I primi scavi a Phoinike possono partire solo dopo la firma di una Convenzione per le ricerche archeologiche accordate all’Italia nell’aprile del 1926 e infine dall’accordo politico ufficiale sancito nell’ottobre dello stesso anno. È così che nella tarda estate del 1926 Ugolini, con un finanziamento del Ministero degli Affari Esteri, inizia ad operare a Phoinike, praticamente da solo, ponendo la sua tenda sulla collina per alcuni mesi, e scavando solo con gli operai del luogo.
Nel 1927 lo scavo si terrà tra luglio e dicembre, ma Ugolini fu accompagnato da colui che poi diventerà uno dei suoi collaboratori più stretti e importanti, l’ingegnere Dario Roversi Monaco, di poco più giovane di Ugolini, laureato a Bologna nel 1926, che produrrà il primo rilievo della collina di Phoinike.
I risultati delle sue ricerche saranno pubblicati nel volume Albania Antica II. L’acropoli di Fenice, mentre, a partire dal 1928, le indagini si sposteranno su Butrinto, un sito molto più “promettente” dal punto di vista della propaganda politica dell’epoca.