Oh caro a quelli che escon da le bianche e tacite case
de i morti il sole! Giunge come il bacio d’un dio:
bacio di luce che inonda la terra, mentre alto ed immenso
cantano le cicale l’inno di messidoro.
5 Il piano somiglia un mare superbo di fremiti e d’onde:
ville, città, castelli emergono com’isole.
Slanciansi lunghe tra ’l verde polveroso e i pioppi le strade:
varcano i ponti snelli con fughe d’archi il fiume.
E tutto è fiamma ed azzurro. Da l’alpe là giù di Verona
10 guardano solitarie due nuvolette bianche.
Delia, a voi zefiro spira dal colle pio de la Guardia
che incoronato scende da l’Apennino al piano,
v’agita il candido velo, e i ricci commove scorrenti
giù con le nere anella per la superba fronte.
15 Mentre domate i ribelli, gentil, con la mano, chinando
gli occhi onde tante gioie promette in vano Amore,
udite (a voi de le Muse lo spirito in cuore favella),
udite giù sotterra ciò che dicono i morti.
Dormono a’ piè qui del colle gli avi umbri che ruppero primi
20 a suon di scuri i sacri tuoi silenzi, Apennino:
dormon gli etruschi discesi co ‘l lituo con l’asta con fermi
gli occhi ne l’alto a’ verdi misteriosi clivi,
e i grandi celti rossastri correnti a lavarsi la strage
ne le fredde acque alpestri ch’ei salutavan Reno,
25 e l’alta stirpe di Roma, e il lungo–chiomato lombardo
ch’ultimo accampò sovra le rimboschite cime.
Dormon con gli ultimi nostri. Fiammeggia il meriggio su ’l colle:
udite, o Delia, udite ciò che dicono i morti.
Dicono i morti —Beati, o voi passeggeri del colle
30 circonfusi da’ caldi raggi de l’aureo sole.
Fresche a voi mormoran l’acque pe ’l florido clivo scendenti,
cantan gli uccelli al verde, cantan le foglie al vento.
A voi sorridono i fiori sempre nuovi sopra la terra:
a voi ridon le stelle, fiori eterni del cielo.—
35 Dicono i morti — Cogliete i fiori che passano anch’essi,
adorate le stelle che non passano mai.
Putridi squagliansi i serti d’intorno i nostri umidi teschi:
ponete rose a torno le chiome bionde e nere.
Freddo è qua giù: siamo soli. Oh amatevi al sole! Risplenda
40 su la vita che passa l’eternità d’amore.
31 Agosto 1879.