Natura ed ecologie femminili in Sula di Toni Morrison

Greta Luciani

Il premio Nobel Toni Morrison (1931-2019) è da sempre riconosciuta per la sua scrittura lirica, per i suoi romanzi che producono una ri-memoria del passato e per la resilienza dei suoi personaggi femminili. Più raro, invece, è pensarla come una scrittrice che mette la natura al centro della propria narrativa.
Eppure, la coscienza ecologica di Morrison è rintracciabile in numerosi suoi romanzi, dove il mondo naturale diventa un personaggio a tutti gli effetti, dotato di una memoria propria, dagli innumerevoli significati. Particolarmente rilevante, per di più, è il rapporto che si instaura nei suoi romanzi tra spazio naturale, corpi e coscienze femminili. Questa rappresentazione di un’ecologia femminile emerge in maniera distintiva nel suo secondo romanzo, Sula (1973).

 

1. Una sensibilità naturale
2. Natura e ingiustizia sociale
3. La memoria ecologica di Toni Morrison
4. Ecologie femminili
5. Vita e morte per acqua
6. La terra: sessualità femminile e catarsi
7. Conclusioni
8. Fonti

 

1. Una sensibilità naturale

In un’intervista del 1981 al The New Republic, Toni Morrison raccontava della sua passione per l’universo naturale: un amore per piante e animali che la portò, fra le altre cose, a dedicarsi assiduamente al giardinaggio. Sosteneva che la sua attenzione gravitasse naturalmente verso gli elementi che compongono l’ecosistema terrestre, un focus che emerge in maniera evidente nella sua prosa sensoriale, che lega a doppio filo il mondo della spiritualità e la tangibile esperienza del vissuto. Attraverso la vertigine tattile creata da questo contrasto, Morrison fa affiorare discorsi su memoria, esperienza e resilienza.
In Sula, in particolare, il paesaggio naturale rappresenta un punto focale che dà vita a una rete di significati e simboli. La natura e alcuni suoi elementi diventano in Morrison metafore per il vissuto afroamericano.

 

 

2. Natura e ingiustizia sociale

Sula si apre con il ricordo del Bottom, il quartiere a prevalenza nera della cittadina di Medallion. Bottom si trova nelle colline sopra la cittadina e si spinge fino alle rive del fiume, collegato al resto di Medallion da una strada costellata da faggi, querce, aceri e castagni.
Questo tripudio di profumi e colori della natura appartiene, però, al passato. Infatti, “hanno strappato i cespugli di belladonna e more dalle loro radici, per far spazio al Medallion City Golf Course” (Morrison, 1973:3).
Il lettore si trova subito di fronte a un’aggressione solo all’apparenza rivolta all’ecosistema naturale, ma, più in profondità, estesa a tutti gli abitanti del Bottom. Il parallelo fra la violenza noncurante esercitata nei confronti della natura e lo sradicamento forzato della comunità afroamericana è, infatti, evidente. Agente della violenza è la mano vessatoria dei ricchi WASP (White Anglo-Saxon Protestants), un acronimo utilizzato per indicare la cultura bianca dominante negli U.S.A. Cambiando a loro piacimento lo scenario naturale tramite deforestazione, questi impongono nuovi confini e limiti al vissuto afroamericano, legando le conseguenze dello sfruttamento ambientale e quelle dell’urbanizzazione razzializzata.

Aprendo il romanzo con la presentazione della natura come elemento costitutivo del luogo dell’azione, Morrison stabilisce fin da subito la centralità del personaggio-Natura, che è protagonista attivo e, insieme, vittima della vicenda.
Gli alberi e le piante assurgono, dunque, al ruolo di vittime a tutti gli effetti della spietatezza distruttiva, ma anche simboli dello sguardo violento del conquistatore che vede tanto nella natura, quanto nei corpi neri, delle terre vergini da utilizzare a suo piacimento.
La sofferenza della natura ha conseguenze dirette nella comunità afroamericana, che subisce un’emarginazione non solo fisica, ma anche esperienziale. Infatti, è nella natura che poggiano le basi dell’esperienza comunitaria. A essere distrutto non è solo uno spazio naturale, ma lo spazio della gioia, del gioco, della condivisione, della contemplazione. Una volta reciso il legame fra la comunità e la natura, viene meno anche la possibilità di mettere in atto le pratiche culturali necessarie alla sopravvivenza della comunità tutta.
I corpi neri vivono una connessione quasi simbiotica con gli alberi e le piante, indicando che esiste uno stretto legame fra la sensibilità ecologica e l’esperienza razziale afroamericana.
Morrison, quindi, utilizza la natura per esplorare in maniera obliqua l’oppressione razziale, dimostrando come l’ideologia razzista ha conseguenze anche sulla natura e, in particolare, sullo sfruttamento del suolo. Nelle mani dei bianchi, l’ambiente naturale diventa un’ulteriore arma per soggiogare una minoranza etnica e i loro discendenti, fino a stravolgere il modo in cui la comunità del Bottom vive la quotidianità e il mondo circostante.


3. La memoria ecologica di Toni Morrison

Nonostante il sopruso, Morrison ci racconta che la terra non ha mai dimenticato il suo scopo originale: quello di servire da rifugio per i personaggi neri della storia.
La ri-memoria morrisoniana – un atto in cui si rivivono memorie del passato, che riemergono per portare ad un’elaborazione collettiva dei traumi – diventa così anche paradigma per volgere lo sguardo all’indietro, ripensando i meccanismi di sfruttamento del suolo terrestre. Diviene in questo senso memoria ecologica, un concetto recentemente proposto nel campo dello studio degli ecosistemi.

Secondo la teoria della memoria ecologica, gli ecosistemi raccolgono e immagazzinano conoscenza: un’eredità materiale che si presenta sotto forma di memoria degli esseri viventi che hanno abitato l’ecosistema analizzato. Laddove l’eredità materiale riesce a sopravvivere a un trauma, diventa sito di crescita di microbioti vitali e altri organismi, che permettono all’ecosistema di ricostituirsi e recuperare le sue funzioni essenziali. È grazie alla memoria ecologica, insomma, se gli ecosistemi riescono a rinascere anche in seguito a eventi catastrofici come incendi e alluvioni.
Morrison dimostrò di aver percepito questa potenzialità resiliente insita nella natura già nel 1996, quando nel saggio The Site of Memory scriveva che, ogni volta che il fiume Mississippi straripava, ciò che faceva era, in realtà, ricordare.
Di certo, se parliamo di resilienza in Sula, gli elementi in cui la memoria ecologica sembra più forte e resistente sono i corpi femminili. È in connessione con questi che gli elementi naturali del romanzo rivelano il loro significato più profondo.

 

4. Ecologie femminili

Cuore pulsante del romanzo è la storia di due giovani donne: Sula Peace e Nel Wright. La narrazione ruota intorno a loro e, di conseguenza, tutte le riflessioni e le metafore naturali ne attraversano le traiettorie.
Soprattutto, è lo sviluppo della loro complicata relazione affettiva a guidare la narrazione: un legame contorto, basato su un amalgama di simbiosi e frattura emotiva che lo rende persino morboso.
I corpi femminili di Sula e Nel subiscono le conseguenze della violenza naturale che apre il romanzo. Nel contesto di una comunità scissa brutalmente dalla propria capacità di accogliere, proteggere e nutrire, le due donne vengono private della possibilità di esplorare se stesse e i sentimenti che provano l’una per l’altra. Come la natura, i corpi femminili sono siti di violenza e oppressione, e apprendere a liberarsene è passo necessario per un’emancipazione emotiva. Proprio attraverso il rapporto simbiotico fra mondo umano e mondo naturale, Morrison esplora i modi in cui le due protagoniste tentano di liberare se stesse.

 

5. Vita e morte per acqua

Morrison svia dalla semplice equazione della natura come luogo di una guarigione dell’animo, scegliendo di indicare come questa agisca da guida per il sé umano. In questo senso, inscrive nell’umano la possibilità di essere al contempo liberatore e oppressore, in quanto in grado di sfruttare la natura per prevalere sul suo simile, oltre che su se stesso.
In Sula, il fiume che lambisce il Bottom è un’ambientazione nevralgica: rappresenta il luogo dell’intersezione tra memoria, storia e trauma, sia individuali che collettive per i personaggi del romanzo; inoltre, si fa portatore tanto della vita quanto della morte.
Per il personaggio di Sula, i due elementi si intrecciano: da una parte, il fiume è lo spazio della libertà da convenzioni e limitazioni della società, in cui si può rinascere senza responsabilità morali; d’altra parte, quest’emancipazione passa attraverso la morte per acqua del personaggio di Chicken Little.

Chicken è un bambino nero che Sula fa cadere inavvertitamente nel fiume, causandone l’annegamento.
Dopo questo terribile incidente, il corpo di Chicken subisce un’ulteriore violenza: dapprima resta incastrato tra rocce e piante rampicanti, poi viene gettato in un sacco e appeso dal lato di un battello per paura che emani cattivo odore. Chicken viene disumanizzato e ridotto essenzialmente a spazzatura. Solo dopo aver subito questo trattamento il suo corpo verrà restituito alla comunità del Bottom per la sepoltura, segno che il diritto al riposo dopo la morte non viene rispettato subito.
Proprio la morte per acqua di Chicken è, d’altro canto, il mezzo tramite cui Sula rinasce purificata. Grazie a questa esperienza, Sula raggiunge la definitiva emancipazione dal mondo materiale e dalle limitazioni morali della società.
Questa libertà le permette dapprima di lasciare il Bottom e, al suo ritorno, la rende pronta ad accogliere la propria morte, che immagina avvenire col profumo della pioggia nelle narici, mentre viene trasportata nell’aldilà. La canzone Shall We Gather at the River, cantata al suo funerale, e la pioggia che cade in sottofondo tratteggiano un ulteriore collegamento tra l’elemento acquatico e l’idea di vita e morte.
L’acqua garantisce a Sula ciò che non viene concesso a Chicken: la possibilità di trascendere la realtà materiale e trovare conforto. In questo modo, il fiume diventa protagonista della vicenda e si fa evocatore di un punto di non ritorno per chi vi entra a contatto, plasmando le traiettorie dei personaggi in maniera irreversibile.

 

6. La terra: sessualità femminile e catarsi

Infine, la terra. In Sula, rappresenta la perdita di innocenza, sessualità e sacrificio.
Lo si evince quando Nel e Sula, prima dell’annegamento di Chicken, scavano una buca nel terreno e vi gettano oggetti da loro percepiti come spazzatura. Questo gesto suggella la loro amicizia, in simbiosi e in silenzio. Tuttavia, ne è anche l’ultimo atto, carico di un’esperienza sensuale: scavare e riempire il terreno di rifiuti simboleggia l’impurità insita nel loro viaggio verso la scoperta della propria maturità sessuale femminile. Anche in questo caso, un elemento naturale è mezzo di una trasformazione: da ragazze a donne.
Impurità e scoperta della propria sessualità vengono giustapposte lasciando sottintendere che il rapporto fra Nel e Sula sovverta l’ideale collettivo di femminilità in modo innaturale. Che la morte di Chicken avvenga subito dopo questa esperienza, fa sì che la sessualità di Nel e Sula sia legata a doppio filo con l’idea della morte e della perdita di innocenza.
Anche da donne, Morrison continua a tratteggiare la loro interiorità attraverso immagini legate al suolo. Ad esempio, a Nel e alla sua psiche sono associate immagini quali fango e foglie morte. La ripetizione di queste figure ha la funzione di guidare Nel verso un equilibrio.

L’apice di questo viaggio interiore è raggiunto nel momento in cui Nel viene lasciata da Jude, il suo compagno, che l’ha tradita con Sula. Sula, però, non percepisce l’episodio come un tradimento sia perché vive l’esperienza sessuale in sé con distacco emotivo, sia perché vede lei e Nel come una cosa sola, unite dal segreto dietro la morte di Chicken. Pertanto, per Sula, è naturale che tutto tra lei e Nel sia condiviso - anche un uomo, inteso come puro oggetto sessuale.
Di fronte al trauma, Nel fatica a esprimere il suo dolore in maniera diretta. Vaga in casa alla ricerca di un nascondiglio in cui rifugiarsi e finisce per cadere in ginocchio sul pavimento del bagno, aspettando di trovare un senso alla sua confusione. Senza soluzione di continuità, Morrison giustappone l’immagine un movimento di fango e foglie morte alla figura disorientata e implorante di Nel. Il riferimento a un’immagine naturale legata al suolo suggerisce un radicamento, funzionale ad ancorare Nel nel qui e ora della narrazione e impedirle di restare vittima del dolore. Proprio questo le permette di raggiungere la chiarezza che ha cercato per tutto il romanzo.
A questo punto, Morrison riepiloga gli snodi nevralgici della storia di Nel: la morte e il funerale di Chicken; la perdita dell’innocenza e, infine, la reazione alla scoperta della relazione fra Sula e Jude. Nelle pagine finali, Nel realizza che il suo dolore è dovuto a Sula: è lei a mancarle, è lei la causa dell’urlo di dolore che lascia andare nel vuoto, immobile, sulla strada di ritorno dal funerale dell’amica.
Il grido di Nel chiude il romanzo ed è il momento di risoluzione emotiva della vicenda narrata: Nel riesce a liberare le sue emozioni in un pianto carico di tutte le sofferenze (carnali e spirituali) della sua vita. In questa catarsi, anche Nel rinasce e si trasforma, riuscendo a scavare dentro di sé e confrontarsi con i sentimenti che vi aveva seppellito per tutta la vita.
Quando Nel piange per la scomparsa di Sula e per la perdita della loro amicizia, la morte viene trascesa dal senso di riconciliazione: Nel si lascia trasportare dalla nostalgia per Sula e si concede finalmente di essere se stessa.

 

7. Conclusioni

A sei anni dalla sua scomparsa, le riflessioni che la scrittura di Toni Morrison ci offre sono ancora illuminanti. Il tema ecologico, così rilevante per il nostro presente e stringente per il nostro futuro, permea Sula. Irradiandosi in più direzioni, offrendo riflessioni sulla società e il suo rapporto con la natura, oltre che sulla simbiosi sinestetica tra corpi ed elementi naturali, la lezione ecologica che Toni Morrison ci consegna in Sula illumina il legame tra mondo umano e mondo naturale. Il romanzo invita a osservare la natura non come un’entità separata, ma come qualcosa di inscindibile dall’esperienza umana.


8. Fonti

Beaulieu, Elizabeth Ann (ed.), The Toni Morrison Encyclopedia, Greenwood Press, 2003.
Curtis, Paige. Three Ecological Lessons From Toni Morrison, su Sierra Club (data ultima consultazione: 19/06/2025).
Gooch, Catherine, "Shall We Gather at the River?: the Folklore and Trauma of Toni Morrison's Landscape in Sula", in Comparative American Studies An International Journal Volume 18, 2021. https://doi.org/10.1080/14775700.2021.1873023
Jenkins, Bianca. Black Bodies and the Environmental Landscape in Sula, su storymaps.com (data ultima consultazione: 19/06/2025).
Livrieri, Carlotta, “To Be One with Nature: How West African Spiritualism Rewrites African American Ecoliterary Narrative”, in Jamit!, No. 6: The Fractured States of America, 2022. https://doi.org/10.13135/2612-5641/6071
Morrison, Toni, Sula, Vintage, 2002.

 

Foto
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