O tu che dormi là su la fiorita
Collina tósca, e ti sta il padre a canto;
Non hai tra l’erbe del sepolcro udita
Pur ora una gentil voce di pianto?
5 È il fanciulletto mio, che a la romita
Tua porta batte: ei che nel grande e santo
Nome te rinnovava, anch’ei la vita
Fugge, o fratel, che a te fu amara tanto.
Ahi no! giocava per le pinte aiole,
10 E arriso pur di visïon leggiadre
L’ombra l’avvolse, ed a le fredde e sole
Vostre rive lo spinse. Oh, giù ne l’adre
Sedi accoglilo tu, ché al dolce sole
Ei volge il capo ed a chiamar la madre.