O de’ cognati e de i dispersi miti
Per la selva d’Europa indagatore,
Mentre tu nozze appresti e i dolci riti
Affretti in cuore,
5 Io, dove ride al sol da l’infinito
Rincrespamento del ceruleo seno
E al ciel con echi mille e al breve lito
Plaude il Tirreno,
E digradando giù dal colle aprico
10 Per biancheggiante di palagi traccia
La verde antica terra al glauco amico
Porge le braccia,
In queste di salute aure frementi
Terse le nebbie de lo spirto impure,
15 Dato il cuore a gli amici e date a i venti
Freschi le cure,
Anche una volta io qui libo a le dee
Che de la mente mia seggono in cima,
E t’accompagno le camene argee
20 Con la mia rima.
Non io tinger vorrei di dotta polve
A la sposa il vel bianco ed i pensieri
Né schiuder quei che un’età grossa involve
Grossi misteri.
25 Dannosa etade! Solitario mostro
La morte allor su ’l cieco mondo incombe
Con mille aspetti, e l’uomo esce dal chiostro
Sol per le tombe.
Ne i boschi infuria e via per valli e gioghi
30 Una danza di forme atre e maligne
Ch’odiano il sole: l’orrida de’ roghi
Vampa le tigne.
Da l’aspre torri e dal cenobio muto,
Dal folto domo d’irti steli inserto,
35 Par che la vita l’ultimo saluto
Mandi al deserto.
Quindi l’accidia rea ch’anco inimica
La natura e lo spirto, ed impossente
L’uomo, che un sogno torbido affatica,
40 Aspira al niente.
L’ombra di morte e su da la marina
Di Teti il pianto fuor de le ftìe ville
Seguìa tra i carri e l’armi la divina
Forza d’Achille.
45 Ma ei pugnava i giorni, e, a la romita
Notte citareggiando in su l’egea
Riva, a Dite a le Muse ed a la vita
Breve indulgea.
Pigri terror de l’evo medio, prole
50 Negra de la barbarie e del mistero,
Torme pallide, via! Si leva il sole,
E canta Omero.