Questa che a voi, donna gentil, ne viene
Imagin viva del divin lombardo
Ne l’ampia fronte e nel fiso occhio e tardo
Lo stupor de’ gran sogni anche ritiene.
5 Oh lui felice! il qual, poi ch’ebbe piene
Tutte del mondo suo lieto e gagliardo
Le carte, aprir più non sostenne il guardo
Sotto povero ciel, su meste arene.
E più felice ancor! ché non favore
10 Di prence e di vulgo aura ogn’or novella
Né di tëologal donna l’amore,
Ma premio a’ canti era una bocca bella,
Che del fronte febeo lenìa l’ardore
Co’ baci, e quel fulgea come una stella.