Claudia Villani
Il 5 dicembre 1994 è la data di uscita italiana di una delle più originali e controcorrente produzioni cinematografiche che si collocano tra Halloween e Natale: The Nightmare Before Christmas. Il film è tratto dall’omonimo poema scritto da Tim Burton nel 1982, epoca durante la quale lavorava come animatore per la Walt Disney Company.
L’idea per il poema dal quale prese vita The Nightmare Before Christmas nacque dodici anni prima, davanti alla vetrina di un negozio poco dopo Halloween, dove Burton si fermò ad osservare il negoziante sostituire gli scheletri con gli addobbi natalizi:
“Era autunno, ad Hallowen, autunno inoltrato.
E faceva molto freddo, un freddo desolato.
In cima a un colle, illuminato dalla luna,
Jack Skeletron meditava sulla sua sfortuna.
Alto, sottile, un tipo allampanato,
portava al collo un pipistrello annodato.
Era stanco di Hallowen, che noia mortale!
Ogni cosa in quel posto era sempre sempre uguale.
“Basta con lo spavento, la paura e il terrore,
sento freddo alle ossa, ho bisogno di calore.
Di strabuzzar le orbite ne ho ormai abbastanza,
a che serve ripetere questa macabra danza?
Detesto i cimiteri non ne posso proprio più
di passar tutta la vita a urlar soltanto “Bù!” [...]
In questa prima parte del poema è racchiuso l’incipit che dà avvio al film: Jack Skeleton (Jack Skellington nella versione originale), il Re delle zucche, stanco di festeggiare Halloween portando sempre terrore e spavento, decide che è l'ora di cercare qualcosa di nuovo.
Mentre riflette e vaga in un cimitero si ritrova in una radura dove alcuni alberi recano delle porte a forma dei simboli tipici delle ricorrenze festeggiate negli Stati Uniti: un cuore per San Valentino, un uovo per Pasqua, una zucca per Halloween, un tacchino per il Ringraziamento e un albero addobbato con festoni natalizi.
Attratto dalla porta a forma di albero di Natale, prende il coraggio per aprirla ma ne viene risucchiato. Jack si trova così catapultato nel Paese del Natale, ben diverso dal mondo che conosce. Intorno a lui è tutto innevato, l’atmosfera è gioiosa e Jack rimane ammaliato da una realtà piena di elfi che preparano dolciumi e regali che Babbo Nachele (a immagine di Santa Claus, ndr.) porterà ai bravi bambini la notte di Natale.
Conquistato da questa festa felice, Jack decide che sarà lui a preparare il Natale di quest’anno. Tornato a casa, Jack struttura il suo piano nell’intento di prendere il posto di Babbo Nachele. Ordisce infatti il rapimento di quest’ultimo, fa preparare i regali ai mostri e alle creature del Paese di Halloween e si fa confezionare un abito da Babbo Natale, con tanto di slitta trainata da renne scheletrite.
Giunta la tanto attesa notte di Natale, nonostante le sue migliori intenzioni, tutto ciò che Jack porta nel mondo reale è caos e terrore: spaventa i bambini con regali raccapriccianti, sconvolge la serenità delle famiglie a tal punto da barricarsi in casa e attira le forze militari su di sé fino a essere crivellato di colpi e vedere distrutta la propria slitta, assieme al sogno di portare nel mondo il suo Natale.
Jack comprende il suo fallimento e realizza che ciò che lo identifica davvero e che solo lui può fare è il ruolo di Re delle zucche e che Babbo Nachele è l’unico che può salvare il Natale:
“ [...] Caro Jack!” disse la voce del vecchio Babbo Natale.
“Io lo so che quanto hai fatto non è stato intenzionale.
Ora sei triste, sconsolato, ti senti proprio giù,
ma per fare il mio mestiere, sai, ci vuole ben di più.
Il tuo posto non è altrove, è Halloween la tua città,
ed è qui che devi stare, dare a lei felicità.
Vorrei dirti tante cose, prolungare il mio soggiorno,
ma mi tocca proprio andare, a Natale far ritorno.”
Poi, salendo sulla slitta, salutandolo gridò:
“Buon Natale, caro amico, un regalo ti farò.”
Così Jack s’incamminò
tutto solo e desolato,
ma il suo cuore generoso
dal buon vecchio fu premiato.
Nella notte di Natale
cadde piano un manto lieve,
tutta la città di Halloween
fu coperta dalla neve.”
Una volta liberato, Babbo Nachele riesce a porre rimedio ai pasticci di Jack, sostituisce gli spaventosi regali con i suoi e ripristina nel mondo reale la serenità e la magia del Natale.
The Nightmare Before Christmas è stato realizzato tramite l’uso della tecnica della stop-motion, detta anche a passo uno. Il senso di questa accezione risiede nel fatto che l’effetto del movimento viene realizzato grazie al susseguirsi di numerosissimi fotogrammi, solitamente dai 12 ai 24 fps (fotogrammi per secondo, ndr.).
L’arte della stop-motion è una pratica molto antica, già presente a fine ‘800, che prevedeva il montaggio di numerose fotografie di modellini, attori e pupazzi che venivano fatti spostare di poco, di scatto in scatto, dando l’illusione di prendere vita. Il primo a scoprire questa tecnica “quasi per errore” fu il francese George Melies nel 1896, il quale, durante le riprese di una scena in strada, si accorse che la pellicola era rimasta incastrata nella cinepresa. Continuando a riprendere sulla medesima pellicola e guardandola in un secondo momento, notò che tutto a un tratto i personaggi in scena erano passati da un lato all’altro della strada.
Una delle prime produzioni che utilizzò questa nuova tecnica fu Humpty Dumpty Circus (1897), di Albert E. Smith e J. Stuart Blackton. L’opera metteva in scena il set di bambole da circo della figlia di Smith, riprese in modo tale da far credere allo spettatore di essere capaci di muoversi da sole.
Successivamente, la tecnica della stop-motion venne impiegata per realizzare effetti speciali che univano finzione e realtà. Esempi salienti sono King Kong (1933) di Merian C. Cooper e Ernest B. Schoedsack, e Il Risveglio del Dinosauro (1951), al quale lavorò Ray Harryhausen, considerato uno dei maestri nel cinema di fantascienza.
Nel corso degli anni la stop-motion venne utilizzata soprattutto per realizzare film o serie televisive totalmente animati come Mio Mao (1970) in Italia e Pingu (1986) in Svizzera. Il perno alla base di questa tecnica è la manualità dell’animatore, un vero e proprio artigiano che realizza pupazzi e oggetti di scena che “fotogramma per fotogramma” devono essere modulati per dare l'impressione che prendano vita.
Gli oggetti che devono essere animati vengono realizzati con un materiale molto simile alla plastilina e al loro interno hanno un'anima metallica, detta armatura, che permette al tempo stesso di sfruttare l’elasticità del materiale e di mantenere il personaggio fisso per il tempo necessario agli scatti e alle riprese.
Quando in una produzione in stop-motion sono presenti dei personaggi, oltre alla gestualità è importante riuscire a dare forma anche alle le emozioni del volto. Sta all’animatore scegliere la tecnica più consona, tra cui l’applicazione di etichette o la riproduzione dello stesso volto con espressioni diverse.
The Nightmare Before Christmas esemplifica molto bene la mole di lavoro che si cela dietro la creazione di un film di animazione a passo uno: in tre anni, vennero scattati 109.440 fotogrammi, vennero realizzati 227 pupazzi per tutti i personaggi che dovevano comparire nel film e, per rendere quanto più completo e ampio il parco di espressioni facciali di Jack Skeleton, vennero modellate e realizzate circa 400 teste.
Timothy Walter "Tim" Burton aveva intrapreso giovanissimo la sua carriera artistica presso la Disney come animatore di Red e Toby - Nemiciamici (1981) ma, ben presto, si rese conto che i canoni ai quali doveva sottostare non erano in linea con il suo estro creativo.
Se la Disney aveva lo scopo di creare realtà quanto più edulcorate possibili, destinate a un pubblico di bambini e famiglie, Burton traeva ispirazione dalla malinconia e dall'inquietudine di figure come Edgar Allan Poe, Vincent Price (icona del cinema horror tra gli anni ‘50 e ‘60, ndr.) e Victor Frankenstein.
Alcune personalità di spicco all’interno della Disney riconoscevano le grandi capacità di Tim Burton, tanto da supportarlo nella realizzazione del suo primo corto in stop-motion in bianco e nero Vincent (1982), narrato dal suo idolo Vincent Price. A distanza di due anni, realizzò il cortometraggio Frankenweenie, che venne reputato troppo violento e non adeguato a un giovane pubblico nonostante mettesse in mostra il suo indiscusso talento.
Burton cominciò così a vivere la sua permanenza all’interno della Disney come una gabbia che non gli permetteva di esprimere la sua visione della vita e dell’arte creativa come avrebbe desiderato. Decise quindi di abbandonarla per dedicarsi al progetto cinematografico Pee-wee's Big Adventure (1985), che riscosse ottime critiche. Vista la fortuna di quest’ultimo, Tim Burton attirò l’attenzione della Warner Bros., che gli propose di realizzare una delle pellicole che più contraddistinguono lo stile gotico “burtoniano”: Beetlejuice - Spiritello porcello (1988).
Iniziò così la scalata verso il successo, con capolavori come Batman (1989), Batman - Il Ritorno (1992) fino ad arrivare a realizzare il suo primo lungometraggio: Edward mani di forbice (1990).
Tutti questi successi portarono Tim Burton a voler riprendere quel poema che aveva scritto nel 1982, The Nightmare Before Christmas, per creare il progetto che conosciamo oggi. Divenuto ormai una star affermata di Hollywood, decise di farsi forte del suo potere di persuasione, consolidato dai tanti successi, e riproporre le sue idee in casa Disney. Quest’ultima, tuttavia, reputò il progetto troppo dark per il marchio di Topolino.
Il film venne ugualmente prodotto dalla Disney, ma distribuito dalla Touchstone Pictures, etichetta di sua proprietà sotto la quale venivano raccolti tutti quei prodotti i cui contenuti erano rivolti a un pubblico adulto. Questa scelta avrebbe permesso alla Disney di prendere le distanze dal progetto in caso di flop. A conferma di ciò, una delle prime copertine di The Nightmare Before Christmas non riporta il marchio Disney, ma sul retro come etichetta discografica: la Walt Disney Records.
Contro ogni aspettativa, la pellicola riscosse un enorme successo. Gli incassi furono enormi (circa 58 milioni di dollari, ndr.) e il mondo di Jack Skeleton divenne protagonista di un proficuo merchandising, ancora oggi riproposto e molto amato, a cui la Disney decise di apporre repentinamente il suo marchi.
La pellicola uscì nelle sale statunitensi il 29 ottobre del 1993 in occasione di Halloween, ma venne molto apprezzata anche come visione natalizia per via dei temi a cavallo tra le due festività. In Italia, invece, raggiunse il grande schermo solo un anno dopo, il 5 dicembre 1994, sottolineando la declinazione della magia del Natale e mettendo in secondo piano la ricorrenza meno diffusa di Halloween.
Negli anni The Nightmare Before Christmas divenne e rimane tuttora un vero e proprio cult natalizio e, a tal riguardo, una menzione speciale merita di essere fatta circa il doppiaggio italiano dell’opera. Renato Zero diede la sua voce iconica a Jack Skeleton sia per le scene parlate che per gli stacchi musicali e fu capace di interpretare in modo molto accattivante tutti i brani realizzati e cantati da Danny Elfman nella versione originale (compositore che realizzò le colonne sonore di quasi tutti i lavori di Burton, ndr.).
Nightmare Before Christmas, aforismi.meglio.it (Data di ultima consultazione: 01/09/2021)
In un video l’evoluzione della tecnica stop-motion. Dal 1900 a oggi, artribune.com (Data di ultima consultazione: 01/09/2021)
Film di Natale – Nightmare before Christmas: 19 curiosità e la poesia in italiano, cineblog.it (Data di ultima consultazione: 01/09/2021)
Il lato oscuro delle fiabe/1: il rapporto tra Tim Burton e la Disney, cinema.everyeye.it (Data di ultima consultazione: 01/09/2021)
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Renato Zero al cinema, tra doppiaggio e colonne sonore, luckyred.it (Data di ultima consultazione: 01/09/2021)
Nightmare Before Christmas: curiosità e poema originale, disneymagickingdomsita.altervista.org (Data di ultima consultazione: 01/09/2021)
Vincent, il primo cortometraggio di Tim Burton: tre motivi per cui lo amiamo, mellowanimazione.com (Data di ultima consultazione: 01/09/2021)
Tim Burton's The Nightmare Before Christmas, mymovies.it (Data di ultima consultazione: 01/09/2021)
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