Didattica per l'università

Alcune proposte di percorsi didattici di carattere ecdotico per l'università.

Su Mezzogiorno alpino

A cura di Dante Antonelli

 

Mezzogiorno alpino, XVI componimento della raccolta Rime e Ritmi, è apparso in otto edizioni in vita dell’autore, ma solo le prime sei direttamente supervisionate da lui. L’ultima volontà si fissa nell’edizione delle Poesie del 1904, da cui ricaviamo il testo definitivo. Tra le edizioni non intercorrono varianti sostanziali, ma solo una variante formale che interessa la preposizione articolata nel collocata in apertura del v. 4, apparsa con grafia analitica nelle due edizioni di Rime e Ritmi del 1899 e del 1902 (ne ’l).​

Nell’archivio di Casa Carducci a Bologna si conserva una sola testimonianza autografa del testo (BCC, Mss., cart. III, 075.01), probabilmente una stesura di primo getto, a lapis, e con minimi interventi d’autore. La poesia Mezzogiorno alpino sarebbe stata scritta a Courmayeur il 27 agosto 1895 avanti le 11, come riporta la glossa di composizione in calce all'autografo.

Testimoni: RR (Rime e Ritmi, 1899), P (Poesie, 1901), RR2 (Rime e Ritmi, 1902) P2 (Poesie, 1902), P3 (Poesie, 1904), P4 (Poesie, 1905), P5 (Poesie, 1906)  e P6 (Poesie, 1907). 

Edizione critica: Giosue Carducci, Rime e Ritmi, edizione critica a cura di Giovanni Biancardi (Edizione Nazionale delle Opere di Giosue Carducci), Modena, Mucchi, 2020.

Nel gran cerchio de l'alpi in sul granito

Squallido e scialbo, su ghiacciai candenti,

 Puro sereno intenso ed infinito

Regna in grande silenzio il mezzodì

Pini ed abete senza aura di venti                                    5

Si drizzano nel sol che gli penetra

Sola garrisce in picciol suon di cetra

L'acqua che ignota tra i massi filtrò.  

 

Testo da carta III, 075.01

Mezzogiorno alpino

 

Nel gran cerchio de l'alpi, su 'l granito

Squallido e scialbo, su' ghiacciai candenti,

Regna sereno intenso ed infinito

Nel suo grande silenzio il mezzodì.

Pini ed abeti senza aura di venti                                        5

Si drizzano nel sol che gli penètra.

Sola garrisce in picciol suon di cetra

L'acqua che tenue tra i sassi fluì.

 

Testo da P4 (1904)