Didattica per la scuola

n. 8 nuova serie ( febbraio 2023 )

Novità!

 

Nella sezione i “Percorsi di Griselda” ospitiamo in questo numero il lavoro di Michele Abbati, la cui proposta, molto articolata, parte dalla figura di Tersite, l’antieroico agitatore omerico, mescolando antico (a partire da Omero e Virgilio) e suggestioni moderne. Da uno spunto di Hegel, che associa il “tersitismo” a una forma di maligna insofferenza per la grandezza strettamente connessa alla modernità, l’autore individua testi del Novecento in cui il ‘tersitismo’ appare come un significativo ‘tipo antropologico’. Il percorso si ferma cronologicamente agli anni ’40 (con Moravia), ma fa intravedere in filigrana alcune patologie sociali contemporanee: dal populismo al ‘narcisismo di massa’ della sociologia di Lasch.

Di natura intimamente interdisciplinare è il lavoro proposto da Giuditta Grosso e Maria Elena Landi, su Napoli come “città porosa” (secondo una bellissima definizione di Walter Benjamin): una Napoli sotterranea da sempre presente e in comunicazione con quella della superficie. Uno sguardo sulla città in cui la realtà concreta, urbanistica e ambientale, visiva e sonora, si incarna in figure, metafore e antitesi antropologicamente fondative (sopra/sotto; mondo dei vivi/mondo dei morti; solare/ notturno). Un lavoro che associa sottili e suggestive osservazioni critiche a un utilissimo percorso didattico, in cui dialogano letteratura, cinema, arte e archeologia.

Di carattere eminentemente interdisciplinare è anche la proposta di Carlo Varotti, che rimanda al settore degli studi di Law and Literature (fiorente da qualche decennio negli USA; e da vent’anni oggetto di attenzione da parte di letterati e giuristi anche in Italia). Attraverso letture collocate tra fiction e saggio (Zola; Manzoni; Musatti) il percorso affronta il tema della testimonianza oculare: una forma di narrazione che apre a complesse problematiche, sia psicologiche (i limiti della percezione e le dinamiche della memoria individuale) che filosofiche (l’idea stessa di ‘fatto’; il nesso tra verità e racconto; il discrimine tra soggettività e oggettività).

Nella sezione “Dalla scuola” viene pubblicato il contributo di Marianna Villa, che richiama alcune importanti recenti acquisizioni critiche su Verga: in particolare sul carattere sperimentale di una scrittura che fu sempre attenta al pubblico e al ruolo della mediazione editoriale (e che pluralizza l’immagine dello scrittore, tradizionalmente schiacciato sul modello ‘verista/siciliano’). Acquisizione critiche che possono offrire al docente spunti concreti per attraversamenti stimolanti dell’opera verghiana. L’autrice dà inoltre conto di una pluralità di esperienze, iniziative, suggerimenti di approfondimento e percorsi didattici (di Emanuela Bandini; Matteo Zenoni; Alessandro Ardigò; della stessa Marianna Villa) promossi durante il centenario verghiano assieme a una raccolta di indicazioni bibliografiche (libri, siti e banche dati), che possono offrire utilissimo materiale di lavoro per nuove modalità di approccio, a scuola, all’opera del grande scrittore siciliano.

Nella sezione “Per capire il ‘900”, Matteo Bensi, muovendosi sul terreno dell’antropologia e dell’etnologia (vd. il suo contributo incentrato su Vico nel n. 6, n. s. – giugno 2022), propone un percorso di letture incentrate su Cesare Pavese e sul suo incontro con De Martino, da cui sortì il progetto einaudiano della “Collana viola”: un incontro fondamentale sia per lo studioso sia per lo scrittore, che trasse suggestioni di cui Bensi individua tracce significative in opere anche molto diverse tra loro: dai Dialoghi con Leucò, a Lavorare stanca all’ultimo capolavoro, La luna e i falò.

Rita Ceglie propone un attraversamento diacronico della poesia di Vittorio Sereni, dalla prima raccolta (Frontiera, 1941) a Stella variabile (1980), cercandovi le tracce della ricerca costante di un interlocutore, che è spesso un defunto, talora la proiezione fantasmatica di un desiderio o di un’idea: ma sempre il mezzo per accedere alle profondità oscure della psiche. Una lettura rigorosamente aderente al testo e al dialogo critico con la parola (come bene documenta l’articolata scelta di poesie proposta dall’autrice).

All’incrocio di due centenari appena conclusi (quello di Dino Buzzati e di Ugo Tognazzi) si colloca il lavoro di Gianpaolo Missorini, che propone una lettura/confronto tra uno dei più bei racconti della letteratura italiana del Novecento (Sette piani, dalla raccolta buzzatiana I sette messaggeri) e la trasposizione cinematografica che ne fece Tognazzi nel 1967 (alla sua seconda prova come regista). Un confronto tra concordanze e divergenze strutturali che vuole guidare lo studente a un approfondimento critico/interpretativo della narrativa di Buzzati.

Claudia Mizzotti propone la seconda parte di una ricerca sulla letteratura di/su italiani emigrati (vd. n. 6 n. s. giugno 2022). Una serie di testi ad alta ‘fruibilità didattica’ selezionati all’incrocio tra coordinate geografiche (l’emigrazione verso paesi europei: Germania, Svizzera, Belgio e Francia) e coordinate cronologiche (testi pubblicati nell’ultimo quarto del XX secolo e all’inizio del XXI). Un quadro ricco e variegato, anche per la tipologia delle scritture, che vanno dal memoir, all’autofiction, al romanzo inchiesta, fino al romanzo neostorico di Guccini-Macchiavelli, Macaronì.

Cristina Nesi si sofferma sul ruolo che hanno sia il dialetto che l’inglese nella narrativa di Fenoglio, lungo un percorso consapevole e complesso di ricerca linguistica, sulle tracce di una ‘rigenerazione’ delle forme dell’italiano letterario coevo e delle sue compromissioni con la retorica del regime: un lavoro articolato, in cui l’analisi del lessico e delle sue sfumature si colloca sullo sfondo eticamente complesso di una riflessione sul nesso verità/menzogna e parole/cose.

Giulia Ponzi propone una lettura incentrata su un confronto tra Candide di Voltaire e Candido, ovvero un sogno fatto in Sicilia di Leonardo Sciascia. Il dialogo ravvicinato e dichiarato tra i due testi si inserisce in un discorso più complessivo sul rapporto tra lo scrittore siciliano e la cultura illuministico-settecentesca, con uno sguardo particolare sulla scrittura di Paul Louis Courier (1772-1825), lettura prediletta del giovane Sciascia, e punto di riferimento fondamentale della sua scrittura.

 

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