LA NOTTE DEL SABATO SANTO 1175
Su i campi di Marengo batte la luna; fósco
Tra la Bormida e il Tanaro s’agita e mugge un bosco;
Un bosco d’alabarde, d’uomini e di cavalli,
Che fuggon d’Alessandria da i mal tentati valli.
5 D’alti fuochi Alessandria giù giù da l’Apennino
Illumina la fuga del Cesar ghibellino:
I fuochi de la lega rispondon da Tortona,
E un canto di vittoria ne la pia notte suona:
‒ Stretto è il leon di Svevia entro i latini acciari:
10 Ditelo, o fuochi, a i monti, a i colli, a i piani, a i mari.
Diman Cristo risorge: de la romana prole
Quanta novella gloria vedrai domani, o sole! ‒
Ode, e, poggiato il capo su l’alta spada, il sire
Canuto d’Hohenzollern pensa tra sé ‒ Morire
15 Per man di mercatanti che cinsero pur ieri
A i lor mal pingui ventri l’acciar de’ cavalieri! ‒
E il vescovo di Spira, a cui cento convalli
Empion le botti e cento canonici gli stalli,
Mugola ‒ O belle torri de la mia cattedrale,
20 Chi vi canterà messa la notte di natale? ‒
E il conte palatino Ditpoldo, a cui la bionda
Chioma per l’agil collo rose e ligustri inonda,
Pensa ‒ Dal Reno il canto de gli elfi per la bruna
Notte va: Tecla sogna al lume de la luna. ‒
25 E dice il magontino arcivescovo ‒ A canto
De la mazza ferrata io porto l’olio santo:
Ce n’è per tutti. Oh almeno foste de l’alpe a’ varchi,
Miei poveri muletti d’italo argento carchi! ‒
E il conte del Tirolo ‒ Figliuol mio, te domane
30 Saluterà de l’Alpi il sole ed il mio cane:
Tuoi l’uno e l’altro; io, cervo sorpreso da i villani,
Cadrò sgozzato in questi grigi lombardi piani. ‒
Solo, a piedi, nel mezzo del campo, al corridore
Suo presso, riguardava nel ciel l’imperatore:
35 Passavano le stelle su ’l grigio capo; nera
Dietro garria co ’l vento l’imperïal bandiera.
A’ fianchi, di Boemia e di Polonia i regi
Scettro e spada reggevano, del santo impero i fregi.
Quando stanche languirono le stelle, e rosseggianti
40 Ne l’alba parean l’Alpi, Cesare disse ‒ Avanti!
A cavallo, o fedeli! Tu, Wittelsbach, dispiega
Il sacro segno in faccia de la lombarda lega.
Tu intima, o araldo: Passa l’imperator romano,
Del divo Giulio erede, successor di Traiano. ‒
45 Deh come allegri e rapidi si sparsero gli squilli
De le trombe teutoniche fra il Tanaro ed il Po,
Quando in cospetto a l’aquila gli animi ed i vessilli
D’Italia s’inchinarono e Cesare passò!