La Missione archeologica

L’Università di Bologna si prefigge l’obiettivo di indagare l’area interessata dall’antico abitato di Spina. Scopo ultimo è comprendere l’articolazione urbana dell’insediamento ed eventualmente individuare manifestazioni pubbliche e sacre che permettano di comprenderne gli aspetti più istituzionali.

 

A tale proposito, è attualmente attiva una concessione annuale per scavo  (Prot. n. 23421-P del 05/07/2023), concessa dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bologna, le province di Modena, Ferrara e Reggio Emilia (Funzionario archeologo responsabile: Dott.ssa Carolina Ascari Raccagni).

I campagna (5 - 23 ottobre 2020, 7 - 9 aprile 2021)

 

Lo scopo principale di questa prima campagna di indagine archeologica presso le Valli Trebba, Pega e Mezzano è stato quello di ottenere nuovi dati sul sito di Spina e il territorio circostante adottando diverse metodologie proprie dell’archeologia non invasiva, quali la ricognizione di superficie, la fotografia e il rilievo da drone, le prospezioni geofisiche. Tali attività, unite allo studio delle indagini pregresse, consentiranno di raggiungere una migliore conoscenza del contesto archeologico e geomorfologico e di pianificare con maggiore consapevolezza futuri saggi di scavo.

Le operazioni si sono concentrate all’interno di un’area di circa 28 kmq, avente al suo centro l’abitato di Spina. L’area archeologica vincolata è stata oggetto di nuove prospezioni geomagnetiche, oltre che di un rilievo fotogrammetrico da drone eseguito dalla dott.ssa Ing. E. Zambello dell’Università di Ferrara insieme al dott. Ing. M. Dubbini dell’Università di Bologna.

Ulteriori voli sono stati eseguiti all’interno dell’area d’indagine, che è stata oggetto di numerose battute di foto oblique e nadirali utili alla lettura delle anomalie visibili sul terreno in questa stagione dell’anno. È stato così possibile riconoscere estensivamente la presenza di antichi alvei, dossi fluviali e cordoni litoranei, nonché unità geomorfologiche fortemente compatibili con l’insediamento umano nell'area. Tutte questi dati, “vecchi” e nuovi, concorreranno ad una corretta lettura del paesaggio antico.

La ricognizione di superficie, infine, ha interessato un’areale corrispondente a circa un quinto dell’intera area di indagine. Le operazioni sono state condotte utilizzando alcune applicazioni per smartphone particolarmente adatte a questo tipo di attività, in particolare Epicollect5 per la registrazione della posizione dei reperti e Qfield per i dati di carattere topografico.

Grazie agli spazi messi a nostra disposizione presso i locali del Museo Delta Antico a Comacchio, è stato allestito durante la campagna un laboratorio, nel quale è stata portata a termine la catalogazione e un primo studio dei reperti ricogniti, che ammontano a circa 3500 esemplari, dei quali 1000 non raccolti ma comunque posizionati attraverso l’applicazione. La gestione dei dati è avvenuta attraverso un database informatico collegato all’applicazione per la raccolta dati, che ha permesso di conservare il dato spaziale in tutte le fasi del lavoro e dunque collegare in maniera dinamica le operazioni e tutte le persone in esse coinvolte.

Al termine di questo primo survey, in sintesi, è stato possibile in primo luogo documentare sistematicamente e meglio contestualizzare i siti già noti in letteratura, oltre che mappare alcune evidenze archeologiche e geomorfologiche mai rilevate in precedenza. Inoltre, l’interpolazione di tutti i dati raccolti, e dunque oltre ai reperti archeologici anche le foto aeree, le prospezioni, i rilievi e le informazioni geologiche, consentiranno una più efficace programmazione delle attività sul campo che l’Università di Bologna svolgerà negli anni a venire.

Alla campagna hanno partecipato studenti della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici e della Laurea Magistrale in Archeologia e Culture del Mondo Antico dell’Università di Bologna, oltre che studenti e ricercatori dell’Università di Ferrara.

Una breve campagna è stata effettuata dal 7 al 9 aprile 2021. A questa ha partecipato un numero ristretto di ricercatori e dottorandi (anche a causa delle limitazioni negli spostamenti dovute alle misure sanitarie emergenziali), sono state condotte le seguenti attività:

  1. Riscontro dei materiali raccolti nella precedente campagna in funzione dello studio degli stessi e in vista della prossima pubblicazione dei primi risultati della ricerca.

  2. Rilievi fotogrammetrici da drone in Valle Trebba e presso Punta Montirone.

  3. Ulteriori prospezioni geofisiche in aree limitrofe a quelle indagate nella campagna precedente, al fine di approfondire alcune delle ipotesi di lavoro avanzate in seguito alle ricerche precedenti.

 

La presentazione dei risultati della I campagna

Il video della conferenza tenutasi presso il Comune di Comacchio il 23/10/2020, al termine delle operazioni sul campo

L'album fotografico della I campagna, 2020-2021

  • survey1

    Le attività di ricognizione

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    Geofisica a Spina

  • survey3

    Orientarsi nelle valli

  • survey4

    Spina dall'alto: dalle foto aeree ai droni

  • survey5

    Le attività in laboratorio

  • survey6

    Il campo base: Comacchio

  • survey7

    Il team

II Campagna (20 settembre – 8 ottobre 2021, primavera 2022)

 

Lo scopo principale di questa campagna è stato quello di approfondire alcuni degli aspetti di maggiore interesse emersi dalle ricerche precedenti, con l’obiettivo di circoscrivere alcune aree rilevanti sulle quali concentrare le future operazioni di scavo.

1. Prospezioni geofisiche, eseguite sia con la strumentazione già utilizzata in precedenza dell’Università di Bologna, sia con strumenti e professionalità esterne:

  • Ditta francese Geocarta: geoelettrica estensiva (ARP, brevetto della stessa ditta) così come la magnetometria estensiva (AMP). Si tratta di tecniche che consentono di indagare la resistività elettrica e le anomalie magnetiche nel sottosuolo; l’interpretazione di tali anomalie permette di ottenere una preliminare “mappatura” delle aree di indagine attraverso il riconoscimento di strutture o in generale evidenze (anche negative, come opere di canalizzazione) riconducibili all’azione antropica. Sono stati coperti circa 20 ettari con la tecnica della magnetometria e circa 10 con la geoelettrica, sia all'interno che all'esterno dell'area demaniale dove insiste l'abitato.
  • Dr. Stephen Kay, British School at Rome: magnetometro di recente generazione, usato per indagare un'area di interesse presso Punta Montirone e anche in Valle Pega, presso l’area già oggetto di scavo da parte della Soprintendenza. La superficie totale indagata con queste modalità è di circa 5 ettari.

2. Ricognizioni di superficie, in particolare nelle aree non coperte nell’anno precedente: per la maggior parte delle aree indagate sono stati eseguiti nuovi rilievi fotogrammetrici da drone;

3. Lavaggio e schedatura dei materiali raccolti nel corso delle ricognizioni di superficie in corso; catalogazione e disegno dei materiali di maggior rilievo raccolti sia nella campagna 2020 sia in quella in corso.

In seguito alla campagna, nel corso della primavera 2022 sono stati effettuati rilievi con sensore multispettrale su una vasta area che interessa la Valle del Mezzano e la Valle Pega. I rilievi sono stati effettuati dalla Ditta AdriaRilievi (agr. Dr. Francesco Stecchi).

L'album fotografico della II campagna, 2021-2022

Prospezioni geofisiche estensive (AMP), ditta Geocarta
Il laboratorio materiali
Rilievi sul campo
Un momento di riposo

III Campagna (settembre 2022 - giugno 2023)

 

 Scavo (19-30 settembre 2022)

La campagna di scavo condotta nel mese di settembre 2022 si è posta in forte correlazione con le indagini non invasive svolte nel sito a partire dal 2020. Le operazioni svolte durante la campagna si possono dividere in due azioni principali: l’acquisizione di carotaggi nel territorio, svolti in collaborazione con l’Université de Strasbourg-CNRS, e lo scavo di alcuni alcuni saggi nell’area demaniale dell’abitato.

Attività di carotaggi

L'obiettivo principale di questo lavoro sul campo è stato comprendere l’evoluzione nel tempo dei paesaggi che circondano Spina utilizzando metodi innovativi di ricerca paleoambientale.

Quest'area di studio rivela un grande interesse geomorfologico che possiamo riassumere in tre focus: 

(1) le fasi di progradazione durante il I millennio a.C.; (2) L'attività del paleocanale del Po denominato "Po di Spina"; (3) L'età e la formazione della paleolaguna sotto Spina. 

Sono state raccolte 11 carote: 6 carotaggi sono stati effettuati su singoli cordoni marini, seguendo il Collettore Pega; 3 seguendo il transetto fluviale che copre la fascia alluvionale dell’antico canale del Po di Spina, 2 a ovest di Spina, in prossimità del sito. Le profondità oscillano mediamente tra i 6 e gli 8 metri. 

Saggi di scavo

Presso il settore occidentale dell'area archeologica di Spina, sono stati aperti due saggi di scavo con l'obiettivo di indagare l'origine delle anomali geomagnetiche rilevate dalle indagini eseguite dall'Università di Southampton per conto dell'Università di Zurigo, e inoltre raccogliere dati sul perimetro dell'abitato in questa zona, oggetto solo di uno scavo del 1966 di cui sono note solo alcune informazioni e l'ambiente esterno all'abitato.

 

Indagini non invasive (settembre 2022-giugno 2023)

L’area di indagine è la medesima della precedente concessione 2021/2022. Durante la campagna sono state eseguite tre principali azioni, volte ad altrettanti obiettivi conoscitivi in una prospettiva multi-scalare. 

A livello del sito, è stata eseguita una campagna di prospezioni geofisiche (6-10/03/2023utilizzando la tomografia elettrica. Le indagini geofisiche si sono avvalse della collaborazione della British School at Rome. Il referente dell’Istituto è il Dr. Stephen Kay. In particolare, durante questo anno di concessione è stato applicato il metodo della tomografia di resisitività elettrica (ERT)  Attraverso la determinazione di profili est-ovest e nord-sud dell’area che insiste sull’abitato e sul paleoalveo del fiume Po, l’obiettivo primario è la raccolta dati relativi all’assetto geomorfologico dell’area dell’abitato di Spina ed avere così una miglior conoscenza del deposito archeologico dell’insediamento soprattutto nei punti più rilevanti dell’impianto urbano.

Ad una scala territoriale, è stata portata avanti la mappatura tramite drone delle aree non ancora coperte nelle Vali Pega e del Mezzano (settembre-novembre 2022 e 06-08/03/2023). Ciò è fondamentale per una più approfondita conoscenza del territorio e la pianificazione di future attività non invasive per ricostruirne l’assetto paesaggistico e le eventuali strategie di occupazione. L’obiettivo di questa mappatura di dettaglio è quello di approdare ad una migliore comprensione del territorio di epoca antica, ricostruendo con maggiore precisione la cornice territoriale e ambientale in cui si inseriva l’insediamento di Spina, mediante una cartografazione ad alta risoluzione delle unità geomorfologiche pertinenti all’antico territorio deltizio. Rispetto alle numerose risorse d’archivio che è stato possibile raccogliere ed esaminare, si è infatti osservata l’assenza di prodotti fotografici o satellitari che ritraessero estensivamente grandi porzioni di territorio in periodi in cui questo fosse privo di coltivazioni estensive, che impediscono talvolta il riconoscimento delle evidenze più fini ancora conservate in superficie e rendono talvolta difficoltosa la lettura di quelle maggiori su larga scala. Da qui la necessità di dotarsi di un prodotto che potesse valorizzare al meglio queste evidenze.

Infine, sempre a scala territoriale è stato eseguito - in accordo con il Comune di Comacchio e con l'Università Ca' Foscari di Venezia - un carotaggio profondo presso il Villaggio San Francesco in Comacchio (29/05-01/06/2023), con la finalità di raccogliere dati sui processi di formazione dei beach-ridges e della progradazione costiera.

L'Album fotografico della III campagna, 2022-2023

Prospezioni geoelettriche nell'area archeologica della British School at Rome
Carotaggio presso il Villaggio San Francesco (Comacchio)