza che spesso «siamo noi docenti a istupidire [gli studenti] ammannendo loro pappette omogeneizzate e sussidiari semplificati».

 

Per capire il secondo Novecento

Nella sezione pubblichiamo lo scritto di Marco Laudieri, Leonardo Sciascia: un percorso di letture tra narrativa, giornalismo e impegno civile, che non si limita a sottolineare l’utilità didattico-formativa (anche nell’ottica dell’educazione civica) di uno scrittore come Leonardo Sciascia, che ha sempre unito alla raffinatezza e alla profondità della scrittura letteraria un vivace impegno politico, ma indica alcuni concreti percorsi di lavoro che coinvolgono la figura pubblica dello scrittore, nel suoi ruoli di giornalista e di deputato. La necessità di confrontarsi con la recente storia repubblicana (dalla lotta alla Mafia agli ‘anni di piombo’) si incontra così con una pluralità di codici e generi, dove la letteratura si incrocia con la prosa dell’intervento polemico, nelle forme dell’editoriale, dell’inchiesta, del pamphlet.

Un raffinato suggerimento di lettura e approfondimento viene da Cristina Nesi (Le vite immaginarie e il tema della felicità ne L’ora di tutti di Maria Corti), che si dedica a un libro del 1963 della critica e scrittrice Maria Corti. Le non scontate precisazioni critiche (contro i luoghi comuni che videro nell’opera della Corti un romanzo storico o una riproposizione, con ambientazione nel XV secolo, di Spoon river) rivelano le molteplici trame di un testo che, partendo dalle intuizioni tardottocentesche delle ‘vite immaginarie’ di Marcel Schwob, tocca la più recente ‘biofiction’ (tra Wilcock, Bolaño e Pontiggia). Indicazioni interpretative che diventano preziose suggestioni di lavoro e di approfondimento per un insegnante che volesse proporre a scuola il libro di Maria Corti, dove i punti di vista narrativi si intersecano e i codici (linguistico, immaginario, visivo) entrano in un dialogo vitale.

Nella stessa sezione accogliamo la proposta di Rossella Romice (Una notte del ’43 di Giorgio Bassani. Una proposta didattica tra narrazione letteraria e riscrittura cinematografica), su uno dei più celebrati racconti dello scrittore ferrarese. Un percorso di lavoro che mette a frutto il molto materiale filologico conservato presso la Fondazione Bassani, e fatto oggetto in questi anni di studi importanti (tra gli altri, di Paola Italia, Angela Siciliano e Beatrice Pecchiari). Un lavoro che non intende ovviamente proporre a scuola alcuna forma di erudizione filologica, ma che – come bene spiega l’autrice – intende «entrare dentro il ‘laboratorio’ della scrittura: farne insomma un’occasione di esercizio di consapevolezza sulle modalità e sulle diverse articolazioni dello scrivere (anche in relazione alla questione, cruciale per la didattica della letteratura, delle ‘riscritture’ nei passaggi tra media e codici narrativi diversi)».

A Gianni Rodari Cinzia Ruozzi dedica un articolo principalmente rivolto ai gradi inferiori di scuola, dalla primaria alla media di primo grado (Sbagliando s’inventa: Il libro degli errori di Gianni Rodari), ma che pone questioni fondamentali, con le quali dovrebbe misurarsi ogni buona didattica. Se, con la serietà rigorosissima che sempre caratterizza il gioco e ogni sua manifestazione, Rodari indicava l’errore ortografico/grammaticale come occasione di creatività linguistica, Cinzia Ruozzi coglie qui le potenzialità di quella suggestione: l’importanza di una didattica aperta all’imprevisto, all’erratica curiosità, all’inatteso che, nella quotidiana esperienza scolastica, può diventare inaspettata occasione formativa.

 

Dibattiti e questioni

Inseriamo in questa sezione l’articolato testo di Dario Ghisolfi (Adottare uno sguardo di genere a scuola), che prende le mosse dalla constatazione della scarsa presenza di autrici femminili tra le letture scolastiche (supportata anche da una indagine sul campo, per quanto empirica e su un campione limitato). Un discorso, quello di Ghisolfi, lontanissimo da una logica superficialmente ‘riparatoria’ (una sorta di ‘quota rosa’ da inserire nel canone scolastico), ma una riflessione importante sull’impiego della letteratura come terreno ideale per un lavoro sulla consapevolezza di genere e sulle forme molteplici, e spesso inconsapevoli, attraverso le quali si esprimono meccanismi pregiudiziali. Il lavoro sulle scrittrici può così diventare un’ importante occasione educativa sulle relazioni umane e la loro complessità.

 

Libri di oggi

Giampaolo Missorini segnala un libro molto recente di Rosella Postorino, classificato al secondo posto alla scorsa edizione dello Strega (Mi limitavo ad amare te, Feltrinelli, 2023). Il romanzo racconta le storie incrociate di quattro bambini sradicati dalla loro terra e dalle loro famiglie durante le guerre della ex-Yugoslavia e adottati in Italia, Sullo sfondo della tragedia della guerra (tornato ora tema di attualità anche nel nostro continente) si snodano vicende che costruiscono un romanzo di formazione plurale, in cui la potenza delle tematiche si sposa con l’uso di peculiari soluzioni narrative (come il ricorso della focalizzazione multipla, l’indiretto libero), che possono offrire importanti stimoli all’insegnante per costruire occasioni di riflessione e favorire processi non superficiali di empatia.