Era il giugno maturo, era un bel giorno
Del vital messidoro, e tutta nozze
Ne gli amori del sole ardea la terra.
Igneo torrente dilagava il sole
5 Pe’ deserti del cielo incandescenti,
E al suo divino riso il mar ridea.
Non rideva io fanciullo: il nero prete
Con voce chioccia bestemmiava Io amo,
Ed un fastidio era il suo viso: intanto
10 A la finestra de la scuola ardito
S’affacciava un ciliegio, e co’ i vermigli
Frutti allegro ammiccava e arcane storie
Bisbigliava con l’aura. Onde, obliato
Il prete e de le coniugazïoni
15 In su la gialla pagina le file 15
Quai di formiche ne la creta grigia,
Io tutto desïoso liberava
Gli occhi e i pensier per la finestra, quindi
I monti e il cielo e quinci la lontana
20 Curva del mare a contemplar. Gli uccelli
Si mescean ne la luce armonizzando
Con mille cori: a i pigolanti nidi
Parlar, custodi pii, gli alberi antichi
Pareano, e gli arbuscelli a le ronzanti
25 Api ed i fiori sospirare al bacio
De le farfalle; e steli ed erbe e arene
Formicolavan d’indistinti amori
E di vite anelanti a mille a mille
Per ogni istante. E li accigliati monti
30 Ed i colli sereni e le ondeggianti
Mèssi tra i boschi ed i vigneti bionde,
E fin l’orrida macchia ed il roveto
E la palude livida, pareano
Godere eterna gioventù nel sole.
35 Quando, come non so, quasi dal fonte
D’essa la vita rampollommi in cuore
Il pensier de la morte, e con la morte
L’informe niente; e d’un sol tratto, quello
Infinito sentir di tutto al nulla
40 Sentire io comparando, e me veggendo
Corporalmente ne la negra terra
Freddo, immobile, muto, e fuor gli augelli
Cantare allegri e gli alberi stormire
E trascorrere i fiumi ed i viventi
45 Ricrearsi nel sol caldo irrigati
De la divina luce, io tutto e pieno
L’intendimento de la morte accolsi;
E sbigottii veracemente. Anch’oggi
Quel fanciullesco imaginar risale
50 Ne la memoria mia; quindi, sì come
Gitto di gelid’acqua, al cor mi piomba.