n. 9 nuova serie ( luglio 2023 )
Nella sezione i Percorsi di Griselda pubblichiamo una proposta di Michele Abbati (‘Come le foglie’: Incontro di Mario Luzi e Foglie di Giorgio Caproni), che propone una lettura ravvicinata di due testi poetici del pieno Novecento, prendendo però le mosse da un topos antichissimo, anzi proverbialmente fondativo, essendo già omerico. Un esercizio di analisi lontanissimo dall’essere una microscopia critica, ma piuttosto una riflessione sul metodo (come bene chiarisce la Premessa e le suggestive ‘note aggiuntive’ d’autore che chiudono il lavoro – tratte da Foscolo e George Steiner). La proposta non solo ci dice che si può parlare del Novecento per ritrovare/riconoscere un topos archetipico, ma soprattutto ci invita a una meditazione attenta e partecipata sul senso dell’insegnare poesia e sul suo ruolo formativo. Parafrasi e analisi del testo si pongono così non già come stanco rituale, ma come un’operazione ermeneutica partecipata di approssimazione al testo e alla sua vitalità comunicativa ed emotiva.
Nella sezione “Dalla scuola” ospitiamo l’illustrazione di un progetto realizzato presso due classi liceali intermedie dalle colleghe Giuditta Grosso e Adriana Passione (Il racconto dell’altro). Un progetto (sviluppato nell’a. s. 2018/2019 nell’ambito del concorso Che storia! di Feniello-Petteruti) che bene si inserisce, pur essendo ad esse precedente, nelle linee della legge 92 dell’agosto 2019, sull’insegnamento dell’Educazione civica come formazione trasversale a un’etica della cittadinanza. Il tema dell’emigrazione viene affrontato non solo con un apporto pluridisciplinare (Letteratura/Arte/Storia), ma attivando forme coinvolgenti di partecipazione, che associano le suggestioni artistico-letterarie (Erri De Luca, Leogrande, Catalano ecc.), al contatto con la realtà testimoniale e realmente vissuta della migrazione (il racconto del giovane ivoriano Othman), fino alla produzione di un testo originale: riaffermando la profonda valenza etica della scrittura narrativa, se capace di attivare processi di immedesimazione e di adozione di un punto di vista ‘altro’ del mondo .
Nella sezione Libri di oggi per la scuola, Marzia Nurchi suggerisce la lettura in classe di un libro uscito qualche mese fa (Einaudi, 2022): Tutta intera, di Espérance Hakuzwimana. Un testo, in buona misura autobiografico (la scrittrice, di origine africana, è stata adottata da una famiglia italiana), utile a stimolare una riflessione anche ruvida sul tema dell’immigrazione e sulle forme del razzismo, spesso inconsapevole, presenti nel nostro paese. Un libro dalla scrittura immediata (facilmente fruibile anche da ragazzi poco attrezzati come lettori) che adotta il punto di vista non generico, ma concretamente sperimentato, del ‘vestire’ la pelle dell’alterità e della diversità.
Lisa Bentini consiglia la lettura di un libro di Tano Turrini, Senza vocazione, che tratta con un tono beffardo e apparentemente cinico situazioni di ordinaria quotidianità scolastica (come suggerisce il sottotitolo, che parla di Schizzi di scuola). Un testo non privo di tratti originali, se pure inserito nel solco consolidato (ormai un nutrito sottogenere) della rappresentazione della scuola tra sarcasmo, grottesco e disillusione. Non un libro per gli studenti, in questo caso, ma per gli insegnanti, chiamati a interrogarsi (suggerisce Bentini) su concetti spesso alonati di un’ambigua fascinazione: tra il pericolo del narcisismo; il mito (figlio degenere della ‘società dello spettacolo’?) della seduzione; e l’antico ma insidioso luogo comune dell’insegnamento come vocazione.
Nella sezione Per capire il secondo Novecento ospitiamo un intervento di Claudia Correggi (L'«orizzonte mobile» di Daniele Del Giudice, tra fughe nella storia e incursioni nella rete) incentrato su uno dei più interessanti narratori della fine del XX secolo-inizio XXI, Daniele del Giudice. Sul piano didattico la proposta raccoglie l’istanza (già suggerita da Baricco) di prediligere a scuola racconti: testi cioè fruibili nella loro interezza, senza gli artificiali scorciamenti delle antologie. L’analisi di due racconti di Del Giudice (Fuga e Evil live) apre prospettive interdisciplinari interessantissime, come sempre succede confrontandosi con lo scrittore romano-veneziano recentemente scomparso: forse il narratore che più acutamente ha saputo tradurre in racconto le tematiche suggerite dalla scienza e dalle tecnologie, confrontandosi con i nuovi scenari aperti dalla comunicazione digitale.
Tre grandi scrittrici del nostro secondo Novecento sono invece al centro il percorso di letture di Paola Rocchi, Ginzburg, Bellonci, Morante: scrivere nella guerra, scrivere di guerra, scrivere contro la guerra), che suggerisce la lettura di tre racconti, in una proposta articolata su due diverse possibili destinazioni, per una classe del biennio e per una quinta superiore (in questo secondo caso Rocchi indica interessanti linee di approfondimento storico-critico). Una proposta che associa alla ricerca dell’efficacia didattica e formativa un presupposto critico che è bene sottolineare (se, come crediamo, l’insegnante non deve essere solo un bravo comunicatore e divulgatore, ma anche un lettore criticamente avvertito e aggiornato): la messa in discussione (sulla base dei concreti dati che emergono dalla letture di queste stesse ‘pagine d’autrice’) del luogo comune che attribuisce alla scrittura femminile l’orizzonte chiuso della sfera privata, affettiva o autobiografica.
Nella sezione Questioni e dibattiti Magda Indiveri e Alessandro Ferioli commentano le tracce, assegnate quest'anno, della prima prova di italiano all'Esame di Stato, considerando sia la sessione ordinaria che quella suppletiva. Auspichiamo che i due interventi, che non mancano di articolazioni e di suggestioni, sollecitino osservazioni, approfondimenti e, sempre benvenute, critiche.
Buona lettura e buona estate a tutti!
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