n. 13 nuova serie ( giugno 2025 )
Percorsi
Michele Abbati propone un percorso di letture sulla riarticolazione del mito di Alcesti, la moglie del re téssalo Admeto che accetta di morire al posto del marito: al mito Euripide dedicò una famosa tragedia, che si conclude con un lieto fine. Il lavoro di Abbati segue alcune riarticolazioni e riscritture moderne del mito e della tragedia antica: dalla composita e multiforme versione di Emanuele Tesauro (uno dei maggiori teorici europei del ‘barocco’ letterario), passando per il tetragono spirito tragico alfieriano; fino a due inaspettate riscritture contemporanee, quella di Alberto Savinio (1949) e quella, che ci porta ai nostri giorni, di Giovanni Raboni (2002). Due libere attualizzazioni dell’archetipo teatrale del sacrificio muliebre, che Savinio riambienta nel clima cupo dell’Europa delle persecuzioni razziali nazi-fasciste. In un mondo notturno e inquietante, in un presente distopico dominato da un oscuro e indeterminato sistema totalitario, ci introduce invece il lavoro del poeta e critico Giovanni Raboni. Riarticolazioni tanto più interessanti quanto più capaci di attivare con l’antica fonte un dialogo dinamico e contraddittorio, in cui uno sguardo impietoso sul mondo e sulla realtà umana sembra escludere ogni possibilità di remissione o, come nel caso di Raboni, si caricano di una inquietante ambiguità.
Elena Bittasi (Poesia per musicam) propone un percorso di letture e testi dichiaratamente interdisciplinare: e di una interdisciplinarità non facile, perché la musica – così presente e spesso ‘invadente’ nella nostra vita – ha una incapacità ‘referenziale’ (la musica è se stessa, non rimanda a oggetti della realtà) che la rendono unica rispetto alla parola o all’arte figurativa. Le proposte di letture (incentrate su un musicista barocco attentissimo alla tessitura verbale del testo come Monteverdi, e tutte inserite in un contesto di concreta chiarezza didattica), servendosi di una solida consapevolezza sulle modalità di fruizione del linguaggio musicale, fanno del nesso parola e musica uno strumento utile per accedere a “una fruizione non epidermica del testo”. L’autrice definisce così un’attrezzatura interpretativa che può arrivare a smontare, nei suoi meccanismi essenziali, la matrice archetipica della rappresentazione del femminile, in testi di trappers contemporanei (come il caso eclatante e discusso di Mi piace di Tony Effe), Un bell’esempio di come l’analisi delle forme può portare lontano, e diventare davvero un’occasione importante di educazione alla convivenza civile.
Alessandro Ferioli propone un argomento canonico nella pratica scolastica: una Unità didattica di apprendimento su Verga. Un percorso di lettura che nasce tuttavia da una meditata riflessione, fondata su un robusto impianto teorico, che mette in gioco non solo aspetti di metodo, ma una visione alta, non meramente tecnica, della cultura e della sua funzione. La ricerca di un equilibrio «fra scuola ‘delle competenze’ e scuola ‘dei saperi disciplinari’» produce così un progetto didattico attento alle più recenti acquisizioni tecnico-metodologiche, ma svincolato dalle ‘mode’ correnti e dagli eccessi (come la demonizzazione della lezione frontale che, come sa ogni buon insegnante, a scuola, in senso stretto, non esiste mai): il tutto nel riconoscimento alla Letteratura di una centralità formativa in cui intelligenza e senso critico siano davvero pensiero attivo capace di tradursi in ‘azione’ cognitiva e creativa,
Il lavoro di Simonetta Teucci (Dante da guelfo a ghibellino sulla scia del capitale), fornisce suggestive indicazioni per una rilettura delle idee economiche di Dante (un tema recentemente rilanciato dagli studi di Raffaele Pinto). Un testo in cui termini come capitale e capitalismo, non sono ingenuamente “attualizzati” ma, pur riletti con solida consapevolezza storica, possono offrire importanti spunti di riflessione a scuola, per un approccio ai classici che sappia coniugare l’esattezza della contestualizzazione con la sollecitazione su grandi temi e questioni che ci interrogano sul nostro presente, i suoi valori dominanti, i suoi idoli pervasivi.
Dalla scuola
Camilla Pasqua propone un Pcto (Percorso per le competenze trasversali e l’orientamento) dal titolo Leggere le scrittrici a scuola. Sullo sfondo del vivace dibattito sul ‘canone’ femminile a scuola (J.L. Bertolio; D. Brogi; F. Sanguineti: per citare solo alcuni dei critici di riferimento), Pasqua propone gli esiti di un progetto al quale hanno partecipato 36 studenti di quarte classi di alcuni licei romani. Una esperienza riccamente articolata e intelligentemente problematizzata, che non solo testimonia dati sensibili e utili per chi insegna letteratura a scuola (sugli orientamenti di lettura; sulle forme della fruizione letteraria; sulle aspettative delle giovani lettrici e lettori), ma anche apre orizzonti di riflessione molteplici su testi e autrici che possono essere proposte a scuola, di fatto suggerendo concreti modelli operativi ed efficaci strategie didattiche.
Un breve percorso di lettura di alcune novelle del Decameron, sperimentato in una scuola media, è quanto propone Michela Grossi. Ѐ il resoconto di un’esperienza didattica molto semplice, ma in cui non mancano alcuni possibili suggerimenti ‘tecnici’, soprattutto riguardo la gestione del cooperative learning, non proposta come meccanica riproposizione di un’etichetta puramente formale, ma che fa entrare in un circuito formativo virtuoso il meccanismo della ricomposizione e ristrutturazone, nello svolgimento del percorso, della ricomposizione dei gruppi di lavoro.
Per fare il secondo 900 a scuola
Gianpaolo Missorini con La morte e le sue immagini, propone un agile suggerimento di letture e testi (anche interdisciplinari: come la canzone e la cinematografia) che potrebbero accompagnare, attraverso suggerimenti di approfondimenti e l’uso di altri codici narrativi, la lettura di un famoso racconto di Buzzati, Il mantello, spesso presente nelle antologie scolastiche
Rossella Romice suggerisce la lettura di un grande romanzo di Bassani, Gli occhiali d’oro (1958) non soffermandosi, se non tangenzialmente, sugli aspetti stilistico-narrativi, ma sottolineando il potenziale di immedesimazione con personaggi colpiti da emarginazione. Un esempio di come l’insegnamento della letteratura può e deve conservare la sua originaria funzione etica: confrontandosi con le vite e le esperienze altrui.
Prendendo spunto dal cinquantenario della morte di Carlo Levi, e dall’uscita di una nuova edizione (presso Einaudi) del capolavoro dello scrittore-pittore e giornalista torinese, Elisa Zimarri propone una lettura integrale dell’opera, da destinarsi a una quarta o a una quinta di una scuola superiore. La logica didattica che guida la scelta è quella del superamento della misura dell’antologia, che caratterizza quanto mai la pratica scolastica del triennio (e la sua apparentemente inamovibile istanza storicistica), per spingere l’insegnante a proporre nella sua varietà e complessità strutturale un testo ricco di sollecitazioni culturali, che all’efficacia della scrittura narrativa associa la ricchezza e la vastità degli interessi culturali dell’autore, che spaziavano dall’antropologia, all’etnologia, alla filosofia, a un approccio, laico e comparatistico, alla storia delle religioni.
Libri di oggi a scuola
Nella sezione dei consigli di lettura accogliamo una proposta particolare di Magda Indiveri (Letture per l’estate, dalla Biblioteca Fiorentina): non un romanzo da proporre agli studenti, ma un volume, per così dire, ‘di servizio’ per gli insegnanti. Curato da Gino Tellini, il volume raccoglie gli incontri di letture tenuti a Firenze nella sede della Fondazione Biblioteche CR, nel periodo 2023/2024. Articolato in tre sezioni, “Letteratura e scienza” (ma guardando anche al tema attualissimo e spinoso della IA) e due sezioni declinate sulla letteratura al femminile, il libro contiene tanti suggerimenti di letture, con percorsi anche imprevedibili o vere e proprie (ri)scoperte utili ad arricchire il sempre sottostimato canone femminile otto-novecentesco.