Claudia Villani
Il 18 gennaio è il National Winnie The Pooh Day, giornata dedicata al più iconico personaggio raccontato dalla penna del britannico Alan Alexander Milne: Winnie-the-Pooh. L'orsetto è diventato molto famoso e amato da grandi e piccini, tanto da portare a dedicare una giornata in suo nome e in onore di Milne, nato appunto il 18 gennaio del 1882.
Winnie-the-Pooh (talvolta noto anche come Winnie The Pooh, Winnie Pooh, orsetto Pooh, ndr.) è un orsetto di pezza goloso di miele che vive in una vecchia quercia nel Bosco dei Cento Acri, setting ispirato alla Ashdown Forest, una foresta a sud di Londra. È in questo contesto che Milne ha ambientato le storie che hanno accompagnato tanti bambini in un mondo fantastico e pieno di avventure, raccolte per la prima volta nel suo romanzo Winnie-The-Pooh (1926).
L’idea di rendere protagonista un orsetto di pezza nacque grazie all’orsacchiotto di pezza di Christopher Robin, il figlio di Milne. Il nome Winnie Pooh, invece, venne tratto da un’orsa canadese di nome Winnie, tenuta in cattività presso lo zoo di Londra durante la Prima Guerra Mondiale. Era nota per avere un’indole piuttosto docile, motivo per il quale molti bambini le si erano affezionati, compreso Christopher Robin. In un secondo momento il nome Winnie venne completato da “the Pooh”, a partire da un cigno al quale l’autore si era ispirato durante una vacanza estiva.
Oltre all’orsetto Pooh, Milne popolò le sue storie con nuovi personaggi, dando vita ad altri giocattoli del figlio come il maialino Pimpi, il tigrotto Tigro e l’asinello Hi-Oh, e poi ancora il gufo Uffa, il coniglio Tappo e i canguri Kanga e Roo.
Anche Christopher Robin entrò a far parte degli abitanti del Bosco dei cento Acri, e venne reso dal padre un fidato compagno di avventure dell’orsetto Pooh.
Le storie spensierate raccontate da Milne divennero molto popolari anche oltre i confini britannici, furono tradotte in più di 50 lingue e sono tuttora considerate come classici della letteratura inglese per ragazzi. Affascinarono tutto il mondo, tanto da accattivare le attenzioni di Walt Disney che, dopo la scomparsa di Milne nel 1956, ne acquisì i diritti e ne realizzò un lungometraggio, Le Avventure di Winnie The Pooh (1977), facendone uno dei suoi marchi di punta, sia in termini di cartoni animati che di merchandising.
Alan A. Milne aveva vissuto negli anni della Prima Guerra Mondiale e partecipò in prima persona al conflitto. Pare che, come molti reduci di guerra, anche Milne avesse sofferto di traumi e disturbo post-traumatico da stress. Come spesso accade, la penna di uno scrittore può essere sintomo del contesto nel quale lo stesso vive o essere figlia di un’epoca specifica che si riflette negli stilemi e nei messaggi veicolati dalla letteratura.
Nei racconti di Milne viene ritratto un mondo fiabesco, lontano dall’inferno che l’autore può aver vissuto durante la guerra. È così che il Bosco dei Cento Acri si presenta come una realtà parallela in cui trovare conforto dai pensieri e dai traumi personali. Le storie e i personaggi, infatti, sono sempre gioiosi e spensierati, trasmettono valori e cercano di dare spunti positivi, innescando riflessioni filosofiche.
A tal riguardo, gli scritti di Milne sono stati analizzati da diversi studiosi, in particolar modo in un numero del Canadian Medical Association Journal nell’articolo "Pathology in the Hundred Acre Wood: a neurodevelopmental perspective on A.A. Milne" (2000).
Nello studio, l’entourage capitanato dalla ricercatrice Sarah Shea ha portato avanti un progetto nel quale viene analizzato come il mondo presentato da Milne possa essere visto come un mondo parallelo in cui rifugiarsi dai traumi subiti in guerra.
Nell’analisi viene effettuato uno zoom-in sui vari personaggi, che sembrano forieri di comportamenti tipici di chi ha vissuto esperienze forti o è affetto da disturbi e malattie mentali.
L’orsetto Pooh viene rappresentato come un goloso pasticcione ossessionato dal miele. Cerca di fare di tutto per ottenerlo ma, avendo sempre la testa tra le nuvole, non presta attenzione ai pericoli in cui si imbatte. Sembra esserne così tanto dipendente da non riuscire a smettere di mangiarlo e, di conseguenza, finisce per diventare sovrappeso. Lo studio incasella Winnie nel disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), nello specifico nel sottotipo della disattenzione, al quale si aggiunge il disturbo ossessivo compulsivo (DOC) per via dei suoi comportamenti ripetitivi e di conteggio.
Pimpi (Piglet nel romanzo originario) è un maialino, in costante stato di allerta e di pericolo. È molto dolce e sensibile, vuole aiutare il prossimo, ma spesso si sente da meno e inutile rispetto agli altri suoi amici per via della sua bassa statura. Cerca di dimostrare di essere coraggioso, ma si spaventa molto facilmente e si rifugia sotto il suo letto quando è impaurito. Il suo perenne sentirsi inquieto e minacciato sembra inquadrarlo come affetto da un disturbo d’ansia generalizzato.
Tigro (Tigger) è un tigrotto in costante movimento, saltella di continuo, parla a ritmo serrato e raramente lo si vede calmo e tranquillo. Spesso sale su grandi altezze e sugli alberi, e sperimenta sostanze e alimenti senza considerarne le conseguenze. Il suo essere così impulsivo e dinamico sembra denotare un'affezione da ADHD nello spettro dell’iperattività.
Un altro personaggio molto interessante è Ih-Oh (Eeyore), un vecchio asinello sempre triste. Ha la coda rattoppata, adesa al corpo da un chiodo. In questo caso, i ricercatori hanno notato come il comportamento di Ih-Oh abbia tratti riconducibili alla depressione: il personaggio è cronicamente negativo e non ha energie. Abita in una capanna da lui costruita, talvolta distrutta dai suoi amici accidentalmente, e vive ogni sventura con rassegnazione.
Noto come il più saggio del Bosco dei cento acri, tutti si rivolgono a lui per avere consigli e suggerimenti su come comportarsi in determinate situazioni. Il suo nome originario nei romanzi è Owl ma l’adattamento cinematografico lo ha portato a essere conosciuto dai più come Uffa. È un gufo molto colto e parla in un linguaggio molto forbito, è logorroico, non sa scrivere bene e, quando parla, è difficile capire cosa dice. Il suo essere contorto nell’esprimersi pare celare la volontà di coprire un disturbo fonologico, ossia una difficoltà nell’acquisizione del linguaggio che porta a mal gestire i suoni delle parole.
Lo studio approfondisce anche la figura di Tappo (Rabbit), attribuendogli un disturbo da personalità narcisistica. È un coniglio molto impostato, ha il suo modo di vedere le cose e ha una tendenza a voler controllare e organizzare i suoi amici, talvolta a loro insaputa. Ha una grande considerazione di sé, è presuntuoso e si figura nel ruolo di leader al di sopra degli altri.
I ricercatori si sono focalizzati su altri due animali antropomorfi: i canguri Kanga (Can) e Ro (Roo). Nell'articolo viene analizzata la monogenitorialità: Kanga alleva da sola Ro, è molto dolce ma altrettanto protettiva. L'iperprotettività potrebbe far leva sul fatto che Ro, il più piccolo dei personaggi di Milne, tenda a essere un po’ ribelle e a non voler essere considerato un bambino. Ro sembra molto coraggioso e si lascia trascinare dall’amico Tigro nelle sue avventure e pericoli. In questi casi lo studio ha identificato un parallelismo tra i due amici e le compagnie adolescenziali nelle quali chiunque di noi si ritrova, spesso, a fare i conti con frequentazioni nocive o insidiose. Tigro, infatti, per via del suo carattere impulsivo, si butta nelle situazioni senza pensare alle conseguenze e in più occasioni si è dimostrato un modello non positivo che, seppur involontariamente, ha messo Ro in situazioni di pericolo.
Ultimo, ma non meno importante, anche Christopher Robin è stato valutato nello studio. È solo e passa il suo tempo a parlare con gli animali, accompagna Winnie the Pooh nelle sue avventure, lasciando spazio alla considerazione circa una totale assenza dei genitori, come se non fosse seguito da alcuna figura adulta.
I personaggi di Winnie the Pooh sono stati ideati a partire da alcuni giocattoli ai quali il piccolo Christopher Robin era molto legato. Anche se qualcuno è andato smarrito, i pupazzi di pezza di Winnie The Pooh, Tigro, Ih-Oh e Kanga sono stati preservati nel tempo e oggi sono conservati presso lo Stephen A. Schwarzman Bulding, un edificio sito a New York in cui risiede una delle più grandi librerie al mondo.
La fama che colpì i pupazzi di pezza star del Bosco dei cento acri non travolse solo Milne, ma anche suo figlio Christopher Robin. Se da un lato la popolarità di Winnie Pooh consacrò Milne nel mondo della letteratura per bambini, d’altro canto ebbe ripercussioni molto pesanti sulla vita di Christopher Robin, che divenne oggetto di una tale visibilità e adorazione collettiva da portarlo a detestare il suo alter ego fiabesco.
Il rapporto con il padre divenne sempre più difficile e man mano che il piccolo Christopher Robin cresceva, si intensificò un risentimento che è stato raccontato nella pellicola “Vi presento Christopher Robin (Goodbye Christopher Robin) nel 2017.
Winnie the Pooh Day, su nationaldaycalendar.com (data di ultima consultazione: 15/12/2024)
Winnie the Pooh di Alexander Milne, su pingusenglish.it (data di ultima consultazione: 15/12/2024)
Winnie the Pooh, la vera storia e la falsa teoria sui disturbi mentali, su metropolitanmagazine.it (data di ultima consultazione: 15/12/2024)
Pathology in the Hundred Acre Wood: a neurodevelopmental perspective on A.A. Milne, su pmc.ncbi.nlm.nih.gov (data di ultima consultazione: 15/12/2024)
Winnie the Pooh Day, su nationaltoday.com (data di ultima consultazione: 15/12/2024)
Vi presento Christopher Robin, su mymovies.it (data di ultima consultazione: 15/12/2024)
Christopher Robin: la drammatica storia del bambino dietro l’amico di Winnie the Pooh, su vanillamagazine.it (data di ultima consultazione: 15/12/2024)