La cardiotossicità indotta da antracicline è una condizione clinica causata da farmaci chemioterapici che comportano alterazioni morfo-funzionali e morte cellulare dei cardiomiociti. È caratterizzata da uno stadio asintomatico reversibile che progredisce a uno stadio irreversibile, spesso difficile da trattare. La doxorubicina (DOX) è un farmaco chemioterapico ampiamente utilizzato per il trattamento di tumori solidi e neoplasie ematopoietiche, ma il suo utilizzo è limitato da effetti cardiotossici dose-dipendenti che possono causare disfunzione ventricolare sinistra e ipertrofia, spesso associati a scompenso cardiaco. Ad oggi i meccanismi molecolari non sono pienamente compresi e non esistono strategie terapeutiche efficaci. Di conseguenza, lo studio di meccanismi cellulari alla base di tale condizione è necessario per lo sviluppo di strategie per la prevenzione, la diagnosi precoce e il trattamento. In uno screening di geni coinvolti nella trasduzione del segnale in cardiomiociti derivati da cellule staminali pluripotenti indotte umane (hiPSC), è stata identificata la sovraregolazione dell'espressione di fosfolipasi C beta 2 (PLCb2) in seguito a trattamento con DOX. A supporto, studi in vitro hanno confermato che il trattamento farmacologico induce un incremento significativo nell’espressione di PLCb2 sia a livello proteico che genico, ulteriormente correlato all’aumento dell’area di superficie cellulare, all’alterata funzionalità mitocondriale e all’aumento della produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS). L’analisi di vie di segnalazione a valle, tra cui la fosfatidilinositolo-3-chinasi (PI3K)/Akt/mammalian target of rapamycin (mTOR), le mitogen-activated protein kinase (MAPK) e la diacilglicerolo chinasi (DGK), ha ulteriormente confermato l’alterazione di tali meccanismi cellulari. Sulla base di questi risultati, il nostro gruppo sta attualmente approfondendo il ruolo di PLCβ2, con l’obiettivo di verificarne il potenziale come bersaglio terapeutico nella cardiotossicità indotta da DOX.