L’encefalomiopatia mitocondriale neurogastrointestinale (MNGIE) è una malattia autosomica recessiva ultra rara causata da mutazioni a carico del gene TYMP, che codifica l'enzima timidina fosforilasi. Questo enzima nei pazienti MNGIE non ha attività, facendo sì che si accumulino in tutto l’organismo nucleosidi tossici con conseguente danno al DNA mitocondriale. Da un punto di vista clinico questo comporta gravi sintomi gastrointestinali e frequenti episodi sub-occlusivi (pseudo-ostruzione intestinale cronica), malassorbimento e sanguinamento gastrointestinale; in aggiunta a disturbi anche molto severi del sistema nervoso centrale. Purtroppo i segni e i sintomi della MNGIE sono eterogenei e i test diagnostici non vengono eseguiti di routine dalla maggior parte dei laboratori, per queste ragioni la MNGIE è spesso mis-diagnosticata. Sebbene il trapianto di cellule staminali ematopoietiche ripristini permanentemente lo sbilanciamento biochimico tipico della MNGIE, esso richiede una chemioterapia e una terapia immunosoppressiva che nelle MNGIE sono associate a un rischio troppo elevato di complicazioni e mortalità (circa il 70%). Per questo motivo nel 2015 abbiamo proposto con successo il trapianto ortotopico di fegato che oggi rappresenta l'approccio terapeutico salvavita per ripristinare l'attività della TP nella MNGIE. Il follow-up dei pazienti che sono stati sottoposti a trapianto ha mostrato che alcune alterazioni, tra cui la leucoencefalopatia, il malassorbimento e il sanguinamento gastrointestinale, che può essere anche fatale, non regrediscono. I nostri studi hanno chiarito che la MNGIE è anche una vasculopatia e ci suggeriscono che anche altri fattori possano svolgere un ruolo chiave nella sua fisiopatologia. Per questo motivo stiamo continuando lo studio di questa malattia cercando di comprenderne l’architettura vascolare, avvalendoci di modelli cellulari 3D e delle scienze omiche.