di Andrea Pessina e Nicholas C. Vella
di Sandro De Maria, con un'appendice di Simone Rambaldi
Lo scopritore dell'antica città di Phoinike raccontato con foto storiche. Alcune immagini dall'archivio della "Missione Italiana in Albania - Scavi di Phoinike" ricostruiscono l'attività dell'archeologo romagnolo in Albania (ogni diritto è riservato).
Luigi M. Ugolini, matricola numero 548 all'Università di Bologna, nel 1921 ottiene la Laurea in Lettere.
Laureato da tre anni e appena ventiseienne, Ugolini accetta l'incarico di archeologo per la Missione in Albania.
All'arrivo in Albania segue un momento di sconcerto per le difficoltà che il territorio inesplorato riservava. Qui una delle prime immagini della collina di Phoinike vista dalla strada verso la città bassa.
Guadagnata la vetta della collina e compresa la portata della scoperta, fu necessario creare una rete di collaborazioni e aiuti locali. Il territorio circostante a Phoinike era scarsamente abitato e non esistevano collegamenti diretti. Da qui si vedeva Butrinto, altro orgoglio e impegno dell'archeologo italiano in Albania.
Vivere a Phoinike richiese molti adattamenti: Ugolini fece rimettere in funzione alcuni pozzi e fontane antichi cosicché fosse possibile reperire acqua potabile.
La popolazione locale accolse l'archeologo con apertura e disponibilità mettendosi a disposizione per i lavori di scavo delle rovine antiche.
Ugolini collocò il campo base della missione in prossimità di uno degli antichi ingressi alla città antica, questa visuale fu lo sfondo dei suoi pensieri, scoperte e della soddisfazione nel ridare vita a una città ormai dimenticata. Oltre ad essere una struttura di riparo, le tende per Ugolini furono un luogo di riflessione e memoria dove rifugiare i propri dubbi e abbandonarsi al diario di scavo.
I lavori di scavo iniziarono dopo i primi due anni di ricognizione e si concentrarono dapprima sugli edifici che ancora emergevano dal terreno. Le operazioni di indagine in profondità furono guidate da Ugolini e materialmente compiute dalla popolazione locale e alcuni pastori. In breve tempo emerse un paesaggio fortemente urbanizzato poi rilevato e compreso da Ugolini, le sue intuizioni segnarono la base delle conoscenze relative a questo territorio e guidarono i primi passi della Missione Italiana nel 2000.
Ugolini avviò lo studio dei materiali provenienti dagli scavi riuscendo così a datare le strutture indagate e a tratteggiare i confini cronologici dell'insediamento a Phoinike.
Ugolini fu un instancabile intellettuale e archeologo da campo in grado di dare le prime interpretazioni della Lega Epirota a partire dai resti materiali, prima di spostare la sua attenzione sul sito di Butrinto da dove diede ultima prova della sua capacità storica. Le indagini in Albania per conto del Regime fecero di Ugolini uno strumento della più vile propaganda, atto perlopiù a giustificare le mire italiane nei territori mediterranei.
Ugolini riportò i suoi risultati in volumi illustrati cosicché tutti potessero conoscere la lontana e antica città di Phoinike.
Attraverso un documentario esclusivo, l'allora direttore della Missione italo-albanese a Phoinike prof. Sandro De Maria spiega il complesso rapporto degli intellettuali italiani con il Regime. Al centro dell'inchiesta l'archeologo romagnolo Luigi Maria Ugolini, scopritore di Phoinike.