Museo

Collezione appartenente al Sistema Museale di Ateneo

Foto di alcuni pezzi in esposizione e foto d'epoca di reperti ancora oggi visibili durante la mostra.

Collezione delle Cere Anatomiche "Luigi Cattaneo"
Colonna Vertebrale
Sezioni di Cranio
Luigi Marchetti detto il Bottaro
Anatomia del Braccio
Museo (1930-50)
Biblioteca di Dipartimento

Referente: Prof. Stefano Ratti

La Collezione delle cere anatomiche “Luigi Cattaneo” fa parte del Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Bologna e ospita una vasta collezione di preparati catalogati di anatomia umana normale e patologica. Illustra il percorso intrapreso dagli studiosi di scienze mediche nel XVIII e XIX secolo quando, ormai acquisite le conoscenze sulla vera natura del corpo umano, si orientarono sull’indagine delle sue patologie e delle malformazioni congenite. La chiamata di Cesare Taruffi (1821-1902) all’insegnamento dell’Anatomia Patologica, cattedra istituita a Bologna nel 1859, diede uno straordinario impulso alla creazione di modelli museografici di morfologia patologica. Le preparazioni in cera, ossa naturali ed essiccati (Giuseppe Astorri e Cesare Bettini) costituiscono un importante nucleo di materiale a scopo didattico e di ricerca che completa la collezione settecentesca di anatomia umana normale (Ercole Lelli, Anna Morandi Manzolini, Clemente Susini) rappresentando quindi, un continuum nello studio medico che eccelle nella città di Bologna fra Sette e Ottocento. I modelli in cera vengono presentati mettendo in luce l’iter scientifico che portava alla loro realizzazione. Il docente-ricercatore svolgeva approfondite ricerche morfologiche e strutturali su preparati anatomici normali o patologici e raccoglieva casi di anomalie o malformazioni congenite; presentava alla comunità scientifica, durante una lettura presso l’Accademia delle Scienze, i risultati della propria ricerca con una pubblicazione corredata della documentazione iconografica a stampa; conservava nel proprio laboratorio di ricerca oltre al preparato a secco, il modello in cera realizzato dal modellatore riproducente con impareggiabile veridicità l’aspetto reale del caso analizzato. Un modus operandi che era d’altra parte comune a molti studiosi dell’Università bolognese dell’Ottocento. Questo rigoroso metodo scientifico ha trasformato nel tempo la collezione in uno strumento molto efficace per documentare casi clinici di interesse didattico e ha portato alla creazione di un patrimonio di immenso valore scientifico ed artistico.