Nel bel mese di maggio
Io sotterrai l’Amor
De’ nuovi soli al raggio
Sotto un’acacia in fior.
5 Le requie lamentose
Disser gli augelli in ciel,
E fu tra gigli e rose
Del picciol dio l’avel.
Fu tra le rose e i gigli
10 D’un molto amato sen:
I prati eran vermigli,
Rideva il ciel seren.
Una memoria mesta
Vi posi a vigilar:
15 Poteasi de la festa
Il morto contentar.
Ahi, ma la tomba è cuna
Al picciolo vampir!
Al lume de la luna
20 Vuol tutte notti uscir.
Vien, su le tempie ardenti
Co’ i vanni aperti sta;
Gli scuote lenti lenti,
E addormentar mi fa.
25 Susurra a l’alma stanca
Un’ombra ed un ruscel,
Ed una fronte bianca
Ride tra un nero vel.
Così, mentr’ei del mite
30 Sonno m’irriga e tien,
Morde con due ferite
L’umida tempia e ’l sen.
Per quelle il rosso sangue
Tutto mi sugge Amor,
35 E vaneggiando langue
La vita al capo e al cuor.
Ma, perché più non possa
Il reo vampiro uscir,
Dee su l’aperta fossa
40 Un prete benedir.
L’incanto allor si scioglie
E il morto in cener va;
Più da vestirsi spoglie
Il dèmone non ha.
45 L’avello del tuo petto,
O donna, io l’aprirò:
Il morto piccioletto
Vedervi dentro io vo’;
Io vo’ che putre e mézzo
50 Polvere ei torni al fin:
Prete sarà il disprezzo
Ed acqua santa il vin.