La Missione archeologica

L’Università di Bologna si prefigge l’obiettivo di indagare l’area interessata dall’antico abitato di Spina. Scopo ultimo è comprendere l’articolazione urbana dell’insediamento ed eventualmente individuare manifestazioni pubbliche e sacre che permettano di comprenderne gli aspetti più istituzionali.

 

A tale proposito, sono attualmente attive due concessioni annuali, una per scavo e carotaggi (Prot. n. 2795 del 29/06/2022) e una per indagini non invasive (Prot. n. 3404 del 02/08/2022), concesse dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bologna, le province di Modena, Ferrara e Reggio Emilia (Funzionario archeologo responsabile: Dott.ssa Sara Campagnari).

I campagna (5 - 23 ottobre 2020, 7 - 9 aprile 2021)

 

Lo scopo principale di questa prima campagna di indagine archeologica presso le Valli Trebba, Pega e Mezzano è stato quello di ottenere nuovi dati sul sito di Spina e il territorio circostante adottando diverse metodologie proprie dell’archeologia non invasiva, quali la ricognizione di superficie, la fotografia e il rilievo da drone, le prospezioni geofisiche. Tali attività, unite allo studio delle indagini pregresse, consentiranno di raggiungere una migliore conoscenza del contesto archeologico e geomorfologico e di pianificare con maggiore consapevolezza futuri saggi di scavo.

Le operazioni si sono concentrate all’interno di un’area di circa 28 kmq, avente al suo centro l’abitato di Spina. L’area archeologica vincolata è stata oggetto di nuove prospezioni geomagnetiche, oltre che di un rilievo fotogrammetrico da drone eseguito dalla dott.ssa Ing. E. Zambello dell’Università di Ferrara insieme al dott. Ing. M. Dubbini dell’Università di Bologna.

Ulteriori voli sono stati eseguiti all’interno dell’area d’indagine, che è stata oggetto di numerose battute di foto oblique e nadirali utili alla lettura delle anomalie visibili sul terreno in questa stagione dell’anno. È stato così possibile riconoscere estensivamente la presenza di antichi alvei, dossi fluviali e cordoni litoranei, nonché unità geomorfologiche fortemente compatibili con l’insediamento umano nell'area. Tutte questi dati, “vecchi” e nuovi, concorreranno ad una corretta lettura del paesaggio antico.

La ricognizione di superficie, infine, ha interessato un’areale corrispondente a circa un quinto dell’intera area di indagine. Le operazioni sono state condotte utilizzando alcune applicazioni per smartphone particolarmente adatte a questo tipo di attività, in particolare Epicollect5 per la registrazione della posizione dei reperti e Qfield per i dati di carattere topografico.

Grazie agli spazi messi a nostra disposizione presso i locali del Museo Delta Antico a Comacchio, è stato allestito durante la campagna un laboratorio, nel quale è stata portata a termine la catalogazione e un primo studio dei reperti ricogniti, che ammontano a circa 3500 esemplari, dei quali 1000 non raccolti ma comunque posizionati attraverso l’applicazione. La gestione dei dati è avvenuta attraverso un database informatico collegato all’applicazione per la raccolta dati, che ha permesso di conservare il dato spaziale in tutte le fasi del lavoro e dunque collegare in maniera dinamica le operazioni e tutte le persone in esse coinvolte.

Al termine di questo primo survey, in sintesi, è stato possibile in primo luogo documentare sistematicamente e meglio contestualizzare i siti già noti in letteratura, oltre che mappare alcune evidenze archeologiche e geomorfologiche mai rilevate in precedenza. Inoltre, l’interpolazione di tutti i dati raccolti, e dunque oltre ai reperti archeologici anche le foto aeree, le prospezioni, i rilievi e le informazioni geologiche, consentiranno una più efficace programmazione delle attività sul campo che l’Università di Bologna svolgerà negli anni a venire.

Alla campagna hanno partecipato studenti della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici e della Laurea Magistrale in Archeologia e Culture del Mondo Antico dell’Università di Bologna, oltre che studenti e ricercatori dell’Università di Ferrara.

Una breve campagna è stata effettuata dal 7 al 9 aprile 2021. A questa ha partecipato un numero ristretto di ricercatori e dottorandi (anche a causa delle limitazioni negli spostamenti dovute alle misure sanitarie emergenziali), sono state condotte le seguenti attività:

  1. Riscontro dei materiali raccolti nella precedente campagna in funzione dello studio degli stessi e in vista della prossima pubblicazione dei primi risultati della ricerca.

  2. Rilievi fotogrammetrici da drone in Valle Trebba e presso Punta Montirone.

  3. Ulteriori prospezioni geofisiche in aree limitrofe a quelle indagate nella campagna precedente, al fine di approfondire alcune delle ipotesi di lavoro avanzate in seguito alle ricerche precedenti.

 

La presentazione dei risultati della I campagna

Il video della conferenza tenutasi presso il Comune di Comacchio il 23/10/2020, al termine delle operazioni sul campo

L'album fotografico della I campagna, 2020-2021

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    Le attività di ricognizione

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    Geofisica a Spina

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    Orientarsi nelle valli

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    Spina dall'alto: dalle foto aeree ai droni

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    Le attività in laboratorio

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    Il campo base: Comacchio

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    Il team

II Campagna (20 settembre – 8 ottobre 2021, primavera 2022)

 

Lo scopo principale di questa campagna è stato quello di approfondire alcuni degli aspetti di maggiore interesse emersi dalle ricerche precedenti, con l’obiettivo di circoscrivere alcune aree rilevanti sulle quali concentrare le future operazioni di scavo.

1. Prospezioni geofisiche, eseguite sia con la strumentazione già utilizzata in precedenza dell’Università di Bologna, sia con strumenti e professionalità esterne:

  • Ditta francese Geocarta: geoelettrica estensiva (ARP, brevetto della stessa ditta) così come la magnetometria estensiva (AMP). Si tratta di tecniche che consentono di indagare la resistività elettrica e le anomalie magnetiche nel sottosuolo; l’interpretazione di tali anomalie permette di ottenere una preliminare “mappatura” delle aree di indagine attraverso il riconoscimento di strutture o in generale evidenze (anche negative, come opere di canalizzazione) riconducibili all’azione antropica. Sono stati coperti circa 20 ettari con la tecnica della magnetometria e circa 10 con la geoelettrica, sia all'interno che all'esterno dell'area demaniale dove insiste l'abitato.
  • Dr. Stephen Kay, British School at Rome: magnetometro di recente generazione, usato per indagare un'area di interesse presso Punta Montirone e anche in Valle Pega, presso l’area già oggetto di scavo da parte della Soprintendenza. La superficie totale indagata con queste modalità è di circa 5 ettari.

2. Ricognizioni di superficie, in particolare nelle aree non coperte nell’anno precedente: per la maggior parte delle aree indagate sono stati eseguiti nuovi rilievi fotogrammetrici da drone;

3. Lavaggio e schedatura dei materiali raccolti nel corso delle ricognizioni di superficie in corso; catalogazione e disegno dei materiali di maggior rilievo raccolti sia nella campagna 2020 sia in quella in corso.

In seguito alla campagna, nel corso della primavera 2022 sono stati effettuati rilievi con sensore multispettrale su una vasta area che interessa la Valle del Mezzano e la Valle Pega. I rilievi sono stati effettuati dalla Ditta AdriaRilievi (agr. Dr. Francesco Stecchi).

L'album fotografico della II campagna, 2021-2022

Prospezioni geofisiche estensive (AMP), ditta Geocarta
Il laboratorio materiali
Rilievi sul campo
Un momento di riposo

III Campagna (autunno 2022)

 

Durante la III Campagna sarà svolto uno scavo archeologico e una campagna di carotaggi con la collaborazione dell'Università di Strasburgo e con il CNRS. Tali attività si svolgeranno tra il 19 e il 30 settembre 2022. Le indagini che si andranno a effettuare all'interno del perimetro dell'area archeologica hanno l'obiettivo di meglio definire il paesaggio antico di epoca etrusca e il contesto storico e ambientale in cui si impostò Spina. 

Il saggio di scavo che ci si propone di eseguire, seppur di limitata estensione, ha lo scopo di indagare una particolare anomalia evidenziata dalle prospezioni geofisiche. L'intervento si pone in continuità con gli scavi più recenti (Università di Zurigo e SABAP Bologna), che in settori poco distanti hanno cercato di comprendere maggiormente le peculiarità dell'impianto urbanistico.

I carotaggi programmati in collaborazione con l'Università di Strasburgo e con il CNRS, invece, hanno un duplice scopo. In un'areale che comprende l'area archeologica e le sue immediate vicinanze, saranno utili a indagare la conformazione del paleoalveo del Po in fase etrusca; altri carotaggi saranno mirati all'individuazione di aree presumibilmente occupate dall'insediamento etrusco, in base all'analisi di documentazione d'archivio e ricognizione in situ, e ad approfondire il tema della progradazione costiera nel I millennio a.C.

Contestualmente e durante tutto il periodo autunnale, sono previste varie attività di indagini non invasive, in continuità con quanto effettuato nelle precedenti campagne archeologiche.