Rossella Cipro
Il 5 novembre del 1605 i membri del Parlamento inglese e re Giorgio I hanno rischiato di saltare in aria assieme al palazzo di Westminster. A sventare quella che viene ricordata in tutto il mondo protestante anglofono come The Gunpowder Plot (La Congiura delle Polveri, ndt.), fu una lettera anonima consegnata alcuni giorni prima a Lord William Parker. Diffusa la notizia, il palazzo venne controllato da cima a fondo. Alla mezzanotte del 4 novembre, mentre nelle sale di Westminster Giorgio I inaugurava lo State Opening of Parliament (l’apertura delle sessioni del Parlamento), sotto i suoi piedi veniva catturato un uomo pronto a far saltare in aria 36 barili di polvere da sparo. Il suo nome era Guy Fawkes: Il suo volto, tra cinema, maschere, hacktivism è ancora oggi un simbolo globale di resistenza alle tirannie.
Il 24 marzo 1603 Giacomo VI di Scozia, figlio della cattolicissima Maria Stuart, succede a Elisabetta I al trono d’Inghilterra come Giacomo I. La Scozia e l’Inghilterra protestante si ritrovano sotto un’unica corona e la convivenza non è priva di tensioni. A inasprire i rapporti è l’indifferenza del re di fronte alla persecuzione continua della chiesa anglicana verso i cristiani cattolici, in particolare dei gesuiti. Le loro necessità vengono ignorate, così come la richiesta di una maggiore tolleranza. In aggiunta, l’influenza della Chiesa di Roma viene limitata il più possibile e il papismo è contrastato con ogni mezzo considerato necessario.
In questo clima, ancora segnato dalla guerra anglo-spagnola (1585-1604), sedimenta un complotto. A ordirlo è un gruppo di cattolici, preti, politici e soldati che avevano prestato servizio nella guerra di Spagna. L’ideatore è Robert Catesby, assieme a Thomas Winter, Jack Wright e Thomas Percy. Tuttavia, il nome passato alla storia e associato a questo complotto è quello di Guy Fawkes, l’uomo che avrebbe dovuto dare fuoco alle polveri e che, una volta catturato nelle cantine di Westminster, dice di chiamarsi John Johnson.
Dopo la prigionia e le indicibili torture, infatti, confessa la sua vera identità e fa i nomi degli altri congiurati. Per tutti, la condanna prevede la pena di morte per impiccagione, dopodiché i loro corpi devono essere squartati, smembrati, e i loro resti sparsi come mangime per i volatili del cielo.
Per tenere viva la memoria del fallimento di Guy Fawkes, e del pericolo scampato dal re, nel 1605 Giorgio I emana il Thanksgiving Act: An Act for a Public Thanksgiving to Almighty God every Year on the Fifth Day of November. Per questo, ogni anno il 5 novembre viene reso grazie a Dio per aver protetto il regno e, tra fuochi d’artificio e filastrocche, adulti e bambini bruciano i fantocci di paglia con le sembianze di Fawkes, divenuto una rappresentazione del male. Almeno dal 1790, era usanza tra i bambini costruire il proprio fantoccio e portarlo di casa in casa a chiedere “a penny for the Guy” — entrato poi in disuso e sostituito dal più popolare Trick-or-treat — per poi bruciarlo durante la Bonfire Night, traducibile invece come notte dei falò.
Nella frase “a penny for the guy” (“un penny per il tizio”, ndt.), la coincidenza del nome di Fawkes con la più generica parola inglese “guy” (persona, uomo, ndt.) può aver avuto un lento e inavvertito impatto sulla graduale spersonalizzazione dell’uomo dal suo corpo e, più tardi, dal suo stesso volto.
La Bonfire Night — o Guy Fawkes Day o Fireworks Night — oggi ha perso quasi del tutto il suo significato originario, assumendo l’aspetto di una commemorazione sociale e resistendo perlopiù come spettacolo pirotecnico e manifestazione del folklore inglese.
Nei secoli che separano quella notte del 1605 a oggi, la figura di Guy Fawkes ha subito lente e radicali trasformazioni.
Nel 1841 è l’anti-eroe dell’omonimo romanzo di William Harrison Ainsworth, illustrato da George Cruikshank, che combina fatti storici e documentati a espedienti narrativi tipici dei romanzi ottocenteschi, con l’aggiunta di elementi gotici e soprannaturali. Riscritture a parte, il romanzo del 1841 mostra il personaggio di Guy Fawkes sotto una luce nuova, ridefinendo in parte la sua figura, rendendola più umana, coraggiosa e romantica. Le 22 illustrazioni di Cruikshank che accompagnano la prima edizione di Guy Fawkes, conservate al London Museum, hanno contribuito a fissare nella cultura popolare gli eventi legati alla Congiura delle Polveri, specialmente le torture inflitte a Fawkes e ai suoi compagni.
A segnare un punto di svolta nella percezione della Congiura delle Polveri e del suo protagonista è senza dubbio la graphic novel del 1988, V per Vendetta, resa definitivamente celebre dalla trasposizione cinematografica prodotta dalle sorelle Wachowski nel 2005.
In una Londra dominata da un regime totalitario e oppressivo, dove ogni briciolo di umanità sembra essere stato consumato nel campo di concentramento di Larkhill, un misterioso gentiluomo anarchico, colto e raffinato, vuole smascherare le bugie e le ingiustizie del Cancelliere Sutler, restituendo la speranza al popolo sfruttato e sottomesso.
In occasione del 5 novembre, dopo aver preso il controllo delle reti televisive nazionali, V diffonde un messaggio ai londinesi dove li invita a spezzare le catene della loro quotidiana pace apparente tenuta in piedi dalla paura, a rompere il silenzio in cui sono stati costretti da una verità che è marcia, imposta dalla censura e da sistemi di controllo e sorveglianza che registrano i loro movimenti.
In tempi come questi, la parola è l’arma più potente ed è per questo che diviene bersaglio delle censure e destabilizzazioni dei governi totalitari: “Ricordo come cominciò a cambiare il significato delle parole. […] Ricordo come ’diverso’ diventò ‘pericoloso’” (A. Moore, V per Vendetta, 1994). In aperto riferimento alla spersonalizzazione V fa un chiaro riferimento al coraggio di Fawkes che proprio il 5 novembre di qualche secolo prima aveva ricordato ai governi che sono loro a dover temere il popolo e non il contrario. Avrebbero smascherato finalmente la crudeltà, l’ingiustizia, l’intolleranza e l’oppressione del governo. V chiude il messaggio con un invito: quello di unirsi a lui, a un anno da quella notte, fuori dai cancelli del Parlamento per ricordare a loro stessi e a coloro che li avevano privati della libertà che non sono i popoli a dover aver paura dei governi, ma sono i governi che dovrebbero temere i loro popoli.
Nel disegnare il personaggio di V, l’illustratore David Lloyd dice di essersi ispirato proprio alla persona e alla mission, descrivendolo come un grande personaggio storico rivoluzionario. Abile spadaccino; mente logica; coscienza profonda; spirito fine; amante della musica, della poesia e della letteratura, nonché di cinema, arte, storia e filosofia: dal suo nascondiglio segreto, V orchestra il piano perfetto per far saltare in aria Westminster e offrire un 5 novembre che non potrà mai essere dimenticato.
La storia del vendicatore mascherato è drammatica, quanto quella di Evie, simbolo dell’umanità dormiente che si risveglia. Quando le loro sofferenze si sovrappongono, nasce quel legame che si instaura quando si è fedeli a un ideale in grado di sopravvivere oltre le persone e i secoli. Anche questo è il senso della maschera di Guy Fawkes indossata da V: non di un uomo, non di un nome, ma di un’identità, un ideale – e le idee, come ci ricorda V, sono a prova di proiettile. Il suo volto non rappresenta più il nemico del re e del popolo inglese, ma è l’incarnazione di ogni singola identità che lotta contro la tirannia.
3. Cosa rimane del 5 novembre?
Il messaggio lanciato dall’opera di Moore e amplificato dal film del 2005 ha valicato i confini della narrativa e del grande schermo. La maschera di Guy Fawkes (o V) è oggi riconosciuta come simbolo di resistenza e di protesta per chiunque voglia fronteggiare la tirannia. Negli ultimi anni è stata utilizzata durante numerose proteste in tutto il mondo, contro governi corrotti che perpetrano l’ingiustizia sociale, e da movimenti anticapitalisti come Occupy, che adottò la maschera nel 2011. Secondo il New York Times, in quel periodo è l’articolo più venduto su Amazon, con 100.000 maschere in un anno. Il fenomeno è dovuto, oltre alla fama del film, anche all’impiego che ne hanno fatto gli hacktivisti del collettivo Anonymous dal 2008, per denunciare gli abusi della chiesa di Scientology.
Tuttavia, nell’ultimo decennio l’uso della maschera disegnata da Lloyd ha fatto spazio alla diffusione della più recente maschera di Salvador Dalí, resa celebre dalla serie Netflix La casa di carta, che ha sostituito in molte manifestazioni e proteste quella di V.
Il volto stilizzato di Guy Fawkes non è l’unica eredità lasciata dal film V per Vendetta. Oggi, 5 novembre 2025, mentre i fantocci di Guy Fawkes continuano ad alimentare i fuochi della Bonfire Night, l’ambiente intorno a noi sembra molto simile a quello di V e Evie. I governi del mondo occidentale sembrano investiti da derive nazionaliste e autoritarie, l’intolleranza sociale e religiosa dilagano, la violenza viene normalizzata e la libertà di parola viene messa sotto ricatto. La verità viene sporcata dalla menzogna, nuove verità costruite da intelligenze artificiali creano una realtà in cui non si riesce più a distinguere il vero dal falso. Le parole usate da Alan Moore tornano con tutta la loro forza a molti anni di distanza: “Guerre, terrore, malattie: c'era una quantità enorme di problemi, una macchinazione diabolica atta a corrompere la vostra ragione e a privarvi del vostro buon senso”.
Gli orrori rivissuti da Evie nel campo di concentramento di Larkhill non possono che riportare alla mente le più recenti e disturbanti immagini provenienti dalla prigione di massima sicurezza di El Salvador (2022) o le ancora più allarmanti testimonianze provenienti dalla striscia di Gaza (in particolare nel 2023-2025).
Ancora una volta, come spesso accade nella storia, la libertà dei popoli è merce di scambio per il controllo dei territori. Ma per quanto i nostri governi possano impegnarsi a disunire un mondo ormai globalizzato, le persone sanno che il miglior modo per difendersi dall’alienazione è vincere la paura e organizzarsi, che si porti o meno una maschera. Lo ha dimostrato la composizione internazionale dei membri della Freedom Flotilla, un’iniziativa la cui risonanza ha portato decine di migliaia di persone in tutto il mondo a manifestare insieme il proprio consenso alla solidarietà tra i popoli: i simboli mutano o possono essere dimenticati, ma le idee che vi si celano erano e resteranno immortali.
Cosa va ricordato, dunque, di questo 5 novembre? Forse l’unica risposta a questa domanda risiede nelle parole che chiudono la lettera nascosta nella cella di Evie: «Spero che il mondo cambi e le cose vadano meglio. Ma quello che spero più di ogni altra cosa è che tu capisca cosa intendo quando dico che anche se non ti conosco, anche se non ti conoscerò mai, anche se non riderò, e non piangerò con te, e non ti bacerò, mai… io ti amo, dal più profondo del cuore» (A. Moore, V per Vendetta).
Alan Moore, David Lloyd, V per Vendetta, 1994
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Foto 1 da: historyextra.com (ultima consultazione: 8/10/25)
Foto 2 da: gqitalia.it (ultima consultazione: 8/10/25)
Foto 3 da: qrios.it (ultima consultazione: 8/10/25)