Oral Compass

Oltre all'ampliamento del corpus KIParla, questo progetto si propone di costruire uno strumento per gli interlocutori non accademici (istituzioni cittadine, uffici immigrazione, scuole, ecc.) per orientarsi nel patrimonio orale, con particolare attenzione alla co-costruzione e alla comunicazione di categorie sociali ("stranieri", "immigrati", "italiani", "arabi", "cittadini", ecc.) nella lingua parlata. L'interazione orale è infatti allo stesso tempo strumento e luogo di inclusione sociale, e una più diffusa consapevolezza dei meccanismi e delle dinamiche che sottendono all'espressione delle categorie sociali è fondamentale per migliorare la comunicazione interculturale e costruire così una società consapevole e accogliente. Tale strumento, definito Bussola dell'Oralità, sarà uno strumento multifunzionale fondato sui risultati del progetto, che risponderà agli interessi e alle necessità di chi lavora in contesti multiculturali.

La progettazione e lo sviluppo della Bussola orale avverrà in più fasi.

In primo luogo, il team di DiverSita esaminerà le esigenze professionali e sociali di una serie di interlocutori non accademici, per costruire una base per sviluppare la Bussola dell'Oralità. Nel complesso, le risorse fornite dalla Bussola orale aiuteranno gli utenti a comprendere e interpretare con maggiore consapevolezza i processi attraverso i quali l'italiano parlato viene utilizzato per trasmettere significati sulla diversità culturale, gli atteggiamenti dei parlanti verso la propria e l'altrui varietà di italiano, la visione di Bologna e Torino come paesaggi plurilingui, così come il modo in cui le persone co-costruiscono e comunicano categorie sociali, come "stranieri", "migranti",  ecc. Le caratteristiche della Bussola  saranno strettamente vincolate ai risultati scientifici e all'analisi dei bisogni, per cui in questa fase è difficile anticipare con precisione in che cosa consisterà.

Tuttavia, si prevede che lo strumento possa includere:

1. Rapporti brevi (con visualizzazioni grafica di dati ed esempi concreti) su argomenti specifici. Possibili titoli e contenuti  sono: (A) "Il mio italiano e quello degli altri", che raccoglie i casi, individuati in tutti i moduli del KIParla, in cui i parlanti manifestano il loro atteggiamento nei confronti delle varietà di italiano, comprese quelle relativamente vicine allo standard, quelle caratterizzate da variazione sociolinguistica, gli etnoletti di italiano parlati da cittadini di origine straniera, e le cosiddette varietà di apprendimento. (B) "Io e la mia città multiculturale", che riporterà i pensieri, le opinioni, gli esempi e gli atteggiamenti dei parlanti su Torino e Bologna come paesaggi plurilingui. (C) "Loro vs noi: che questione scivolosa!": questa rapporto mostrerà come le categorie sociali vengono costruite nel discorso e nella conversazione, veicolano stereotipi positivi o negativi verso i gruppi, cambiano di significato nel corso degli scambi interattivi e forniscono informazioni su come i parlanti si posizionano all'interno dei gruppi di cui parlano. (D) "Con l'italiano... All you need is time" potrebbe concentrarsi sul modo in cui i parlanti multilingue descrivono i loro repertori plurilingui e prestare particolare attenzione al fatto che si posizionino principalmente come parlanti o viceversa come apprendenti dell'italiano.

2. Linee guida su come utilizzare le relazioni di progetto per progettare sessioni di formazione rivolte a professionisti specifici (operatori sanitari e sociali, insegnanti, ecc.). Alcuni percorsi formativi saranno esemplificati riorganizzando le visualizzazioni e gli esempi dei report in base a specifici gruppi target. Anche in questo caso, la natura, il numero e i contenuti delle linee guida saranno definiti durante il progetto stesso. Per fare un esempio, i professionisti che lavorano per il sistema sanitario nazionale (infermieri, medici, addetti agli sportelli, ecc.) possono trovare utili combinazioni di dati e informazioni che complessivamente chiariscono il modo in cui i parlanti descrivono le loro esperienze con i servizi pubblici della città, affrontano il problema delle loro competenze linguistiche quando sono esposti alle varietà di italiano utilizzate negli ospedali e dai medici di famiglia, o rivelano i propri principi culturali riguardo al tema della salute (ad esempio, che cos'è il benessere, chi se ne occupa, cosa fare quando una persona non si sente bene, ecc.)

3. Un vademecum che descriva passo dopo passo come utilizzare il corpus KIParla, in modo che gli utenti non accademici possano trovare autonomamente i contenuti rilevanti. Si tratterà di un video molto accessibile, che illustrerà alcune funzionalità dell'interfaccia di KIParla per gli utenti non esperti.
4. Un glossario molto particolare, che mostrerà le definizioni dei parlanti di parole specifiche (ad esempio, "razza", "cultura", "integrazione") così come appaiono nel corpus e le confronterà con le definizioni corrispondenti fornite da dizionari e da esperti riconosciuti di scienze sociali e linguistiche. Il suo formato accattivante renderà il glossario del progetto uno strumento molto efficace soprattutto nei contesti educativi, dove le attività di sensibilizzazione sull'importanza di un uso della lingua interculturalmente competente sono fondamentali.