Le necropoli di Adria erano disposte attorno al centro abitato, rispettivamente a Est (Necropoli di Ca’ Cima e in località Bettola) e a Sud (Necropoli di Canal Bianco, Retratto-Donà, Piantamelon). Le indagini archeologiche, iniziate in maniera sistematica dagli inizi del XX sec., hanno portato alla luce poco meno di un migliaio di sepolture che documentano la ritualità funeraria del sito dal VI secolo a.C. fino alla fase romana. Le necropoli sono pressoché inedite, tranne per un certo numero di sepolture pubblicate singolarmente in occasione di mostre o in studi tematici.
I più antichi contesti funerari adriesi possono essere datati alla seconda metà del VI sec. a.C. (necropoli Ca’ Cima) e testimoniano il ricorso sia alla cremazione che all’inumazione per i defunti. I pochi corredi databili a questa fase confermano la vitalità del centro in un'ampia rete commerciale. Il numero delle sepolture aumenta nel V sec. a.C., periodo nel quale nei corredi vengono deposte ceramiche di produzione attica e bronzi etruschi, richiamando il servizio per il vino tipico della tradizione etrusca. Questo aspetto, fortemente radicato nella ritualità, concorre a suggerire la prevalenza della componente etrusca nell’insediamento, che trova riscontro nella consuetudine funeraria. Come già precedentemente osservato, il sito registra una forte crisi nel V-IV sec. a.C. e le poche tombe datate a questo periodo hanno fatto ipotizzare una possibile contrazione dell’abitato. Al contrario il III e II secolo le necropoli testimoniano non solo un notevole incremento demografico ma anche un rinnovato splendore del centro portuale, che rientra a pieno titolo all’interno dei traffici commerciali adriatici e mediterranei. In questa fase si registra anche un significativo aumento della documentazione epigrafica in lingua etrusca, interpretata come espressione identitaria della comunità. Il rito funerario diventa più consolidato, con il ricorso esclusivo all’inumazione, e la composizione dei corredi e l’organizzazione interna delle sepolture richiamano uno schema regolare incentrato sul vasellame da banchetto. Dal II secolo si assiste ad una progressiva romanizzazione del centro, visibile anche nella documentazione funeraria. Dalla seconda metà del secolo al rituale dell’inumazione si sostituisce la cremazione e, sebbene il rituale funerario continui a richiamare il secolo precedente e permanga l’utilizzo della scrittura etrusca, con la fine del secolo la transizione alla nuova fase è evidente.
Le necropoli di Adria sono state oggetto di studi legati alla documentazione epigrafica, confluita nel CIE IV, I, 1, e più recentemente le tombe di subadulti sono parte del progetto di Dottorato rivolto alla ritualità funeraria infantile in Etruria padana condotto da Anna Serra presso l'Università degli Studi di Salerno.
Prodotti bibliografici:
A. Gaucci, Adria. Via Spolverin - tombe 46 e 106. Il gentilizio Muliu ad Adria, in «PADUSA» XLIV, 2008, pp. 81-115.
A. Gaucci, A. Pozzi, L’archeologia funeraria negli empori costieri. Le tombe con iscrizioni etrusche da Spina e Adria, in R. Bonaudo, L. Cerchiai, C. Pellegrino (a c.), Tra Etruria, Lazio e Magna Grecia: indagini sulle necropoli, Paestum 2009, pp. 51-64.
, in «AnnFaina» 22, 2015, pp. 113-170.
A. Gaucci, La fine di Adria e Spina etrusche, in E. Govi (a c.), Il mondo etrusco e il mondo italico di ambito settentrionale prima dell'impatto con Roma (IV-II sec a.C.) (Bologna 28 febbraio – 1 marzo 2013), Roma 2016, pp. 171-223.
A. Gaucci, CIE IV, I, 1, Romae 2017.
Nel 2006/07 la Cattedra di Etruscologia e Archeologia Italica dell’Università di Bologna ha intrapreso lo studio sistematico della documentazione epigrafica etrusca di Adria e del suo territorio. Da questo progetto ha avuto origine nel 2017 l'edizione del Fascicolo adriese del Corpus Inscriptionum Etruscarum di A. Gaucci, che non ha interessato solamente i testi iscritti ma anche i graffiti alfabetici e non alfabetici permettendo la raccolta sistematica di tutto il materiale disponibile.
Durante il periodo del lockdown causato dalla pandemia Covid-19, gli studenti del Laboratorio di Epigrafia Etrusca dell’A.A. 2019/2020 dell’Università di Bologna hanno realizzato un percorso multimediale dedicato alla scrittura etrusca nelle principali città dell’Etruria Padana, fra cui Adria e Spina.