Corri, tra’ rosei fuochi del vespero,
corri, Addua cerulo: Lidia su ’l placido
fiume, e il tenero amore,
al sole occiduo naviga.
5 Ecco, ed il memore ponte dilungasi:
cede l’aereo de gli archi slancio,
e al liquido s’agguaglia
pian che allargasi e mormora.
Le mura dìrute di Lodi fuggono
10 arrampicandosi nere al declivio
verde e al docile colle.
Addio, storia de gli uomini.
Quando il romuleo marte ed il barbaro
ruggîr ne’ ferrei cozzi, e qui vindice
15 la rabbia di Milano
arse in itali incendii,
tu ancor dal Lario verso l’Erìdano
scendevi, o Addua, con desio placido,
con murmure solenne,
20 giù pe’ taciti pascoli.
Quando su ’l dubbio ponte tra i folgori
passava il pallido còrso, recandosi
di due secoli il fato
ne l’esile man giovine,
25 tu il molto celtico sangue ed il teutono
lavavi, o Addua, via: su le tremule
acque il nitrico fumo
putrido disperdeasi.
Moriano gli ultimi tuon de la folgore
30 franca ne i concavi seni: volgeasi
da i limpidi lavacri
il bue candido, attonito.
Ov’è or l’aquila di Pompeo? L’aquila
ov’è de l’ispido sir di Soavia
35 e del pallido còrso?
Tu corri, o Addua cerulo.
Corri tra’ rosei fuochi del vespero,
corri, Addua cerulo: Lidia su ’l placido
fiume, e il tenero amore,
40 al sole occiduo naviga.
Sotto l’olimpico riso de l’aere
la terra palpita: ogni onda accendesi
e trepida risalta
di fulgidi amor turgida.
45 Molle de’ giovani prati l’effluvio
va sopra l’umido pian: l’acque a’ margini
di gemiti e sorrisi
un suon morbido frangono.
E il legno scivola lieve: tra le uberi
50 sponde lo splendido fiume devolvesi:
trascorrono de’ campi
i grandi alberi, e accennano,
e giù da gli alberi, su da le floride
siepi, per l’auree strisce e le rosee,
55 s’inseguono gli augelli
e amore ilari mescono.
Corri tra’ rosei fuochi del vespero,
corri, Addua cerulo: Lidia su ‘l placido
fiume naviga, e amore
60 d’ambrosia irriga l’aure.
Tra’ pingui pascoli sotto il sole aureo
tu con l’Erìdano scendi a confonderti:
precipita a l’occaso
il sole infaticabile.
65 O sole, o Addua corrente, l’anima
per un elisio dietro voi naviga:
ove ella e il mutuo amore,
o Lidia, perderannosi?
Non so; ma perdermi lungi da gli uomini
70 amo or di Lidia nel guardo languido,
ove nuotano ignoti
desiderii e misterii.
Bologna, 8 Decembre 1873.